

Carteggio
d'oggi, se l'Estrema avesse obbligata la Camera a rimanere aperta ancora
due o tre giorni, tanto perché si sapesse che gli ambasciatori erano vivi.
E poteva farlo, opponendosi all'approvazione del bilancio provvisorio.
Insomma questi partiti popolari sono una grande accozzaglia di cretini
e io ho una gran paura di diventar conservatore. Almeno questi sono
furbi!
Meno male che le masse sono migliori dei loro rappresentanti.
Lo
sciopero generale di Genova mi ha consolato e riempito di gioia. Gli
operai insegnano ai deputati popolari come si deve rispondere ai soprusi.
Se
l'Avanti!
iniziasse una sottoscrizione per gli scioperanti, bisogne–
rebbe che vi contribuissero tutte le persone autorevoli. Non sarebbe
tanto il danaro l'importante, quanto la dimostrazione. Non Le pare?
Voglia scusare l'indecenza di questa lettera: le scrivo durante una
assistenza agli esami bimestrali. Ho scelto quest'ora, perché temo di non
poter scrivere .lettere in altri momenti. Ho sulle spalle un concorso e
sto stampando in fretta e in (uria un volume; quindi non mi resta tempo
neanche per dormire.
Colgo intanto l'occasione per augurare tanta felicità alla Sua si–
gnora, a Lei, a tutti i Suoi per le feste natalizie e per l'anno venturo,
anzi per il secolo venturo.
Dimenticavo di dirLe che le Sue
Cronache
diventan sempre migliori.
Quella dopo la morte del re
fu
con l'ode di D'Annunzio e un articolo
della Serao, l'unica cosa buona scritta in quella svergognata profluvie di
mostricciattoli retorici. Eppoi l'altra
Cronaca
sull'articolo di Sonnino e
l'ultima sono proprio belle e buone. Questo senza volerLe far compli–
menti.•
E a proposito, penso che Lei mi regala ogni mese
il
Giornale degli
Economisti.
Le sono gratissimo del dono; ma si ricordi che in questo modo
l'amministrazione di casa Papafava viene a pagarmi quasi un censo men–
sile. E se Lei non vorrà che su questo censo cada la prescrizione a mio
vantaggio, io Le darò perfettamente ragione.
La
ringrazio quindi cor–
dialmente della liberalità passata, ma mi parrebbe liberalità eccessiva se
dovesse continuare per l'avvenire.
Scusi di nuovo la scrittura.
• Le cronache di cui Salvemini parla sono:
L'assassinio di re Umberto,
in "Giornale de–
gli Economisti," serie
2-,
a. XI (1900), voi. XXI, pp. 299-304;
Contro
il
trasformismo, ibidem,
pp. 421-426;
Tra Saraccoe Giolitti, ibidem,
pp. 63()..634.
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