

1900
105.
Francesco Papa/ava a Salvemini
Cervarese Santa Croce, 23 dicembre 1900
Caro Salvemini,
riconoscentissimo della Sua lettera, dei Suoi auguri e dei Suoi elogi
alle
Cronache:'
Spesso mi pare che
il
lavoro sia troppo arduo e sono preso
da momenti di sconforto. Le Sue lodi mi incoraggiano a tirare avanti.
In questo mese una buona parte di tempo mi
fu
presa dal consiglio co–
munale di Padova.
È
un affar serio! Anche limitandomi a poche que–
stioni generali e principali c'è molto da fare. Bisognerebbe conoscer bene
i fondamenti dell'economia politica e disgraziatamente non sono solido
in gamba.
La
giunta voleva togliere il dazio consumo sulla legna (ottan–
tamila lire) e compensarlo con la tassa (leggermente progressiva) di
famiglia. Questo mi piaceva molto; ma il consiglio non ha permesso per–
ché ha detto che mettendo la tassa di famiglia bisognava togliere quella
sul valor locativo. Cosf la giunta ha dovuto un poco cedere. Fu tolto
il
valor locativo,
fu
mantenuto (ma diminuito)
il
dazio su una qualità di le–
gna che serve solo ai fornai per accendere il forno (quattromila lire) e
fu
aumentato il dazio sull'avena (con poca gioia dei fiaccherai; quindicimila
lire). Ho votato contro la refezione scolastica (sessantamila lire l'anno
che cresceranno) e ho detto che avrei preferito altre sessantamila lire
di sgravio nel dazio consumo. Ma s'intende che sono rimasto solo nella
mia opinione. Ho anche votato contro cinquantacinquemila lire di pas–
saggio pubblico fatto piu che altro per dar lavoro agli operai. I socialisti
parlarono un po' contro e dissero anche con mia gran gioia che
non
bi–
sogna far lavori per dar lavoro agli operai ma solo se sono lavori utili.
Ma poi anche i socialisti finirono per votare in favore. Cosf che rimasi
anche qui solo. Come educazione rimaner soli è molto buono. Del re–
sto nel mio caso non ci vuole gran coraggio perché sono tutti amabilissi–
mi lo stesso. Avremo forse presto un'altra questione sulla quale sono in
dubbio ma potrebb'essere che anche là finissi colle solitudini: è il sus–
sidio alla Camera di lavoro. Ho già votato il sussidio del comune per
la fondazione o meglio ricostituzione della Camera ma ora si tratta di dare
un sussidio annuale. I socialisti dicono che la Camera è cosa di utilità
pubblica e quindi il comune deve dare il sussidio.
M,
pare che l'u–
tilità pubblica sia intesa qui in un senso un po' largo. Inoltre per quanto
si dice che le Camere di lavoro sono istituzioni economiche e non poli–
tiche tuttavia sono fatalmente portate a entrare spesso in politica. Ora
è
opportuno che il comune sussidi un'istituzione che può spesso esser
portata a trovarsi in conflitto con molti interessi
e
col comune stesso?
105. AS.
1
Cfr. letiera
n.
104 ed
in
particolare la nota
n.
4.
173