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1899

avrò bisogno nel prossimo luglio che una persona mi prenda alla Biblio–

teca nazionale di Parigi alcuni appunti. Si tratterebbe di una ventina

d'ore di lavoro. Il Pirolini

è

a corto di quattrini; potrebbe lui incaricarsi

del lavoro? Si tratterebbe di leggere alcuni opuscoletti pubblicati durante

la Rivoluzione francese e farne dei sunti lucidi e completi. Tu dovresti

farmi

il

favore di scrivere al Pirolini, pregandolo a scrivermi:

1) se ha tempo a sua disposizione;

2) a qual prezzo per ora potrebbe lavorare per conto mio.

Io gli scriverei spiegandogli il lavoro, di cui si tratta, rimettendo–

mi naturalmente alla sua probità pel calcolo delle ore consumate. Se non

può occuparsene lui, può trovare qualche altro profugo intelligente e co–

scienzioso a corto di quattrini. Naturalmente, secondo la entità della

spesa necessaria vedrò se potrò arrischiarmi nell'impresa; se non combi–

neremo, vuol dire che al Pirolini non dispiacerà mettersi con me in rela–

zione diretta.

Io sono impensierito di questa ubbriacatura di alleanze che ha invaso

i partiti popolari. Temo che tutto finirà in un fiasco colossale, perché

i radicali piu o meno legalitari sono troppo cretini per fare qualcosa di

buono.

La

miii sola speranza è che quel simpaticone di Pelloux sciolga

metodicamente tutti i municipi democratici. Aspetto una buona occa–

sione per lanciare l'idea, che i socialisti debbono nelle prossime elezioni

politiche allearsi solo coi repubblicani, e solo con quei repubblicani che

fanno sul serio. Ma bisogna lasciar tempo al tempo. Per ora ho sulla

Critica

un lungo articolo storico-sovversivo che credo ti piacerà.•

Hai visto che a Brescia i socialisti han dichiarato di appoggiare

i repubblicani e democratici solo a patto che si stacchino da quel pro–

stituto di Zanardelli?

È

uno dei pochi sintomi, che mi abbiano ralle–

grato nella presente campagna amministrativa.

Spero nella prossima estate di venire a vederti per un giorno; tutt'al

piu verrò a trovarti in autunno in occasione del congresso.

Io

vorrei

fare,

organizzare,

non dare solo parole, sospingere, incoraggiare.

Hai visto che si parla del richiamo di Martini? Nel prossimo autun–

no conquisteremo mezza Affrica; nella primavera dell'anno venturo speriamo

di rompere i barili. Se non approfittiamo della situazione magnifica, in

cui ci troviamo, vorrà proprio dire che siamo condannati alla impotenza

eterna.

La

tua signora soffre di nostalgia; non ha torto; ma noi qui soffriamo

di tutto. Se non si sperasse in qualcosa di meglio in un prossimo avve–

nire, ci sarebbe da impiccarsi.'

Ciao; tanti e tanti saluti affettuosissimi.

• Si tratta

di

Le

origini della reazione,

pubblicato, a firma di "UN

TRAVET"

nella "Cri:

tica sociale" del 1° luglio e 1° agosto 1899, pp. 157-159 e 188-191; è riprodotto in G.

SALVE·

MINI,

Scritti sul Risorgimento,

a cura di P. Pieri e C. Piscbedda, Milano 1961, pp. 11-26.

s La lettera di Ghisleri cui risponde manca in AS.

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Biblioteca Gino Bianco