

Carteggio
135.
Carlo Piacei a Salvemini
Firenze, 12 dicembre 1902
Caro amico,
col solito ritardo rispondo alla Sua cara ed interessante lettera di tanto
tempo fa. Grazie anche per l'articolo Suo, buono come sempre, nella
Critica sociale.'
Le Sue notizie sulla situazione politica mi hanno interes–
sato. Da tante parti, soprattutto
prefetti zie
e
conservatrici,
sento fare gli
elogi del Giolitti, come dell'unico individuo, il quale, ad un momento
dato, avrebbe la stoffa di fare da arei-poliziotto per qualche dittatore o
principe che volesse tentare un colpo di stato. Egli ha energia, fermezza,
nissuna titubanza, e nissun scrupolo. E dire che lo credevamo il vostro
candidato!!! Mi pare che si va disegnando
la
novella situazione, col go–
verno trasformista e conservatoroide-radicaloide. Ho visto in questo mese
passato, nell'alta Italia, molte personalità interessanti. Abbiamo un sovrano
che è
convinto
radicale. Egli sarebbe pronto a tentare chi sa quali strane
innovazioni; ciò che a me sembra insensato, perché non so concepire un
re che non serva da martinicca, per quella famosa divisione dei poteri
a cui credo assolutamente, con Montesquieu, come la sola normale fun–
zione dell'orologio-governo. Sono stato da Visconti Venosta, luminoso come
sempre in cose estere. Ho trovato Ferrero
2
triste e scetticuccio, deluso
negli uomini, nelle idee, e nella bontà ed intelligenza della folla.
È
la
sorte di tutti gli spiriti falsi ed illusi davanti alla bancarotta della realtà.
Anche Pareto, anche Lei, caro amico, passerà da questa crisi. Le vostre
rispettive utopie - liberiste o socialiste - vi tengono su per un po' di
tempo, senonché un bel giorno, siccome avete in fondo un temperamento
scientifico e buoni metodi di ricerca, vi trovate in un grave conflitto
tra i vostri sentimentalismi (che avete eretto a sistemi pseudo-scientifici)
ed il vero fondamentale concetto vostro di serietà intellettuale. Ho conosciuto
Mosca
3
e le sue idee sono abbastanza neo-codine per piacermi.
Il male di cui Lei soffre è una di coteste
crisi del vero
che ho male
definito ed espresso piu su. Lei ne
è
addolorato ed io beato. Significa
che sta vedendo giusto. La maturità si sta facendo in Lei. Invece di
continui getti di idee... sbagliate, Ella
non ha idee!
Pensi che enorme
progresso e quali incoscienti passaggi di maggior serietà mentale ciò de–
notai La sua rapida critica Le fa discacciare tutte le grandi inutili
idee errate, troppo improvvise e troppo immature. Adesso Lei sta diven-
135.
AS.
I\
,
1
I
1
Cfr. lettera n. 132, nota n.
1.
La lettera di Sa!vemini, cui Piacei si riferisce,
è
pub•
blicata al n. 131 di questa raccolta.
2
Guglielmo Ferrero (1871-1942), sociologo e storico, collaborò al "Secolo" di Milano.
Antifascista, nel 1930 dovette andare in esilio a Ginevra.
3
Gaetano Mosca (1858-1941), dal 1896
fu
professore di diritto costituzionale all'Università
di Torino, poi alla Bocconi di Milano ed infine all'Università di Roma. Deputato
di
Caccamo
nelle legislature XXIII-XXIV, nel 1914
fu
sottosegretario di stato
per
le Colonie; dal 1919 senatore.
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