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Carteggio

Cabrini avrebbe forse buona volontà: ma è troppo impegnato e troppo gi–

rovago. Ciccotti ha anch'esso moltissimo da fare ed è, mi dicono, troppo

coscienzioso per accettare un incarico grave, quando abbia timore di non

poter adempierlo. Ma ad ogni modo bisogna stargli alle costole; e ne

darò l'incarico a Barbagallo:

Io

tornerò a scrivere a Varazzani e gli parlerò fuori dei denti, minac–

ciandogli nel giornale di cui tu sai, e che io mi sforzerò di far uscire

avanti la discussione del bilancio, una critica vivace e senza sottintesi al–

l'opera dell'Estrema. Fa' tu anche giocare la minaccia di questo giornale,

il quale, dovendo aver lo scopo di propaganda quasi sovversiva fra i

colleghi, e perché si cercherà di diffonderlo anche fuori della nostra classe,

introducendovi anche la trattazione delle piu notevoli questioni politiche,

non deve, malgrado la modestia delle sue origini, esser preso a gabbo.

Quanto al Sacchi, è veramente deplorevole che egli operi come tu mi

scrivi. Se il Consiglio federale non può farlo, dovrebbe qualche altro met–

terlo alle strette: e poiché tu, che non sei piu della Commissione, non

crederai forse, e giustamente, opportuno di occupartene, potrebbero farlo

quelli di Cremona: il Belletti o il Nigherzoli.

4

Una rottura fra noi e lui,

danneggerebbe assai piu lui che noi; ed egli deve pensarci e deve temerla:

e il minacciargli una pubblica dichiarazione dovrebbe essergli salutare.

Io

mando a Barbagallo una copia della tua lettera, che Rodolfo ha

la pazienza di ricopiare in tutta la sua estensione: credo inutile man–

darla a Mondaini, che non mi pare si occupi molto del nostro movi–

mento, nonostante la lettera ai colleghi pareggiati, e che potrebbe rivol–

gersi solo a Ciccotti, presso cui potrà agire meglio Barbagallo. Gliene

parlerò tuttavia, dovendo scrivergli per persuaderlo che, finché non sia

possibile di raggiungere l'agognata gallina di un giornalone quotidiano

non va disprezzato l'uovo modesto del giornaletto che noi proponiamo

e che ha frattanto un utile compito di propaganda fra i colleghi e perciò

anche di preparazione di cose maggiori.

Io

son dunque, per concludere, d'accordo con te nel ritenere che è

necessario agire con energia e minacciare: solo cosf c'è speranza che si

muovano. Ma quanto poi alla provocazione dello scisma, no. Avremo tem–

po a riparlarne avanti il congresso. Ma se noi facessimo quel che tu vor–

resti, i Brentari, i Del Bino, e se vuoi, Orto-Carboni e anche i Di Lullo'

si farebbero avanti a prendere un posto che noi dovremo finir per ab–

bandonar loro. Ancora non abbiamo le forze per costituire un partito della

scuola (che tu stesso confessi essere un sofisma e che solo il buon Cas–

siani prende molto sul serio). Mancata la nostra spinta per appoggiare la

~

Corrado Barbagallo

(1877-1952),

s:ud;c,so di st,:,da ao:ic• e di storia 90Jitic~ ed ecooo–

'tlic•, fu professore di storia economica a Catania nel

1926-tn7

a 'fapoli dal

1927

,I

.'c948.

4

Gfan Domenico Belletti

en

preside del ticeo-gLrmssio

"Manir\"

di

Ctf-!'lona; Vittt?rio Ni•

gherzoli insegnava italiano all'istituto tecnico "Eugenio Beltrami" di Cremona, ed era presidente

dell'Associazione cremonese.

5

Tommaso Del Bino era professore alla scuola tecnica "Alberto Cavalletto" di Padova;

Salvatore Ortu-Carboni era professore di matematica all'istituto tecnico "Vittorio Emanuele II" di

Genova; Antonio Di Lullo era professore di matematica al ginnasio di Isernia.

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