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1903

]ire il dazio sul grano cosf i grossi proprietari del Mezzogiorno dovran–

no o lavorare trasformando le culture o vendere le loro terre a nuovi

piccoli laboriosi proprietari (una nuova

élite,

direbbe Pareto) che rappre–

senterà il tipo proprietario lavoratore che si sostituisce al tipo proprietario

assenteista. L'idea

è

un pochino feroce e alquanto (ma nel buon senso)

originale, ma nel complesso mi par giusta e spero potermene servire.

Ma torniamo al discorso sulla scuola. Trovo molto giusta l'idea che

è

inevitabile che anche i professori delle scuole medie facciano piu o

meno della politica. Trovo la descrizione delle scuole molto spiritosa. Tro–

vo molto importante l'osservazione "che negli altri paesi vi

è

una meravi–

gliosa differenziazione negli istituti scolastici" mentre "in Italia la scuola

media

è

un po' la scuola di tutti" (p. 7). Non so se sia proprio vero

che il bilancio dell'istruzione sia il piu produttivo di tutti (pp. 9-10) e ho

una certa antipatia contro l'istruzione pagata dallo stato, soprattutto l'i–

struzione classica.

Vorrei che l'istruzione classica fosse pagata in parte (come

è

ora)

dallo stato, soltanto per coloro che si danno alla carriera dell'insegna–

mento. Vorrei che fosse tolto lo stupido obbligo della licenza liceale per

ottenere impieghi. Per aver impieghi basta una mediocrissima coltura

generale d'un po' di storia e lingua italiana e poi una seria coltura tecnica

riferentesi all'impiego cui si aspira. Quindi vorrei aumentate le scuole

speciali.

Le

divido press'a poco nelle seguenti classi: commercio, indu–

strie (e alcun meno possibili suddivisioni: per es. industrie tessili, mecca–

niche, chimiche ecc.) agricoltura (con suddivisioni come sopra: bachi–

coltura, enologia, zootecnia ecc.).

Queste scuole (sempre s'intende medie) le vorrei in parte pagate come

è

oggi (per ginnasi licei e tecniche) dallo stato in parte dai privati, per–

ché riconosco che anche i poveri hanno diritto a istruirsi in modo da

poter esercitare una professione.

Ma vorrei che in queste scuole la parte scientifica fosse ridotta al

mi–

nimum

indispensabile per la tecnica.

In

quanto alla coltura per la coltura (matematico-meccanica, di scienze

naturali o di filosofia e lettere) vorrei che le scuole medie fossero pagate inte–

ramente dagli scolari (salvo per quelli che fanno espressa dichiarazione

di volersi dedicare all'insegnamento: sarebbe una specie di arruolamento:

ci vorrebbe una multa per quelli che dopo frequentate le scuole vengono

meno all'impegno: non

è

facile; esprimo solo le mie idee generali: voglio

salvare capra e cavoli: non impedire ai poveri di darsi all'alta coltura

e impedire al tempo stesso lo sperpero di quattrini e di tempo che si

fa oggi coi ginnasi e licei e scuole e istituti tecnici dove s'insegna una

quantità di roba che soltanto un'esigua minoranza impara). Chi vuole la

scienza per la scienza se la paghi. Chi ha bisogno d'un impiego per vi–

vere, a dodici anni deve scegliere quel che vuol fare. Il meccanico? E

vada nelle scuole specialiste di meccanica. Uscirà un buon macchinista

o capo fabbrica a diciotto anni. Il professore di filosofia? E vada al gin-

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