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1900

102.

Francesco Papa/ava a Salvemini

Cervarese Santa Croce (Padova), 15 ottobre 1900

Caro Salvemini,

è un pezzo che volevo scriverLe quando

finalmente questa

sera

il Suo opuscolo estratto dalla

Critica sociale

ruppemi

l'alto sonno nella

testa.

Dunque mille grazie dell'opuscolo, e mille grazie del "consigliere co–

munale di solida coltura ..." ecc.' Vorrei proprio che le sue parole fosse–

ro vere.

Ora, per continuare

la conversazione sull'argomento, capisco che "una

eccessiva pelatura delle classi ricche provocherebbe

tali crisi economi–

che che il proletariato

stesso ne sarebbe danneggiato

e abbatterebbe

il

governo che pretendesse di arricchire i poveri" ma intanto questa "espe–

rienza andata a male" costerebbe mòlta miseria a tutti. E io vorrei ap–

punto evitare l'esperienza.

Ottima del resto la Sua osservazione-risposta "se

il

governo centrale

fosse ultra democratico imporrebbe al comune il consiglio democratico".

"Mai, mai, mai"

il governo centrale conservatore ha

tentato d'im–

pedire alle camorre di galantuomini di pelare il popolo nel mezzogiorno?

Quest'affermazione mi dà voglia di leggere tutto l'opuscolo che (in artico–

li) ho appena scorso. Se è cosf, i miei dubbi sull'autonomia

spariscono...

cioè ne resta ancora uno. I clericali?

Se

pelano per ingrassare i preti?

I pelati si rivolteranno, dirà Lei. Fino a un certo punto. I pelati cleri–

cali sopporteranno in pace per amor di Dio. I pelati non preto-fili potreb–

bero essere cosf piccola minoranza da non potere efficacemente resistere.

Ecco la "poca fede nella libertà", dirà Lei. E non ha torto. Forse sono

timido e i Suoi scritti certo non-timidi mi fanno bene. Ma dobbiamo pro–

prio saltare· dal presente sistema tutorio alla piena autonomia? O non è me–

glio passare per gradi?

Ha mandato

il Suo opuscolo a Pantaleoni

(20 Rue de Malagnon,

Genève)?

Quanto scrive sulla storia del municipio di Napoli è uno splendore.

È

tragico, interessantissimo, divertentissimo.

Devo lasciarLa per preparare la solita cronachetta.

Tanti affettuosissimi saluti.

Tante cose anche da mia moglie.

102.

AS.

1

Vedi lettera n. 94, nota n. 3. Le parole citate

tra virgolette da Papafava corrispondono,

sommariamente, a quelle con cui Salvemini

introduceva

il brano di lettera dello stesso: cfr. a

p. 181 della edizione citata alla nota di cui sopra.

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