

Carteggio
Curati la salute. Sta' sano. E non molliamo il mazzo almeno noi.
Vedesti
l'ex in ritiro
cosa disse di Bissolati? Ora torna deputato. Terrà
in riga anche gli altri.
82.
Arcangelo Ghisleri a Salvemini, a Firenze
[Lugano], 9 marzo 1900
Carissimo,
hai ricevuto da Milano una mia lettera interrotta dall'influenza, con
un poscritto?' Mi dissero che fosti a rovistare al museo del Risorgimento
ed ero ansioso me ne scrivessi qualcosa. C'è codesto famoso catalogo no–
tarile? E che carte vi sono indicate? Se ti secca pel 14 la conferenza,
solletica la vanità del Cestaro,
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e fagliela fare a lui. A Cremona io feci
cosf, e lui, borioso,
fu
felice di difendere Carlo Alberto. Ha quindi già
pronta, lui, la sua discorsa! E per
Carlo Alberto giudicato dai contempo–
ranei?
E per la lettera del Mormina Penna che ti domandava i
colossali
errori
del Mazzini nel '48?' Capisco che si è in due (c'è da rabbrividire!)
in tutta Italia a far codesta campagna e non si può aver cento mani.
lo
ho ri–
sposto anche al Gaudenzi di Forlf ma ignoro se pubblicò la risposta. Ve–
desti la mia sul
Crepuscolo
al
Solitario della Laguna?•
lo
voglio pene–
trare nel chiostro mazziniano, adoperare il Maestro contro i discepoli,
poi spalancare finestre e porte a tutte le correnti ereticali. Ma anch'io ho
scarso il tempo e mi lasciano solo a moltiplicare le apparenze di un eser–
cito, che si riduce ad un povero fantaccino. Non sono però di quelli
che si scoraggiano. Quando mi crederanno stanco, ritornerò piu alacre
di prima. Dammi tue notizie. Battisti
fu
invitato da me a smentire il Vii–
lari che sulla
Nuova Antologia
(discorso di Messina) accusa i socialisti
di connivenza col sovrano di Vienna.' Vedrai che mitraglia di fatti stia–
mo preparando contro Barzilai e soci. E la tuasignora?
82.
AS.
Cfr. doc. n. 78.
Francesco Paolo Cestaro, preside del liceo-ginnasio "Galileo" di Firenze.
Cfr. doc. n. 78, nota n. 4.
Cfr. doc. n. 83, nota n. 2.
5
P. VILLAlll,
La "Dante Alighieri" a Messina,
nella "Nuova Antologia,"
4-3
serie, vol. 169
(1900),
pp.
577-598: si tratta del testo di un discorse tenuto a Messina
il
24 ottobre 1899.
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