

1900
84.
Salvemini a Francesco Papafava, a Padova
Firenze,
11
marzo
[
1900]
Pregiatissimo signor Papafava,
avrei dovuto e voluto scriverLe da molto tempo; ma
il
mio trasloco
da Lodi a Firenze mi ha rivoluzionato per un mese il cervello e solo
adesso incomincio a mettei-e un po' d'ordine nelle mie cellule cerebrali.
La Sua ultima
lettera mi fece un gran piacere, perché mi sciolse
dall'impegno della conferenza.1 Finché ero a Lodi, dove non avevo nulla
da fare, un viaggetto a Padova sarebbe stato per me una fortuna. Ma
qui sono stato finora cosf fuori di me stesso e ho tanto da fare per
la scuola, che un viaggio in febbraio m'avrebbe scomodato e avrei dovuto
anzi pregarLa di scusarmi presso la Unione morale. La Sua lettera venne
proprio a proposito per togliermi d'imbarazzo. Come vede, tutto
è
andato
bene nel migliore dei mondi possibili.
È
vero che verrà a Firenze? Sarebbe proprio per me una fortuna,
perché potrei parlare con Lei di tanti argomenti, che per lettera non si
ha agio di trattare.
'
Il municipio di Padova seguirà l'iniziativa di Parma e di Milano?'
Io
spero di sf: dall'agitazione
dei comuni contro
il governo centrale
per la conquista dell'autonomia e per la riforma tributaria, io spero molto.
Ella teme che l'autonomia possa servire ai latifondisti meridionali per
pelar meglio i poveri e agli operai settentrionali per pelar meglio i ricchi.
Ma, ora nel mezzogiorno i latifondisti pelano benone i poveri anche
senza autonomia, e l'opera del governo centrale serve solo a impedire
qualunque riforma in senso favorevole ai poveri. Il municipio di Messina,
che
è
stato sciolto mentre
iniziava un'inchiesta contro i camorristi, ne
è
una prova.
Nel Nord
io non credo che i ricchi si lasceranno pelare di buon
grado; vi sono dei limiti oltre i quali gli operai non possono andare; se
eccedessero si troverebbero contro la maggioranza della popolazione.
Certo
l'autonomia
presenta
inconvenienti e pericoli; ma
la
libertà
è
sempre preferibile alla tirannide, perché gli errori del governo nelle
amministrazioni
locali
è
difficilissimo ripararli; mentre gli errori dei po–
teri locali si riparano presto dal corpo elettorale danneggiato nei suoi in–
teressi e servono di esperienza per gli amm1mstratori.
Eppoi ragitazione deve non solo domandare
l'autonomia, ma anche
84.
CP.
1
La lettera di Papafava, conservata in AS,
è
del 19 febbraio 1900 e non si pubblica
in
questa raccolta.
:
•-"1:.""'l~I
2
Il 23 febbraio 1900 il consiglio comunale di Parma, su proposta di un socialista, aveva
approvato un ordine del giorno tendente ad ottenere un'autonomia tributaria ed amministrativa.
Il 7 mar,o dello stesso anno
il consiglio comunale di Milano, su proposta dei repubblicani,
aveva approvato·un ordine del giorno che promuoveva un'azione per
la
riforma della legge co•
munale e provincial~
in vista di una maggiore autonomia dei comuni.
147
BibliotecaGino Bianco