

Prefazione
storico sociologo "che cerca tra la polvere dei documenti la luce per la
ci–
viltà" e" l'uomo che studia la storia tenendo sempre di mira le grandi leggi
economiche."
Già in questa brevissima analisi, lo scrittore liberista
-
e sarà lui,
in quell'occasione, a consigliare l'invio del lavoro a Pareto
-
coglie con
esattezza l'equivoco dell'adesione al marxismo, che a lui non appare tale
in senso stretto, ma assimilata e filtrata attraverso una cultura generica–
mente positivistica." Piu ancora tale equivoco si coglie nella risposta di Sa/–
vernini: il socialista è presente nel lavoro, non nella sua poca simpatia per
la borghesia, ma nella ricerca delle cause, che produssero la .trasformazione
della Cavalleria in Comune, e che egli pone in stretta relazione con le rivo–
luzioni economiche, sociali e politiche dei comuni. "Questo"
-
egli con–
clude
-
"
è determinismo o materialismo economico, è marxismo. Il socia–
lismo è il prodotto logico della concezione materialistica della storia. Data
questa, bisogna ammettere nel presente la lotta di classe con tutte le sue
conseguenze. Ecco perché nel lavoro c'è il socialista.
"
E, piu avanti, ave–
va diffusamente spiegato in cosa consistesse, secondo lui, il compito ed il
metodo dello storico:
" [...]
La storia, dice il Taine, non giudica, né assolve,
né condanna; critica; det~rmina come
i
fatti' sono avvenuti, dimostra che
sono avvenuti, perché dovevano avvenire, e non si occupa di altro.
lo
credo
che questo sia il metodo scientifico unico; se si ammette che
i
fatti sociali
avvengono perché date quelle condizioni non potevano non avvenire quei
fatti; in altre parole se si ammette
la necessità degli avvenimenti
storici
nello stesso modo che si ammette la necessità della caduta dei gravi, non
resta piu luogo a discutere sulla moralità o la immoralità dei fatti avve–
nuti e il fermarsi a giudicarli sarebbe ridicolo. Ciò posto lo storico non de–
ve fare che ricercare le cause necessarie dei fatti che studia, gli effetti ne–
cessari degli stessi fatti, il
modo
per cui quelle cause hanno prodotto neces–
sariamente quell'effetto; e nient'altro. Simpatie o antipatie non entrano nel
metodo storico moderno.
"
34
È
utile, a nostro avviso, soffermare l'attenzione su questa lettera, in
cui sono esposte le stesse idee che poi saranno riprese e sviluppate nell'ar–
ticolo "La Storia considerata come scienza,
1135
e dove appare chiaro, in ultima
analisi, quanto l'idea salveminiana della scienza fosse legata ad una con–
cezione piu positivista che marxista.
L'unico a dare un giudizio di quell'articolo sarà ancora Carlo Piacei:
" [...]
Mi piace che Ella sia divenuto assai piu eclettico nello scegliere le
ragioni fondamentali dei problemi storici. Non è piu la sola interpretazione
materialista che conta. Molti piu fattori e ingredienti di origine diversa en–
trano nelle Sue recenti considerazioni
[...]
1136
Giudizio che, pur non coglien-
33
Si veda l'acuta analisi di M. L. SALVAOORI,
Gaetano Salvemini,
Torino
1963, p. 200.
34
La lettera, del 6 novembre 1896,
è
pubblicata al n. 15.
3S
G.
SALVEMINI,
La storia considerata come scienza,
in "Rivista
italiana di sociologia,"
"· VI
(1902). Si veda anche
la nota polemica di Croce,
ibidem,
pp. 273-276. Su
ciò,
vedasi
SALVADOR!, G.
Salvemini
cir.,
pp. 192-200.
36
Lettera del 22 agosto 1902, al n. 129 di questa
raccolta.
xx
BibliotecaGino Bianco