1899
premio di tremilaquattrocento lire è stato diviso in quattro parti: mil–
lesettecento al mio signor me, seicento, seicento e cinquecento agli altri
tre premiati. Moralmente non avrei potuto domandar di meglio; mate–
rialmente avrei preferito tutte le tremilaquattrocento - naturalmente -
e magari di piu; ma mi contento. E sfido io!
Il resultato di questo concorso ha per me importanza anche per–
ché c'è un altro concorso per storia moderna all'università di Pavia. Ap–
poggiato alle spalle dai regi Lincei, mi posso arrischiare anche a questo
nuovo cimento. Non oso sperare nella vittoria completa, perché mi
parrebbe follia pretender di arrivare cos( presto a un posto cos( impor–
tante con le annesse cinquemila lire di stipendio. Ma posso sperare alme–
no una buona classificazione, che mi permetta di aspirare a un posto di
straordinario con tremila lire.
Naturalmente per concorrere debbo pubblicare
l'opus maius
e ho
già cominciato a stamparlo qui. Motivo per cui dei quattrini dei regi
Lincei - che siano millesettecento volte benedetti! - estirpato il chiodo
famoso, che mi faèeva tremar le vene e i polsi, e pagata la stampa del–
l'opus maius
non mi resterà piu nulla. Sono proprio destinato ad esser
sempre... proletario. Ma non importa: farò un •altro lavoro, vincerò un
altro premio e... ricomincerò da capo. Sempre avanti Savoia!
Avendo bisogno di quattrini per queste spese, approfitto di cuore del
Suo dono delle trecento lire. Anzi, giacché mi trovo a far la faccia to–
sta, Le dirò che io riscuoterò il denaro del premio probabilmente nel
prossimo luglio e allora potrò mandarLe le restanti cinquecento lire. Ma
non è impossibile che io fino a quel tempo sia in grado di stampare un
altro volume oltre
l'opus maius.
Se cos( fosse, concorrerei al posto di Pa–
via con un titolo di piu. In questo caso potrebbe Ella lasciarmi le cin–
quecento lire per un altro paio di mesi? Sento tutta l'eccessiva sfac–
ciataggine di questa domanda; ma la bontà che Ella ha dimostrata per
me, mi rende ·ardito. Mi risponda francamente; io posso anche rinunziare
a stampare l'altro volume; esso è un di piu. La restituzione del denaro
quindi non mi arrecherebbe un vero e proprio svantaggio nel concorso.
Ella si regoli, e se desidera che io non tardi piu a compiere il mio do–
vere, me lo dica senza riguardi; l'obbligo, che io ho per Lei è cos( grande,
che oramai non c'è piu nulla al mondo che possa aumentarlo o diminuir–
lo.
Io
debbo a Lei la quiete dell'animo, l'aver potuto lavorare senza le
orribili preoccupazioni delle carte bollate, l'aver potuto prender moglie, il
trovarmi oggi moralmente e fisicamente piu robusto e piu equilibrato;
debbo tutto.
E poi si dice che le
basi economiche
non esistono!
Lo
creda pure,
caro amico, la maggioranza degli uomini, anzi la generalità - all'infuori
di pochi privilegiati - anche quando odia il danaro, deve dipendere da
esso. La felicità, il pensiero, la vita stanno spesso in balia di un foglio
di mille lire. Solo chi consuma tutto il lavoro della giornata con nes–
sun altro scopo che quello di comprar il pane, pagar la pigione e il cal-
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BibliotecaGino Bianco




