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Prefazione

Questa raccolta

-

come si è detto nelle pagine precedenti

-

per il ca–

rattere intrinseco della corrispondenza salveminiana, ha una impronta ben

definita: s[ che, mentre pochi sono gli elementi riguardanti la biografia o

l'attività storica, tutto ciò che concerne il politico, lo scrittore polemista, tro–

va, in questo carteggio, una conferma ed una testimonianza fra le piu pre–

gnanti. Cosf, vi si possono seguire le tappe della sua evoluzione in seno al

partito socialista, cogliendone alcuni dei momenti piu significativi; come

pure sono facilmente individuabili

i

punti della sua lotta meridionalista,

proiettata in una concezione federalista. Tutto ciò fa parte del Sa/vernini piu

vero e piu conosciuto, e trova, in queste lettere, soltanto la ripetuta con–

ferma di temi e problemi inerenti ad una polemica politica già esaminata a

fondo nelle sue motivazioni p-iu interne. Ma vi si può cogliere qualcosa di

nuovo,

i

primi momenti, cioè, della formazione della sua personalità di po–

litico e di polemista, del suo socialismo. Momenti che

-

ed a questo punto

sembrerebbe quasi superfluo sottolinearlo

-

emergono soprattutto dai car–

teggi con Papafava e con Piacei, piuttosto che da quello con Filippo Turati.

Già nel 1895, proprio in una lettera a Carlo Piacei, Sa/vernini descrive gli

sviluppi del socialismo a Molfetta, in una chiara e minuziosa analisi, i cui

temi fondamentali si ritroveranno piu tardi nel lavoro su Molfetta." Temi

che, già fin d'allora, sembrano essere divenuti quasi· delle costanti, e che ri–

troviamo

-

con un respiro ed uno sviluppo diverso

.........

nell'analisi della si–

tuazione politica siciliana, in un'altra lettera a Piacei, inedita, del 1896."

Ove, se pur confusamente, viene esposto da Sa/vernini l'atteggiamento politi–

co della borghesia terriera e della nobiltà latifondista, l'una liberista, l'altra

protezionista, ma alla fine pur sempre in una posizione rivendicativa dell'au–

tonomia siciliana: qui Sa/vernini riconosce una delle componenti del sepa–

ratismo siciliano, espresso dalla classe dominante. A tale analisi si accom–

pagna, in lui, l'amara constatazione della debolezza e della incapacità del

partito socialista a muoversi in un siffatto contesto di forze economiche e po–

litiche.

Ben presto, partendo da tali premesse e superando

i

limiti di un'analisi

di situazioni politiche particolari, quali la siciliana e la pugliese, comin–

cerà a farsi strada in lui la prospettiva di un partito veramente rivoluziona–

rio.54Questo

-

dopo

i

fatti del 1898, già intuiti e previsti

55

-

finirà col non

identificai·si piu con il partito socialista; ed avrà come obiettivi rivoluzionari

la distruzione della monarchia, unitamente alla eliminazione del militarismo,

della corruzione burocratica e parlamentare, del dominio dei latifondisti."

Dove già si coglie, ancora non chiaramente e compiutamente sviluppata, la

matrice moralistica, umanitaristica e meridionalista del suo socialismo."

" La lettera, del 1° novembre 1895,

è

pubblicata, in questa raccolta, al n. 3.

53

Senza data,

è

conservata in CPl.

s

4

Si vedano

le

lettere a Piacei del 30 aprile e 30 giugno 1896, ai nn. 11 e 12.

ss Nella lettera citata alla nota n. 54.

56

Cfr. lettera a Piacei del 28 agosto 1898, al n. 42 di questa raccolta.

s1

Si veda, in proposito, l'introduzione di Arfé al citato volume di scritti salveminiani,

Movimento socialista

e in

SALVADOR!,

G.

Salvemini

cit.,

le

pp.

45 e ss.

XXIV

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