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Carteggio

le vie una bandiera rossa, di fare conferenze, di scrivere sui giornali:

ma questa libertà, che anch'io credo indispensabile nella civiltà moderna,

non

è

mezzo all'educazione politica delle moltitudini, non

strumento

per la propaganda e per la conquista delle altre vere libertà, senza cui

il

diritto di parlare e di scrivere e di dimostrare

è

perfettamente inutile;

la libertà dei bagoloni

è

fine a se stessa. Si tengon comizi per dar modo

agli avvocati della facile parlantina di sciogliere lo scilinguagnolo su un

qualsiasi stupido argomento, si metton fuori le bandiere rosse per dar noia

ai delegati, si grida viva il socialismo tanto per gridare. Sui grandi pro–

blemi della vita nazionale la democrazia o non ha idee o le idee che ha

sono conservatrici come quelle di Sonnino: nella questione ferroviaria

molti sostengono come il Sonnino l'esercizio privato; quelli che vogliono

l'esercizio di stato, lo vogliono senza capirci nulla, perché questa sentono

dire sia la soluzione democratica, e ad ogni modo non si sciuperebbero

la digestione né per questa né per alcun'altra soluzione. Nella questione

doganale o sono protezionisti o il loro libero scambismo non sanno donde

cominciarlo. Nella politica estera non capiscono nulla e non avrebbero

nulla da dire se non fossero tanto imbecilli da credere all'irredentismo.

Nella politica scolastica non sono che anticlericali inconcludenti e settari.

E cosi di seguito in tutto il resto.

Il partito socialista

è

di tutti i partiti il meno stupido, ma

è

sempre

stupido abbastanza per non esser buono a nulla.

La democrazia

è

un rivoluzionarismo di parole e un conservatorismo

o nullismo di idee.

È

un continuo sciopero generale delle idee e del

buon senso.

Le parole calde dei comizi e dei giornali, e i cenci rossi, che vengon

fuori nelle dimostrazioni piazzaiole, fan credere ai moderati vicino il fini–

mondo, perché i moderati - bisogna dirlo a loro onore - sono molto

piu stupidi dei democratici. E cosi fra moderati e democratici

è

una lotta

continua per diminuire e difendere una libertà, che in fondo non meriterà

di esser né diminuita né difesa, fino a quando i democratici la faranno

consistere non nell'avere idee ma nell'eruttare parole.

Giolitti ha capita la pasta, di cui sono veramente fatti i partiti de–

mocratici, ed ha agito in conseguenza: ci ha lasciato gridare, dimostrare,

scioperare; intanto colla legge

sulle

municipalizzazioni dei servizi pubblici

ha impedito le municipalizzazioni dei servizi pubblici con grande gioia

di tutti gli azionisti di società private; e si prepara a ristabilire lo

statu

quo

ferroviario, mentre noi avremo la libertà di fare dei comizi.

Se

i

partiti democratici acquistassero l'uso delle idee dopo aver conquistato

l'uso delle parole, se riescissero a concretare un piano organico di riforme

e iniziassero nel Parlamento e nel paese una campagna· in difesa di esse,

allora lo vedrebbero il liberalismo di Giolitti!

Col tempo io credo e spero che arriveremo anche a questo; ma per

ora non ne vedo segno alcuno; e Giolitti continuerà a lasciarci scrivere,

parlare e dimostrare, e i moderati si illudono puerilmente se sperano che

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