

1900
Quando fessi della eroica seduta del consiglio comunale, pensai su–
bito che doveva averci avuto parte il Federici. Quando lo sentii a un
comizio al Fossati, subito lo classificai:
poseur,
molto soddisfatto di es–
ser un bell'uomo, cultura superficiale, non si può prevedere quello che dirà
o farà dopo cinque minuti.
Milano ha dato in questi giorni uno spettacolo ignobile, non Mi–
lano popolo, ma Milano partiti organizzati. Il
Secolo
ha superato tutto
quanto di stomachevole aveva prodotto finora; i socialisti non si riesce
ancora a capire se non han fatto a tempo ad andare alla seduta o se
non son voluti andare - ridicoli nell'un caso e nell'altro - i repubbli–
cani ci fanno la bella figura che tutti sanno. Roba da arrossirne per mezzo
secolo. Solo il
Crepuscolo
e la
Critica sociale
non han perduto la te–
sta, mi dimenticavo
l'Educazione Politica,
che ha avuto un buon arti–
colino. Ma sono scarti dovuti alle qualità personali dei redattori.
La
massa dei politicanti si è dimostrata vergognosamente impari alla situa–
z10ne.
Senz'avvedermene ho scritto una specie di articolo; e lo scrivo pro–
prio a te che non ne hai bisogno. E non voglio scriverlo per quelli che
ne avrebbero bisogno!
È
il colmo del ridicolo. Ma, in fondo, a sfogarsi
con una persona, che sappiamo consenziente, ci si sente sollevati; a parla–
re al deserto ci si trova con la gola secca, esauriti e malcontenti per
la fatica sprecata.
Io
non so se noi altri si faccia proprio bene a dispensarci a destra
e. a sinistra, incarnando quattro o cinque persone, dando l'illusione del–
l'esistenza di un esercito laddove non c'è che un solo combattente. A
che serve tutto questo? Al momento critico ci avvediamo di esser purtrop–
po soli; e in periodi normali mistifichiamo il pubblico, facendogli cre–
dere a un movimento che non esiste. Siamo arrivati fino a fare degli
articoli contro di noi stessi, per sostituire dei contraddittori che tarda–
vano ad apparire nella poltroneria universale.
Caro Arcangelo, tutto questo mio umor nero deriva forse da una
neurastenia, che temo vada avvicinandosi. Motivo per cui può essere che
io abbia torto marcio a prendermela con tutti. Forse domani, se i miei
nervi permetteranno altrimenti, scriverò l'articolo che vuoi; ma se pel
cervello continueranno a mulinarmi sempre le stesse idee, non ne farò
nulla. Non ti posso quindi prometter nulla. Mandami pure le osservazio–
ni sul Nitti; se non ti rincresce, potrò pubblicarle in una postilla. Ma
andando avanti, vedrai che il Nitti resterà conciato bene.2
Quanto alla esattezza delle cifre, non mi meraviglierei che il Nitti da
buon meridionale le abbia falsificate. Ma nell'insieme i danni economici
derivati al sud dall'unità non credo si possano negare. Del resto se il
danneggiato, invece di essere il sud, fosse il nord, il risultato sarebbe
sempre lo stesso: la necessità del federalismo. Dal momento che tutti
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Cfr. lettera n. 96, nota n. 2.
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