

1899
monia, o noi vi abbandoniamo, e andiamo a lavorare dall'industriale ca–
pitalista A, B, o C."
Ma in una società socialista, i cittadini saggi, lavoratori, intelligenti
non possono andar a lavorare fuori della cooperativa perché tutta la so–
cietà
è
una cooperativa sola. Bisogna che ci stiano per amore o per for–
za. O faranno una rivoluzione e allora addio socialismo o si rassegne–
ranno e allora ecco la diminuzione generale di produzione e di ricchezza
e l'impoverimento generale.
Se oggi la produzione
è
esuberante in un senso,· stitica in altri,
credo sia dovuto quasi intieramente al protezionismo che gonfia
(infia–
tion)
artificialmente alcune industrie a danno di altre. Una certa
anarchia
di produzione è inevitabile (compreso il ramo di produzione-uomo: que–
stione del malthusianismo) ma mi pare che questa anarchia nel socialismo
sarebbe vinta solo a parole, in apparenza, ufficialmente. Il popolo dirà
"vogliamo maggior produzione di pane" e i terreni coltivati oggi a vite
o a praterie o ad agrumi o ad olivi o a gelsi o ad ortaglie saranno coltivati
a grano.
Il prezzo del pane sarà fissato dal governo secondo il tempo di lavoro
socialmente necessario a produrlo: per esempio un chilo di pane, un buono
di quattro ore di lavoro. Ma una carestia di grano o un aumento di popo–
lazione avranno l'effetto che i magazzini di pane saranno assediati di do–
mande che non possono soddisfare. Allora il governo dovrà alzare il prezzo
del pane al di sopra del tempo di lavoro socialmente necessario a produr–
lo. Il fatto della scarsità del pane si farà sentire anche nel socialismo.
In–
tanto contemporaneamente vi sarà o assoluta mancanza o infinitamente
piu scarsità che non oggi, di vino, di agrumi, di olio, di ortaglie per–
ché tutti questi prodotti furono sostituiti dal grano, vi sarà molta piu
scarsità di carne perché sarà molto piu scarso il bestiame essendo state
soppresse le praterie, nessuna o molto minor seta (che non
è
un oggetto
di puro lusso ma va diventando nel regime capitalistico oggetto di con–
sumo popolare). Quindi vino, agrumi, ortaglie, carne ecc. costeranno (a
comprarli) moltò piu lavoro (in· buoni di lavoro) di quel che costino la–
voro oggi in prezzi moneta.
In
conclusione nella migliore ipotesi il pane co–
sterebbe meno di quanto costa ora (perché ce ne sarebbe piu quantità);
tutti gli altri prodotti costerebbero infinitamente piu (perché sarebbero mol-
to piu scarsi).
La
molla della produzione oggi
è
di guadagnare il piu pos–
sibile, fabbricando col minimo costo, vendendo al
minimo
prezzo per avere
il massimo di compratori e fare il massimo incasso e l'anarchia della pro–
duzione porta in ultima analisi al risultato di un abbassamento di prezzi.
Colla produzione organizzata del socialismo non abbiamo piu le gare tra
produttori e chi vende al prezzo piu basso, non abbiamo piu l'anarch-i~
prodotta da questa gara, ma abbiamo invece l'anarchia prodotta dal cresce-
re enorme di tutti i prezzi salvo (nel mio esempio) il pane, dato e non con–
cesso che la coltivazione del grano e la fabbricazione del pane siano fatte
con eguale intensità di lavoro e abilità tecnica dagli impiegati socialisti
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