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1904

losi che conosco. E chi ne uscirà con le ossa rotte non sarò io. Intanto

tutto questo lo dico a Lei in grande confidenza.

Il ministro Orlando

è

sembrato non solo a me, ma anche al Kir–

_ner, presidente della Federazione, uomo di molto ingegno, di idee chiare

ed equilibrate. Certo egli può, approfittando del nostro movimento, farsi

una grande posizione politica, e deve averlo capito. Per noi la chiamata

è

stata un trionfo, perché essa significa non solo il riconoscimento

della organizzazione, rappresentata dal Kirner, ma il riconoscimento del–

l'indirizzo battagliero e quasi aggressivo della Federazione, rappresentato

da me. Se Giolitti facendoci chiamare, ha creduto di farci addomesticare,

ha sbagliato i conti. Noi siamo oggi piu forti di ieri: se egli accetta

le nostre idee, ci guadagnerà lui e ci guadagneremo noi; se cerca di menare

il can per l'aia, fra un mese ci rivolteremo contro lui, e tanto peggio

per lui, che intanto ci ha resi piu forti.

Ma

io credo che voglia far sul

serio: certo l'Orlando

è

uomo di buona fede, e Giolitti

è

troppo furbo

per non comprendere la nostra forza.

Spero fra qualche mese di pubblicare il primo volume della mia

Rivo;

luzione francese.'

Poi sto preparando un altro volume di studi vari.

Cosf ho p~onta la tonnellata di carta stampata, necessaria per la promo–

zione a ordinario

(id est

lire cinquemila invece di lire tremila) che do–

vrebbe avvenire in novembre. Allora, come si può immaginare, io sarò

un vero e proprio signore. Si figuri che mia moglie ha già pensato a

farmi fare un abito nero

comme il /aut,

tanto piu che devo pronunciare

in pompa magna

il

discorso inaugurale dell'anno venturo per l'Universi–

tà. Allora non mi resterà che aspettare una epizoozia di professori d'u–

versità nel continente perché mi sia possibile di occupare i loro stalli.

Amen amen amen. Se nell'incendio della biblioteca di Torino, invece di

bruciare i codici bobbiensi, fosse bruciato

il

prof. Cipolla, che li studia,

l'egregio uomo non avrebbe avuto il dolore di veder sparire il suo tesoro,

sarebbe rimasto libero un posto di professore, io mi sarei sbarazzato di un

giudice che ha cercato sempre nei concorsi di spezzarmi le gambe, e l'Italia

non avrebbe perduti i codici bobbiensi. Quando si dice che la sorte

è

cieca

e pazza!

Addio, caro amico. Quando verrà a fare una nuova gita in Sicilia?

Presenti i miei rispettosi saluti alla Sua mamma, mi ricordi alla signo–

rina Adelaide, quando le scrive, e mi voglia sempre bene allo stesso modo.

' La prima edizione di

La

Rivoluziono francese (1788-1792)

fu

pubblicata nel 1905 a Milano

(ed. Pallestrini e

Co.).

~

riprodotta (8•

ed.)

in questa collana, a cura di F. Venturi, Milano 1962.

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