

Carteggio
La
sua argut1ssuna osservazione sulle economie militari, che sono il
pozzo di San Patrizio che dovrebbero bastare a tutto, l'avevo fatta an–
ch'io: e dopo aver chiesto che economie militari servano per le scuole
(nella mia qualità d'insegnante) ho giurato di non chiederle piu. per nes–
sun altro scopo. Certo che se continua di questo passo, l'assalto all'eser–
cito si ridurrà a una farsa molto ridicola: le economie militari divente–
ranno un po' come i cento milioni della Humbert, che bastavano a tutto
ma... non c'erano.
Per evitare però che il ridicolo cada anche sul partito della scuola,
Le
faccio osservare che noi nel Congresso di Firenze chiedemmo non
economie nelle spese militari, ma chiedemmo che le entrate dello stato
fossero distribuite meglio e piu. equamente fra i vari bilanci a cominciare
da quello dell'istruzione. Si fanno economie dove che sia? sieno a vantag–
gio dell'istruzione; vi
è
un aumento di entrate? non si lascino assorbire
dal ministero della guerra, ma il ministro dell'istruzione prenda ipoteca
lui.
Solo Ella mi dirà: o perché dovrebbe prendere ipoteca
il
ministro
dell'istruzione e non qualche altro? vi sono tanti bisogni oltre quello di
migliorare la scuola media.
La
questione sarebbe senza dubbio grave fra Lei che preferisce al–
tri impieghi e me che preferisco questo. Ognuno corre al riparo delle
miserie, che gli sembrano piu gravi e che vede piu davvicino.
Io
vivo
in un ambiente, che dovrebbe essere intellettuale; ho un ideale altissimo
dell'insegnante, e penso che un esercito di buoni insegnanti, anche con
gli assurdi sistemi scolastici che ci reggono, potrebbero esser molto utili
al paese correggendo con la loro iniziativa individuale i difetti del sistema.
Sembrami che un buon professore di greco, pur essendo legato a una
materia per molti alunni inutile e magari dannosa, possa sempre circo–
scrivere il male e ricavare anche dalla sua materia molto bene.
Ma a questo si oppongono due mali:
1)
la disonestà vergognosa dei
ministri e degli alti burocratici, che han fatto del ministero un'agenzia
elettorale, introducendo nelle scuole come insegnanti un esercito di perso–
ne, che non meriterebbero nemmeno di fare i bidelli; 2) la miseria
atroce degli insegnanti, che obbliga gli uni a un lavoro estenuante di
lezioni private, e li distrae dalla scuola; spinge gli altri a vendere la
coscienza in mille modi svariati e tutti vergognosi. Se le nostre scuole
devono continuare cosi,
è
meglio sopprimerle: una metà degl'insegnan–
ti andrebbe o destituita o messa in galera; e se non si pone riparo, le
nostre scuole saranno la rovina del paese nostro.
Ecco perché mi son messo con entusiasmo a lavorare per la Federa–
zione. E il lavoro non
è
stato inutile: il numero degl'insegnanti organiz–
zati cresce di giorno in giorno; mentre si tirano indietro a poco a poco
tutti gl'individui bacati che han capito non aver nulla da sperare nella
Federazione; e spero che il secondo congresso nazionale, che terremo a
Roma, riescirà una magnifica manifestazione morale.
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