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1898

)ano: Roma, Napoli e il meridione non rispondono. Quando si muovo–

o questi ultimi

è

per un

istinto

-

la fame -

e non risponde Mila–

~o. Cosf il cerchio non

è

chiuso mai. La monarchia

in Italia

è

forte,

ome in Austria, della debolezza, dei contrasti, e delle disparità del pae-_

~e. Italia unita

sarebbe monarchia

finita.

Io

non credo a questi moti,

e vorrei soagliare. Ma non ci credo. E non mi sento di assumermi

re–

sponsabilità gr!vissime per uno sc_opoche _non ved? c~iar? e che, nelle

migliori ipotesi, sarebbe una delusione. Se

1

repubbhcam et fossero, certo

Ja massa operaia e noi tutti li aiuteremmo. Ma non possiamo né crearli né

prendere il loro posto.

La

noterella in calce che parlava dell'esercito regio e nazionale nel–

l'articolo del

Travet

ha fatto sequestrare

la

Critica.

2

Ne farò una seconda

edizione purgata per i paesi lontani dove non poté arrivare. Se facessero il

processo, andrebbe alle Assise, e sarebbe piacevolissimo. Ma non lo faranno.

Ti dirò -

per l'onore del mio naso

-

che rivedendo

le bozze me

n'ero accorto, che là era

il punto pericoloso; ma poi pensai che una

nota in corpo sei sarebbe passata liscia; e poi ero stanco, era

tardi, e

lasciai correre un po' musulmanamente. Ma insomma quando

lessi del se–

questro dissi subito:

è

quel

sudicio

IL

Ed era lui.

Ero stanco, era tardi, e perciò non feci nota al tuo articolo: mi li–

mitai per onore di firma a riposarmi ... Vedremo. Ma ne ho poca vo–

glia. Volevo difender un po' la mia dichiarazione, da cui sopprimesti cose

che mi sembrano necessarie. Non sono con te nel negare i

due program–

mi:

non capisco che sia

programma pratico.

E mi pare che tu dialetticiz–

zi troppo oscillando fra rivoluzionarismo

astratto e possibilismo concre–

to. Insomma, se avrò tempo e se queste perturbazioni... atmosferiche e la

Camera

imminente mi

lasceranno modo di ripensarci,

scriverò qualche

cosa. Ma tu scrivi pure, camminando per la tua via. Si tratta di

muo–

vere un po' le idee.

Questo importa.

Addio, bollente amico. Se tu fossi qui e vivessi qui vedresti che

non giova dar del capo nei muri.

40.

Salvemini a Carlo Piacei

Carissimo Piacei,

Faenza, 27 maggio

[1898]

in

questa lettera troverà altre millecinquecento

lire, che vanno a sca–

rico del mio debito; questo, se non m'inganno,

resta ora

in milletre-

2

Allude al

Contributo alla riforma del programma minimo,

pubblicato, a firma

di

"UN

TRAVET,"

nella "Critica

sociale" del 16 aprile e 1° maggio 1898, rispettivamente

alle pp. 117-

119 e 132-134, riprodotto

in

SALVEMINI,

Movimento socialista,

pp. 52-64.

40. CPI. Ed. parzialmente in

SALVADORI,

p. 47.

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