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1903

Federazione a sinistra, questa, che da sola non si regge nella contesa dei

partiti politici, appoggerà a destra, se pure non si lascerà cadere in terra

e non si porrà a dormire. E poi le minacce nostre sono per ora come

quelle dello sciopero generale: che le parole fan piu timore dei fatti, ai

quali bisogna procurare di non dover giunger mai.

Il Cassiani, cui farò leggere fra pochi giorni la tua lettera,

è

certo

del parer tuo: ma non può far nulla.

Io

ad ogni modo terrò per ora

il contegno che tu desideri, anche perché risponde al pensier mio.

In

se–

guito, se saremo discordi, terrà ognuno la via che crederà. Ma io credo

che tu, che non vorrai perder di mira lo scopo pratico della tua azione,

verrai a piu mite e piu ragionevole consiglio.

Con quello che dice Guido io sono pienamente d'accordo: tu hai la

sensibilità d'un barometro e qualche volta giudichi e mandi un po' trop–

po per le spicce chi forse (Turati etc., non Ferri) non per colpevoli legami

segreti col Nasi, ma per imperfetta visione dell'importanza ed urgenza della

questione nostra di fronte ad altre che a lui paiono premere di piu,

si mostra un po' renitente.

Ma appunto per questo gioverà l'energia delle nostre parole e la voce

un po' grossa, piu ancora che non gioverebbero alla fine i fatti. Rodolfo.•

143.

Francesco Ferrari a Salvemini

16 aprile 1903

Carissimo,

l'abbandono dell'Estrema (se forse tu non ti allarmi un po' troppo)

sarebbe davvero un disastro. Cerchiamo di scongiurarlo. Pescetti, col quale

parlai già per invitarlo al comizio di Empoli, mi parve schiettamente

ben disposto e che capisse tante ragioni. Gli parlerò presto per quest'altro

affare. Mondolfo, che vidi qui di passaggio, mi disse che avrebbe anche

lui scritto a qualcuno. Ma francamente una delle cause della tiepidezza

dell'Estrema per noi credo sia stata la nostra stessa condotta dopo il Con–

gresso di Firenze.

Le

riunioni, i comizi ecc. avvenuti dopo, eccettuato

quello di Empoli, hanno mostrato che noi siamo ancora troppo conserva–

tori e l'Estrema deve essersene accorta. Tuttavia il passo fatto dalla no–

stra organizzazione

è

già molto lungo, e un po' alla volta si camminerà

anche piu avanti malgrado quel po' di regresso che si sta effettuando

ora. Occorre pazienza. Certo

è

poi che i massoni dell'Estrema non sa–

ranno mai contro Nasi.

Io

credo di essermi accorto che alcuni satelliti

• Rodolfo Mondolfo, fratello di Guido, professore nelle Università di Torino (1910),

Bo–

logna (1914), Cordoba in Argentina (1940), e Tucumén (1948).

143. AS.

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