

1903
di scriverLe di tanto in tanto qualche cartolina non mi mancherebbe;
ma a che pro scriver cartoline? Le semplici notizie della salute sono
pDCO
interessanti, né io pDSSOparagonarmi a Leone XIII o allo Czar
di tutte le Russie, i cui starnuti sono subito comunicati al mondo; e le
altre cose, che vorrei dirLe, non entrano nelle cartoline e non entrano
neanche in una lunghissima letterona come questa che mi propongo oggi
di scriverLe. Solo tre o quattro conversazioni di tre o quattro ore potreb–
bero esaurire gli argomenti cari a Lei e a me; e anche poco fa, nel–
l'accingermi a scriverLe, sono stato sul punto di non farne nulla: tanto,
non riescirò a dirLe quasi nulla!
Quando lessi che Ella andava a Roma pel congresso storico, ne ebbi
una stretta al cuore, perché crebbe in me il dispiacere di non poter in–
tervenire al congresso anch'io. Chi sa che belle ore avremmo passate...
fuo;i del congresso, e avremmo avuto per giunta come spettacolo e come
argomento di dispute lo sciopero generale. Ma le mie finanze familiari
non ammettono congressi e farebbero sciopero se non avessi molto giu–
dizio.
Nell'ultima Sua lettera' Ella mi raccontava come nell'ambiente con–
servatore dell'alta burocrazia e della moderateria lombarda
il
Giolitti co–
minci ad acquistar fautori e ad esser considerato come il probabile futuro
San Michele della diabolica democrazia italiana. Come erano esagerati
gli odi di una volta, cosf sono esagerate le speranze di oggi. Giolitti
è una mente solida ed equilibrata della razza del conte di Cavour, con–
servatore quant'altri mai, forse piu conservatore dell'on. Sonnino; ha me–
no scrupDli dell'on. Sonnino e nella celebre battaglia ostruzionista non
avrebbe avuto certi pudori e incertezze che furono la rovina di Pelloux;
ha una qualità, poi, che manca a tutti gli uomini di stato italiani e so–
prattutto a Sonnino, cioè l'attitudine a osservare freddamente i fatti, a
valutare esattamente gli uomini, a guardare le cose nel loro insieme
senza lasciarsi troppD scoraggiare o esasperare o distrarre o smuovere
dai particolari.
La grande forza di Giolitti è la conoscenza che egli ha del carattere
intimo del movimento democratico italiano. La democrazia italiana - e
indico per democrazia tutte le frazioni, che guastano i sonni e le dige–
stioni alla stupidità dei nostri benpensanti, dai radicali sacchiani ai socia–
listi intransigenti
ultra
-
la democrazia italiana è un grande esercito ba–
golone, privo di idee, pieno di vanitosi, d'imbroglioni, di massoni, di am–
biziosi, ecc.
La
libertà per la democrazia italiana non è la libertà di
pagar poche tasse, la libertà di non soffrir prepDtenze, la libertà di non
servire alle camorre amministrative e politiche, la libertà di avere buoni
sistemi doganali, tributari, amministrativi, ferroviari ecc. No.
La
libertà
della democrazia italiana è la libertà di fare dei comizi, di sciorinare per
t
Cfr. lettera n. 135.
Salvcmini si riferisce al Congresso internazionale di scienze storiche, tenut:Jsia Roma dal 2
al 9 aprile 1903.
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