

Carteggio
109.
Giuseppe Kirner a Salvemini
1°
luglio
1901
Carissimo Salvemini,
ti do la nuova che ieri sono stato eletto presidente dell'Associazio–
ne di qua; e siccome tu sei senza dubbio del Consiglio esecutivo di costà,
cosf privatamente, senza veste ufficiale, possiamo intenderci per un'azione
concorde.
Sottoscrivo con tutte e due le mani a quello che dici sul modo di
fare la Federazione, e sul contegno da tenere tanto verso Milano quanto
verso Roma.1 Solamente si può aggiungere ora, che la stessa Associazio–
ne milanese, con circolare del 24 giugno, propone precisamente quello
che tu vorresti: cioè che le Associazioni devono nominare un comitato
provvisorio della Federazione; la città, che dal
referendum
avrà ottenuto
il maggior numero di voti, sarà sede del congresso.
La
prima adunanza
del consiglio direttivo di Bologna sarà fatta gioved1 sera; ed io ho in–
tenzione di proporre che noi mandiamo a Milano una adesione
condiziona–
ta:
cioè noi chiediamo che le città piu importanti (Milano, Firenze, To–
rino) facciano conoscere,
prima che si formi la Federazione,
i loro statuti
locali.
Noi non vogliamo a capo della Federazione un'associazione, la quale
abbia a capo delle persone
estranee all'insegnamento,
perché la nostra
forza deve consistere tutta in noi stessi; e vogliamo che l'associazione
centrale dia tutte le garanzie che non obbedirà a pressioni o politiche o
d'altro genere, e che sia, in altre parole, la rappresentanza
genuina
della
volontà e del pensiero dei soci. Quando Milano soddisfi, per lo statuto
suo, a queste condizioni
(il
che, per ora almeno, è dubbio) noi preferia–
mo Milano come centro della Federazione.
Proporrò che queste cose si scrivano a quei di Milano; nel tempo
stesso cercherò di avere lo statuto di Torino; perché ormai il vostro è
conosciuto. Se Milano non potesse essere centro, a me piacerebbe molto
Firenze: soltanto temo che per la direzione di tutta la Federazione
il
vostro Consiglio esecutivo sia troppo lento nei suoi movimenti a causa
dell'obbligo esplicito che gli
è
fatto, di sentire sempre l'assemblea, tran–
ne nei casi di urgenza.
Le
assemblee generali sono troppo difficili ad
adunare in numero conveniente, per l'apatia della maggioranza dei soci.
Di formare dei gruppi nei paesi vicini non ci siamo occupati pun–
to.
In
tesi generale, sarei contrario all'ammettere gli aggregati; perché que–
sti, volere o no, sono sempre in una condizione d'inferiorità rispetto ai
soci. Meglio è che ogni luogo abbia la sua brava associazioncina, che natu-
109. AS.
1
In questo ed in altri punti Kirner si riferisce ad una precedente lettera di Salvemini
che
è
andata perduta.
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