Table of Contents Table of Contents
Previous Page  339 / 610 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 339 / 610 Next Page
Page Background

1904

Sempre continuando nella medesima ipotesi -

la

opposta la esaminere–

mo dopo - che cosa avrei dovuto fare? "Indire un

referendum,

muovere

le sezioni per la legge sugli esami." Certo, se fosse riuscito facile pro–

durre

un po'

di movimento sul disegno di legge, se gli si fosse dato il

conforto di un largo appoggio, la cosa poteva riuscire utile, ma, inten–

diamoci! Non per la cosa in sé, ma per far vedere al pubblico che c'interes–

siamo anche della scuola. Bada però che il dar la stura a emenda–

menti, poteva compromettere la legge piu che giovarle. Chi avrebbe voluto

i professori d'università, chi avrebbe preferito di cacciarne fuori i capi–

divisione, chi avrebbe voluto aumentare il numero dei professori secon–

dari, chi avrebbe domandata la elezione diretta e chi la lista; insomma

si sarebbe prodotta una certa confusione, a tutto vantaggio di quei signori

deputati che non amano la legge. Facendone una questione grossa, avrem–

mo data piu forza a coloro che accusano il disegno come incostituzio–

nale; arrabbattandoci sul numero dei commissari nostri, avremmo dato

forse piu ardire a coloro che vogliono prevalente l'elemento parlamentare.

La legge, cosi com'è, passerà alla chetichella, con qualche innocua modifi–

cazione; e sarà cosa buona: facendoci intorno del putiferio noi avrem–

mo dimostrato al pubblico che ci scalmaniamo per delle bazzecole e

dimentichiamo quello che ci preme di piu; mentre una calma e serena

aspettativa deve influire meglio sui deputati e sul pubblico. E poi, meri–

tava la legge che ce ne occupassimo seriamente ora? No e poi no. Che

ci sia dentro un deputato di piu o di meno, nella commissione; che

si possano introdurre nel nuovo regolamento delle modificazioni ancora

per un anno o no, sono questioni secondarie: quello che importa è che

per la materia degli esami si ottenga la stabilità delle norme. Meglio un

regolamento anche mediocre o meno buono ma stabile che la baraonda

passata. Gli adattamenti necessari li sapremo trovare noi insegnanti, co–

munque sia il regolamento.

Dovevamo intervenire e interloquire nella questione dei maestri e delle

scuole elementari?

Si,

sarebbe stato opportuno; ma da un altro lato pericolo–

so. In primo luogo si doveva aspettare l'esito del

referendum

bandito dalla

Unione; giacché non sarebbe stato lodevole esame che Unione e Federa–

zione camminassero per vie opposte. Perciò il Consiglio federale si è

li–

mitato, per il momento, a passare come parola d'ordine: "aiutate i maestri

perché essi raggiungano intieramente l'invocato loro miglioramento econo–

mico." Quanto al modo abbiamo lasciato libere le sezioni di comportarsi

come credono. Dovevamo combattere la tassa d'iscrizione nelle scuole me–

die a favore dei maestri? Certo,

è

una cosa strana che, per accrescere

le paghe dei maestri, si ponga una tassa sulle scuole d'ordine superiore.

Ma era prudente, mentre ferve la lotta dei maestri per obbligare il go–

verno a portare gli otto milioni a dodici, intervenire noi per chiedere

che dagli otto dati se ne tolgano due? Piuttosto che creare nuove diffi–

coltà ai maestri, noi dobbiamo augurarci che riescano a spuntarla nel

loro desiderio, per non averli piu tra' piedi.

301