

Prefazione
delle forze politiche piu valide nel paese. Salvemini
-
nella sua morali–
stica intransigenza
-
andrà fino in fondo
in questo atteggiamento:
il pro–
gressivo delinearsi, nella sua prospettiva politica, di un nuovo partito re–
pubblicano,
fedet·alista, antirredentista,
antimassonico,
che
rappresentasse
una seconda edizione del partito socialista, libero da pastoie e contraddizio–
ni
-
partito che, d'altra parte, non trovava rispondenza
in nessuna situazio–
ne politica concreta
-
segnerà il suo improvviso e radicale distacco da Ghisle–
ri. Di questa rottura alcuni aspetti sono ancora oscuri, né il carteggio salve–
miniano di questo periodo ci offre· elementi chiarificatori di questo ed altri
aspetti piu complessi della personalità salveminiana.
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Un'altra costante nella biografia salveminiana di questo periodo
è
rap–
presentata dalla descrizione, di Salvemini, dei professori che insegnavano al–
l'Istituto di Studi superiori di Firenze e, quindi, dell'ambiente che diede una
-prima impronta alla sua giovanile formazione culturale.
26
Quel periodo, per
mancanza di documentazione,
non è compreso in questa raccolta, che
-
tuttavia
-
offre elementi sicuri per stabilù-e in1.quali termini si posero e ri–
masero validi, negli anni successivi al periodo fiorentino, quegli iniziali rap–
porti culturali ed umani: ciò, soprattutto, per quanto ,riguarda Coen, Paoli
e Villari. Solo di questi, infatti,
è
rimasta la corrispondenza con Salvemini e
le lettere, anche se scarse, documentano
sufficientemente
il perdurare di
profondi legami sul piano affettivo. Il discorso è piu complesso nel caso di
Pasquale Villari, la cui figura è
-
in questo carteggio
-
agli occhi di
Salvemini sempre quella del "Maestro," anche se fra di loro profonda era la
differenza di personalità e soprattutto di formazione politica. Villari seguirà
-
piu degli altri
-
da vicino lo sviluppo culticrale di Salvemini, e di
lui
ap–
prezze1·à, entro certi limiti, la produzione scientifica, pur non accettandone le
premesse legate ad una polemica politica nociva
-
secondo lui
-
alla car–
riera ed agli studi di Sa/vernini.
" [...]
La
mia testa è quella che è,"
-
sosteneva dignitosamente
Salvemini
-
"né
io posso mutarla. Sono convin–
to che
è
mio dovere dedicare una parte della mia attività a promuovere nel–
le vie che a me sembrano
in coscienza migliori
il progresso del mio
paese
[...
f'.
21
Il carteggio con Paoli, le lettere a Villari del primo periodo e l'unica,
rimasta, di Coen, documentano
altres[ l'interesse e l'attività di Sa/vernini,
cultore di storia medievale, ma soprattutto mettono in luce quel rigore meto–
dologico, caratteris~ico dell'atteggiamento
di Sa/vernini verso ogni
forma di
ncerca.
Tipica, sotto questo aspetto, è una lettera a Cesare Paoli,
28
in cui, nel
parlare della sua recensione ad un libro di Savini, il giovane storico si lascia
andare ad uno di quegli sfoghi
-
che poi diverranno usuali nelle sue pole–
miche politiche
-
che nasceva non tanto da un interesse, piu o meno pro-
25
Cfr. le lettere pubblicate ai nn. 114, 115 e 117.
26
Cfr. SALVEMINI,
miei maestri
cit., ed in particolare
le pp. 39-56.
n
Salvemini a Villari,
del 15 novembre 1904, in questa raccolta, al n. 168. Si vedano
anche,
in proposito,
le lettere pubblicate ai nn. 167, 174 e 175.
28
Scritta
il 3 marzo 1896, è pubblicata al n. 8.
XVIII
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