Table of Contents Table of Contents
Previous Page  27 / 610 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 27 / 610 Next Page
Page Background

Prefazione

do /a sostanza vera dell'indagine di Salvemini, venne accettato in pieno da

quest'ultim~, che attribui~a all'infiuenza di Piacei

,:l

tatto che_l~ proprie idee

si fossero

[...]

non dico mutate, ma ammorbidite, elasticizzate, slarga–

te

[...

1."'

1

Che dei suoi lavori giovanili piu importanti,

in campo storiografico,

Salvemini discutesse a fondo soltanto con Placci e con Papafava,

è

un ele–

mento estremamente indicativo non soltanto delle complesse motivazioni cul–

turali e psicologiche di questi rapporti, ma soprattutto del suo isolamento dai

li

barbassori della scienza ufficiale." Per quel che il metodo d'indagine scien–

tifica da lui sussunto conteneva in sé di nuovo e di rivoluzionario, soprattutto

se applicato ad una materia quale la storia medievale, ed anche per il suo at–

teggiamento nella polemica politica, deciso

è,

fin dall'inizio, l'antagonismo

fra la posizione di Salvemini e quella del mondo accademico del suo tempo.

Ed è proprio dal carteggio con uno degli esponenti di quel mondo, il Villari,

che tale isolamento acquista maggiore chiarezza. Non da Villari, il suo Mae–

stro, Salvemini sembra ricevere stimolo, idee per i suoi studi sulla storia mo–

derna e contemporanea: del libro sulla rivoluzione francese egli parlerà con

Placci,3$molto piu a fondo, mentre Villari seguirà in parte le tormentate vi–

cende tipografiche della prima edizione, dando, poi, un giudizio finale assai

sommario, insieme con il suggerimento

-

che Salvemini non riuscirà mai

a condurre in porto

-

di farne una nuova edizione continuando fino al

colpo di stato di brumaio." Moltissimo Villari apprezzava la sua prolusione su

Mazzini, pur non celando le proprie riserve verso il contesto ideologico della

visione salveminiana

40

:

gli studi su Mazzini, comunque, nascono e vivificano

nel quotidiano dialogo con Ghisleri, quando, cioè, la sua problematica cul–

turale comincia a tr.ovare la propria giusta collocazione in una decisa atti–

vità di uomo, di politico, di storico.

Interessante come punto di arrivo delle idee e del metodo salveminiano

è la lettera dell'll settembre 1907, che rivela anche un nuovo e piu maturo

aspetto di Gaetano Salvemini, nella veste di maestro:

li[ ...]

io credo"

-

egli

scrive

-

li

che lo studioso di storia debba proporsi quello di 'imparare la sto–

ria'

[...]

11

41

Rivive, in queste parole, l'eco di quanto egli stesso dirà molti an–

ni dopo, parlando dell'insegnamento dei suoi professori della scuola fioren–

tina, e sopratutto di Pasquale Villari. Direi anzi che qui è la conferma piu

autentica dell'impronta che il periodo fiorentino aveva lasciato in Salvemini.

Da questa lettera emergono anche alcuni elementi

-

non del tutto nuovi

-

della sua formazione storiografica e culturale: una cultura, niente affatto pro–

vinciale, formatasi prevalentemente sugli scrittori francesi; l'importanza

-

su cui non è il caso di soffermarci in questa sede

-

assunta dallo studio sulla

rivoluzione francese; l'analisi concettuale della teoria sullo studio e sull'in-

!;

Lettera del 6 ottobre 1902, pubblicata al n. 131.

39

Cfr. la lettera a Piacei del 21 agosto 1903, in questa raccolta al n. 151.

Cfr. lo scambio di lettere fra Villari e Salvemini, del 27 novembre - 6 dicembre 1905, in

questa raccolta ai nn. 177, 178 e 179.

40

Si veda la

lettera di Villari, del 22 marzo 1905, pubblicata

al n. 172.

41

i;;

pubblicata al n. 202.

XXI

BibliotecaGino Bianco