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Prefazione

matura fra le due realtà dominanti nella vita di Salvemini; e, nelle lettere,

i lunghi, entusiastici e particolareggiati sfoghi sull'ambiente e sui propri

sentimenti vengono pian piano cedendo il posto ad analisi piu pacate e con–

crete. Nasceranno allora, in quel periodo, l'amicizia con Turati e poi quella

con Bissolati, i rapporti intensissimi e profondi con Ghisleri, poi improv–

visamente rotti. In un certo senso quei legami, la cui impronta culturale e

politica fu l'aspetto piu determinante, rappresentarono per anni le princi–

pali linee direttive sia della sua formazione culturale

-

ci riferiamo, in que–

sto caso, all'amicizia con Ghisleri

-

sia della sua azione politica.

Nel periodo siciliano

è

caratteristica, ma non del ,tutto nuova in Sal–

vemini, l'ansia di divorare libri, l'assimilazione de.Ile letture piu diverse, i

giudizi talora affrettati, ma sempre drastici, taglienti, su cui egli poi ama–

va ritornare, per correggere e modificare. Dalle_poesie di D'Annunzio, alle

novelle e ai romanzi di Carlo Piacei, alle opere di Gumplowicz, Novicov e Pa–

reto: i limiti del provincialismo e_della superficialità di un certo tipo di

cultura italiana

-

che il "professoricchio" allora andava -troppo rapidamente

assimilando

-

vengono in un certo senso superati dalle letture di scrittori

di sociologia ed economia e da altre, di netta impronta paretiana.

È

evidente, dalle lettere pubblicate in questa raccolta, ed anche da

quelle, poche, rimaste inedite, l'accostamento di Salvemini ad una cultura di

stampo positivista, e ad un tipo di studi di carattere prevalentemente eco–

nomico e sociologico. Tale accostamento avviene in maniera spontanea, sur–

rogata talvolta da suggerimenti, consigli e discussioni con Francesco Pa–

pafava, scrittore liberal-liberista, e soprattutto con Carlo Piacei, tipico espo–

nente di una certa classe politica e culturale, che amava coprire il reaziona–

rismo e il conformismo delle pmprie idee, di una veste fatta di brillante

superficialità.

.

In questo senso, è indicativa del taglio particolare della formazione cul–

turale del giovane Salvemini una lettera in cui Carlo Piacei parla della teo-

ria sulla proprietà del Loria, e accenna vagamente, e quasi di sfuggita, ad

un "prezioso giudizio" di Salvemini sul Loria.

13

Su questo, e su alrti pro–

blemi, egli

è

in questi anni l'unico

-

o quasi

-

interlocutore di Salvemi–

ni. Nascono, cosf, le discussioni sul libro del d'Harcourt

14

e quella, molto

lunga, sul Gumplowicz e sul problema della razza, in cui Salvemini

-

nella prospettiva di una impostazione di netto stampo paretiano

-

cerca

di imporre e dimostrare al suo interlocutore, non abbastanza sensibiliz–

zato a certi problemi,

la validità e verità del fattore economico-sociale

quale

meta.do

d'indagine nel lavoro dello_storico, e soprattutto se applicato al–

l'indagine sulle lotte fra le razze.

" [...]

se queste lotte"

-

scriveva il 29

gennaio 1897

15

-

"si analizzano si vede che esse sono lotte economiche fra

razza e razza, e che le razze non si combattono perché sono fisiologica–

mente e psicologicamente diverse, ma perché si trovano in condizioni eco-

13

La lettera, del 12 agosto 1895,

è

pubblicata al n. 2.

14

Si vedano le lettere pubblicate ai nn. 16 e 17.

15

La lettera

è

pubblicata al n. 18.

BibliotecaGino Bianco

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