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che sia necessario procedere a gradi, sicché il disegno che presenteremo
sia davvero opera collettiva, e per evitare che ad un progetto Cifarelli
se ne contrappongono altri dieci, di dieci solitari combinatori di cifre. Stabi–
liamo prima dei
criteri,
e poi metteremo le cifre al posto. Naturalmente
i criteri dovranno già a loro volta essere stabiliti su delle cifre; ma sa–
ranno, per cosi dire, provvisorie. La direzione di questo lavoro la diamo
al Cifarelli, perché è bene che il Consiglio non si comprometta in nessun
senso. Ciò non toglie che privatamente anche noi aiutiamo il Cifarelli in
tutti i modi.
È
probabile che il resultato di questi studt e delle relative
discussioni possa essere discusso poi definitivamente dal Congresso. Dun–
que un tema stabilito per il Congresso.
L'altro tema, ch'è complemento del primo, riguarda la spesa che l'i–
struzione media costa allo stato. A tutto quello che scrivi avevo pensato;
ma bisogna aspettare il Consiglio nuovo. Noi ora liquidiamo l'anno prov–
visorio. L'importanza maggiore sta nella inchiesta sui beni ecclesiastici
incamerati; e per questa avevo pensato specialmente alle sezioni. Vuol dire
che i dati raccolti da esse dovranno essere classificati, controllati e com–
pletati da una persona a ciò adatta.
Io
né sarei buono per un lavoro
cosi difficile; e, anche se mi ci volessi provare, non avrei tempo. Ci
vuole qualcuno che, oltre i doveri d'ufficio, non abbia altro da fare.
Io
ho il
Bollettino,
ho le venti lettere giornaliere da leggere, le quattro o
cinque o dieci cartoline da scrivere ogni giorno; ho le adunanze settima–
nali da preparare, ho da eseguire quello che si
è
deliberato; ho da leggere
i ricorsi; ho da curare una quantità di cose disparatissime. E poi vorrei
riserbarmi piuttosto l'ufficio di preparare il futuro Congresso nei suoi par–
ticolari, sicché si svolga ordinato, senza incontri ferroviari di relatori. Il
Congresso nuovo
è
bene che somigli (coi miglioramenti che porta l'espe–
rienza) a quello di Firenze, dove si fece precisamente tutto quello ch'era pre–
stabilito e nell'ordine e nel modo prestabiliti. Se m'addosso un tema o un
lavoro (dato che trovi il tempo), debbo trascurare il compito del coordina–
mento. Voglio essere in corrispondenza con quelli che lavorano; ma non
voglio lavorare io stesso. Perciò domenica, sentiti i colleghi, scriverò
al
Mondaini; e spero che troviamo in lui un altro Cifarc-1\i. Quanto a te,
se posso, non ti carico questa volta di nessun tema; ma al Congresso ti
sarà riserbata un'altra parte: quella di dirigere, e d'intervenire, colla tua
meravigliosa prontezza, in tutte le questioni.
L'organizzazione elettorale mi pare prematura.
È
bene che tu ne
abbia parlato nella
Critica;
sarà bene che akri ancora ne scrivano; ma nel
Congresso non ne farei argomento di discussione, a meno che la Federa–
zione non faccia tali progressi non tanto per numero, quanto per com–
pattezza e solidarietà, da farne riuscire una cosa seria.
Ho preso impegno di scrivere una relazione sul Congresso di Firenze
per
l'Università italiana
del Gurrieri e Barduzzi. Ma se tu
mi
liberassi
dall'impegno, sostituendomi, mi faresti un vero favore. Bisogna mettere in
rilievo quello che abbiamo fatto per il vantaggio della scuola, e insistere
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