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1902

che sia necessario procedere a gradi, sicché il disegno che presenteremo

sia davvero opera collettiva, e per evitare che ad un progetto Cifarelli

se ne contrappongono altri dieci, di dieci solitari combinatori di cifre. Stabi–

liamo prima dei

criteri,

e poi metteremo le cifre al posto. Naturalmente

i criteri dovranno già a loro volta essere stabiliti su delle cifre; ma sa–

ranno, per cosi dire, provvisorie. La direzione di questo lavoro la diamo

al Cifarelli, perché è bene che il Consiglio non si comprometta in nessun

senso. Ciò non toglie che privatamente anche noi aiutiamo il Cifarelli in

tutti i modi.

È

probabile che il resultato di questi studt e delle relative

discussioni possa essere discusso poi definitivamente dal Congresso. Dun–

que un tema stabilito per il Congresso.

L'altro tema, ch'è complemento del primo, riguarda la spesa che l'i–

struzione media costa allo stato. A tutto quello che scrivi avevo pensato;

ma bisogna aspettare il Consiglio nuovo. Noi ora liquidiamo l'anno prov–

visorio. L'importanza maggiore sta nella inchiesta sui beni ecclesiastici

incamerati; e per questa avevo pensato specialmente alle sezioni. Vuol dire

che i dati raccolti da esse dovranno essere classificati, controllati e com–

pletati da una persona a ciò adatta.

Io

né sarei buono per un lavoro

cosi difficile; e, anche se mi ci volessi provare, non avrei tempo. Ci

vuole qualcuno che, oltre i doveri d'ufficio, non abbia altro da fare.

Io

ho il

Bollettino,

ho le venti lettere giornaliere da leggere, le quattro o

cinque o dieci cartoline da scrivere ogni giorno; ho le adunanze settima–

nali da preparare, ho da eseguire quello che si

è

deliberato; ho da leggere

i ricorsi; ho da curare una quantità di cose disparatissime. E poi vorrei

riserbarmi piuttosto l'ufficio di preparare il futuro Congresso nei suoi par–

ticolari, sicché si svolga ordinato, senza incontri ferroviari di relatori. Il

Congresso nuovo

è

bene che somigli (coi miglioramenti che porta l'espe–

rienza) a quello di Firenze, dove si fece precisamente tutto quello ch'era pre–

stabilito e nell'ordine e nel modo prestabiliti. Se m'addosso un tema o un

lavoro (dato che trovi il tempo), debbo trascurare il compito del coordina–

mento. Voglio essere in corrispondenza con quelli che lavorano; ma non

voglio lavorare io stesso. Perciò domenica, sentiti i colleghi, scriverò

al

Mondaini; e spero che troviamo in lui un altro Cifarc-1\i. Quanto a te,

se posso, non ti carico questa volta di nessun tema; ma al Congresso ti

sarà riserbata un'altra parte: quella di dirigere, e d'intervenire, colla tua

meravigliosa prontezza, in tutte le questioni.

L'organizzazione elettorale mi pare prematura.

È

bene che tu ne

abbia parlato nella

Critica;

sarà bene che akri ancora ne scrivano; ma nel

Congresso non ne farei argomento di discussione, a meno che la Federa–

zione non faccia tali progressi non tanto per numero, quanto per com–

pattezza e solidarietà, da farne riuscire una cosa seria.

Ho preso impegno di scrivere una relazione sul Congresso di Firenze

per

l'Università italiana

del Gurrieri e Barduzzi. Ma se tu

mi

liberassi

dall'impegno, sostituendomi, mi faresti un vero favore. Bisogna mettere in

rilievo quello che abbiamo fatto per il vantaggio della scuola, e insistere

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