

Prefazione
Jl
legame, mediato da un immenso bisogno di affetto da parte di Sa/vernini,
si rinsaldò assai presto, divenendo amicizia profonda e rapporto intellettuale
fervido e fecondo. Ora è Fortunato
il maestro, come piu tardi ricorderà lo
stesso Salvemini:
1
il quale. si sentiva soprattutto
stimolato ad una ricerca
di maggiore equilibrio umano, di pace e serenità interiore. Ed è per questo,
anche, che le sue lettere a Fortunato sono le piu belle di tutto il carteggio, so–
prattutto quando egli riesce a parlare di sé in questo modo:
" [...]
Io
vorrei
caro, che tu mi apprezzassi al mio giusto valore. Non sono uno sciocco: no.
Assolutamente
non valgo gran che: relativamente agli altri, sono superiore
alla media: il che in un paese come il nostro non
è
gran vanto davvero.
Ma la mia coltura è piena di lacune spaventose. E il mio temperamento
non
è perfettamente
equilibrato. Se fossi un uomo equilibrato, padrone dei suoi
nervi, capace di una linea di condotta sempre ferma e sicura, io varrei certo
assai di piu. Invece ... valgo assai di meno.
[...].
"
48
La
collaborazione di Fortunato al numero unico della
Voce
sulla que–
stione meridionale offrf. a Sa/vernini l'occasione di capire a fondo la sua po–
sizione rispetto al federalismo
ed alla questione meridionale. Fortunato era
contrario alla soluzione
federalista del problema meridionale,
e Sa/vernini,
molto colpito, fece come un bilancio dello sviluppo di tale problema negli
ultimi dieci anni, concludendo
."
di essere il solo federalista, che esista in
Italia," e di aver legato la propria scelta all'esigenza di mettere un freno
alla corruzione politica ed ai favoritismi,
resi possibili dall'accentramento.
49
Il rigido moralismo di questa posizione di Sa/vernini
-
che continuerà a
dichiararsi "sempre piu regionale" ed "antiunitario"
-
verrà colpito inoltre
da un altro aspetto dell'impostazione
fortunatiana:
"Il Mezzogiorno
è
natu–
ralmente paese assai piu povero del Nord.""'
Benché manchino,
sfortunatamente,
tutte
le lettere di Fortunato a Sa/–
vernini, di questo periodo, il loro carteggio ideale rispecchia assai fedelmente
la differenza
della loro impostazione
del proble1?7-ameridionale
e, quindi,
delle soluzioni da essi proposte.
La
sfiducia di Fortunato nella capacità del
Sud a risollevarsi e ad auto-governarsi
-
sfiducia che nelle lettere che qui
pubblichiamo
può essere solo intuita attraverso
le parole di Sa/vernini
-
non gli impediva
tuttavia di approvare la sua campagna per la riforma elet–
torale, soprattutto quando essa si concretava in proposte dirette a beneficio
reale ed immediato
del Mezzogiorno.
Né essa intaccava la convinzione
di
Sa/vernini che il Sud si sarebbe aiutato da sé, senza bisogno del Nord, anche
se, talora, egli si chiedeva tristemente
se fosse un bene, o un male lo sforzo
per dare ai meridionali
il "senso di quello che sono e possono essere," in
una prospettiva di lotta per il diritto "di vivere a sé.""
.4'
Si veda G. SALVEMINI,
Le leggi speciali
[Lettera a Guido Dorso, del 15 agosto 1945],
ora m SALVEMINI,
Movimento socialista,
pp. 619-621, alla p. 619; e
Federalismo, regionalismo,
autonomismo, ibidem,
pp. 621-627, alla p. 626.
48
Lettera a Fortunato del 14 febbraio 1910, in questa raccolta al n. 248.
"
Lettera a Fortunato del 30 aprile 1910, in questa raccolta al n.
253.
"' Cfr. le lettere a Fortunato del 22 dicembre 1910 e 23 febbraio 1911, ai nn. 277 e 281.
51
Cfr.
la citata
lettera a Fortunato del 22 dicembre 1910.
XXIII
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