

Carteggio
che Wollemborg abbia fatto il suo dovere! Altrimenti avremmo conti–
nuato a illuderci e a discreditarci. E pensare che Tur;iti non ha messo
ancora giudizio!
In
ottobre andrò a Firenze.
113.
Achille Coen a Salvemini
Firenze, 13 settembre 1901
Caro signor Salvemini,
mi scusi se ho tardato un poco a leggere il Suo lavoro su Giuliano.
1
Oltre altre faccende, sto facendo i preparativi per andare in campagna, ove
mi
si consiglia condurre un poco mia moglie, per affrettare la sua convale–
scenza. Non andrò molto lontano, giacché la villa da noi scelta
è
presso
Pratolino; e mi propongo scendere di tanto in tanto a Firenze. Ciò dico
per Sua norma, perché desidererei vederla e salutarla prima della Sua par–
tenza per la nuova Sua destinazione. I giorni in cui verrò in città mi
fermerò all'Istituto, di preferenza, nelle ore antimeridiane. Le restitui–
sco, contemporaneamente all'invio della presente, il Suo lavoro, per la po–
sta, sottofascia, raccomandata. Questo mi
è
piaciuto assai. Ma crederei
mal corrispondere alla Sua intenzione nell'inviarmelo, se non Le indicassi
quali sono i punti in cui io dissento da Lei. Le esporrò dunque schiet–
tamente, e
remissivamente,
le mie osservazioni.
Pag. 4: "mezzo imperatore e mezzo papa".
Questa non
è
una caratteristica speciale di Giuliano. L'ha comune
con tutti gli imperatori romani, ciascuno dei quali era sempre
pontifex
maximus.
Né questo era un vano titolo. Tutt'altro! Certo, nell'azione di
molti di essi non si
è
conservata la traccia dell'operosità loro nel campo
religioso. Ma ciò non
è
ragion suflièiente per escludere codesta operosi–
tà. Per alcuni poi, ne abbiamo ricordi importanti assai, per esempio per
Antonino Pio (vegga, se ne ha tempo e voglia, un capitolo su ciò nel
bel libro del Lacour-Gayet su quell'imperatore)!
Pag. 10. Ella novera tra i proseliti del cristianesimo "gli operai,
tutte
le masse lavoratrici e produttrici dissanguate dalla onnipotente e irrespon–
sabile burocrazia ecc.". Ma nel periodo delle persecuzioni, specialmente nel
2
Leone Wollemborg era mm1stro delle Finanze nel gabinetto Zanardelli, dal
15
febbraio
al 9 agosto
1901;
si dimise perché Giolitti bocciò la riforma tributaria.
113. AS.
1
Salvemini aveva scritto un articolo-recensione al libro del Negri, citato alla nota n. 3,
che non risulta pubblicato. Cfr. in proposito una lettera di Salvemini a Piacei, del
12
agosto
1901,
in CPl, che non si pubblica.
2
G. LACOUR-GAYET,
A11tonin le Pieux et son temps (138-161),
Paris
1888.
182