

1900
94.
Salvemini a Francesco Papa/ava, a Bad Gastein
[Firenze, 23 luglio 1900]
Carissimo signor Papafava,
è da tanto tempo che
il
_signor
X
voleva scriverLe; ma una malattia
nel mese di giugno, gli esami e il caldo in luglio glielo hanno impedito.
Volevo appunto pregarLa a discutere sul
Giornale degli Economi–
sti
le proposte riforme al nostro programma minimo.' Come Lei ben dice,
è un'assoluta necessità per noi darci a un'azione positiva; e io pubbli–
cai quell'articolo, sperando che suscitasse una discussione. Ma nessuno
ha abboccato all'amo all'infuori di Lei. Si vede che discutere di grani, di
sale e di petrolio è piu difficile che difendere la libertà. Visto e consi–
derato che nessuno fra i socialisti si decide a discutere di azione posi–
tiva, finirò probabilmente con lo scrivere un articolo feroce contro quello
del signor X; poi risponderò per conto del signor X'.2 Chi sa che riscal–
dando l'ambiente
in questo modo non riesca a orientare
l'opinione del
partito verso le questioni concrete. Se Saracco non sarà tanto sciocco da
proibirlo, in settembre dovrebbe tenersi il Congresso socialista: sarebbe per
noi una gran rovina se non smettessimo di discutere di organizzazione e
di tattica· e non cominciassimo ad occuparci di questioni piu serie.
Se Ella avrà pazienza di leggere un lavoretto sulla
Questione meridio–
nale e il federalismo
nella
Critica sociale,
troverà andando avanti ripro–
dotto un brano di una Sua lettera; e troverà che avrò dedicato quattro
o cinque colonne a discuterlo e a combatterlo. Un vero macigno!'
Io
sono arrabbiatissimo contro l'Estrema. Ho scritto al Turati una
lettera insolentissima.
4
È
una vergogna che l'Estrema abbia permesso alla
Camera di prorogarsi senza discutere la questione del grano e della Cina.
Si sono ubbriacati della vittoria sul regolamento e non han capito che
la ritirata ha servito magnificamente al Saracco per addormentare
i ne–
mici. In compenso del regolamento ci ha dato la Cina. E in Puglia la
fame cresce; e se avvengono dei tumulti, sarà un macello di deputati quale
mai non s'è visto. Le parole del Villari in quella sera dai Piacei mi son
94. CP.
' Dell'articolo
di Salvemini,
Per la ,·i/orma del programma mzntmo
(dr.
lettera n. 91,
nota n. 1) Papafava aveva parlato nella sua Cronaca, dal
titolo
Politica nuova,
nel "Giornale
degli Economisti,"
serie 2•, a. XI (1900), voi. XXI, pp. 78-82.
' Difatti nella "Critica sociale" del 1° agosto 1900, pp. 228-231, usd una nota, a firma di
"X2" e seguita da una lunga postilla di "X/' dal titolo
Ancora per
la riforma del programma
minimo, polemica in famiglia
riprodotta
in SALVEMINI,
Movimento socialista,
pp. 192-200. Nella
"Critica sociale" del 16 agosto 1900, pp. 248-252, era comparsa una nota di ARTURO
LABRIOLA,
Obbietto e limiti del programma minimo. Nota sommaria,
cui Salvemini rispose con l'articolo,
firmato "X," dal titolo
A proposito dell'obbiettivo e limiti del programma minimo,
nella "Critica
sociale" del 1° settembre 1900, pp. 261-262, riprodotto
in
ibidem,
pp. 200-204.
3
Il lavoro, a firma di "RERUM SCRIPTOR," usd nella "Critica
sociale" del 16 luglio, 1°
e 16 agosto, 1° e 16 settembre 1900 rispettivamente alle pp. 215-216, 235-237, 252-254., 264-267,
276-280; riprodotto
in SALVEMINI,
Movimento socialista,
pp. 157-191. Per la lettera di Papafava
cui allude Salvemini si veda al n. 76 di questa raccolta.
• La lettera di Salvemini .non
è
conservata in CT.
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Biblioteca Gino Bianco