

1899
57.
Salvemini a Francesco Papafava, a Padova
Faenza, 20 settembre 1899
Carissimo signor Papafava,
ho ricevuto un numero del
Giornale degli Economisti,
che suppongo
siami donato da Lei. Le sono tanto grato della Sua gentilezza e del pia–
cere che mi ha procurato la lettura del Suo articolo
Socialismo e Libe–
rismo.'
Molto fine e limpidamente esposta la teoria socialista sul lavoro;
quella parte potrebbe funzionare da opuscolo di propaganda per noi. Il
nocciolo del lavoro mi pare che sia la dimostrazione in nome del liberi–
smo del pericolo che col sistema socialista si produrrebbe meno ricchezza
che col capitalismo individualista. Quantunque Ella anche su questo punto
si contenti di esporre spassionatamente la teoria liberista, senza mostrare
di partecipare né per l'una teoria né per l'altra, mi pare evidente che Ella
sta per il liberismo.
Io
naturalmente non posso pretendere di convincerLa del contrario;
ma Le dirò che anche la lettura del
Cours d'économie politique
del Pa–
reto; lungi dal distruggere le mie idee, le confermò; ottenne solo l'ef–
fetto di convincermi che fra socialismo e liberismo non c'è opposizione.
Questo Le parrà un paradosso. Ma a pensarci bene mi pare che il para–
dosso si muti in verità.
Il liberismo mi pare che abbia per base un assioma e un postulato.
Assioma: ogni uomo cerca la propria ofelimità. Postulato: ogni uomo è
libero di cercare la propria ofelimità.
Dati questi due principi si ricavano tutte le altre verità liberiste,
le quali, come dice il Pareto, non costituiscono una scienza pratica, ma
una scienza strettamente teorica, come la meccanica.
Ora il postulato della libertà, base dell'economia liberista, non si
avvera nella società capitalistica se non per il capitalista; il proletario non
è libero di cercare la propria ofelimità, ma deve comportarsi secondo la
ofelimità del capitalista. Il primo può licenziare il secondo, senza pericolo
di morire di fame; il secondo è minacciato sempre da questo pericolo.
La libertà sarebbe un postulato universale solo in una società, in cui la
proprietà fosse collettiva; e il liberismo diventerà scienza pratica solo ·in
regime socialista.
E il pericolo della diminuzione di ricchezza? Ella lo sviluppa a pagina
duecentocinquantotto del Suo articolo. Ella dice:
lo Stato
è meno adatto del–
l'individuo ad imporre l'astinenza e il risparmio e a decidere dell'impiego
57.
CP.
1
F.
PAPAFAVA,
Socialismo e liberismo,
nel "Giornale degli Economisti," serie
za,
a. X
(1899),
voi.
XIX,
pp.
248-264.
2
Cfr. doc. o. 16, nota o. 2.
105
BibliotecaGino Bianco