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Prefazione

Sono, questi, gli anni m cui Salvemini conoscerà Bissolati, Costa e

Turati.

L'amicizia con quest'ultimo nacque in occasione della pubblicazione del

saggio su Molfetta e, fin dall'inizio, non fu mai scevra di contenuto profonda–

mente polemico. Per Salvemini, Turati fu inizialmente un simbolo, fino a

che non ebpe modo di avvicinarlo direttamente, ammirandone e temendone

soprattutto l'intelligenza e "lo spirito mefistofelica." Dal canto suo Turati, pur

ammirando, a sua volta, le capacità intellettuali e culturali di Salvemini, il

suo "diable au corps," e pu1· accettandone, in via del tutto

teorica, le

tesi politiche, ne criticava l'atteggiamento

fondamentale, oscillante,

-

se–

condo lui

-

tra rivoluzionarismo astratto e possibilismo concreto, nell'ana–

lisi dei programmi e dell'azione politica del partito socialista.

58

Il distacco di Salvemini da Turati, sul piano politico, cominciò ben pre–

sto: quest'ultimo, pochissimo tempo prima dello scoppio dei moti del

1898,

aveva sottovalutato l'entità e la portata del fatto popolare, facendo perdere

-

secondo Salvemini

-

al partito socialista un'ottima occasione di inseri–

mento concreto e fattivo nella lotta politica." Distacco che si verrà chiarendo

prima e durante il periodo zanardelliano: pur non condividendo il ministe–

rialismo di Turati-

di cui criticherà aspramente l'azione politica in seno

al partito socialista e nella lotta parlamentare

-

egli ne sosterrà la fonda–

mentale onestà e buona fede."'

La

posizione salveminiana di critica ad un

metodo, che nasceva da quella iniziale diversità di programma, posta tanto

efficacemente in luce dalla bonaria analisi turatiana, rimase costante, anche

se per un brevissimo periodo, egli dichiare1·àdi accettare il ministerialismo

turatiano, che avrebbe significato un rafforzamento del partito socialista.•'An–

zi, si può dire che in un breve periodo di tempo le motivazioni di questo

distacco si faranno piu profonde, e nella critica politica di Salvemini verrà

messo a fuoco quanto, nella visione turatiana, fosse assente il problema me–

ridionale."'

La

storia di questa amicizia,

è,

dunque, un po' la storia di Sal–

vemini socialista, e difatti in essa si produrrà una frattura appunto con il suo

distacco dal partito socialista.

Le

motivazioni piu remote e profonde di tale

distacco sono ampiamente documentate in questo carteggio, soprattutto nel

suo aspetto, amaro ma non mai rassegnato, di crisi umana, cui non

è

estra–

nea la rottura, piu clamorosa, con Bissolati.6

3

Purtroppo la carenza documentaria non permette la piena comprensione

di un rapporto, che si intuisce essere stato assai importante per Salvemini,

l'amicizia con Bissolati, di cui, fra l'altro, egli stesso parlò pochissimo: in una

lettera a Giuseppe Lombardo-Radice, alla vigilia del congresso di Milano

cosi scriveva:

" [...]

In

tutta questa campagna, questo mi duole assai: che l'a–

micizia fra il Bissolati e me sia finita; perché del Bissolati, nonostante i torti

58

Turati a Salvemini, del 4 maggio 1898, in questa raccolta al n. 39. Su Salvemini e

Turati si veda anche la citata introduzione di Arfé, a p. XV.

59

Di ciò parla in una lettera a Piacei, del 27 maggio 1898, in questa raccolta al n. 40.

"' Lettera a Piacei del 12 dicembre 1901, al n. 119.

61

Lettere a Piacei del 10 aprile e 6 ottobre 1902, ai nn. 124 e 131.

62

Lettera a Piacei del 21 agosto 1903, pubblicata al n. 151.

63

Di ciò parla in una lettera a Fortunato del 3 luglio 1910, in questa raccolta al n. 265.

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