

1898
• danni di una certa sconfitta. L'avvenire è degli audaci e dei risoluti, non
1
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ctitici.
Se il nostro partito il 2 maggio, quando il governo era ancora
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Il
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• certo e quando volevo
10,
osse mtervenuto ne a otta, oggi avremmo
:Vuto in Italia
la repubblica,
il ritiro dall'Affrica,
l'accordo commerciale
colla Francia, la diminuzion:
delle spese militari. Non sarebbe stato il so–
cialismo, ma sarebbe stato
1!
benessere. Invece c'è quello che c'è. E la
colpa è tutta nostra.
Fortunatamente,
se noi siamo stupidi, i conservatori sono piu stupidi
ancora. La violenta reazione militare
finirà coll'irritare
tutti. Già si ve–
dono i primi segni della controreazione. Di piu ci penserà il re a fare i
nostri interessi. L'esercito dopo la vittoria di Milano si sente rinfrancato
della sconfitta di Abba Garima; ridiventerà esigente e imporrà nuove spe–
se militari, e forse nuove imprese in Affrica. Sarà questa la nostra salvezza,
se sapremo approfittarne. Ma sapremo? Ahimè, siamo tanto
italiani!
Io
aspetto da un momento all'altro che mi mandino via. A Molfetta hanno
sequestrate le carte del circolo, e ci troveranno certo dentro me. Se non
mi licenziano neanche ora, bisogna proprio dire che i conservatori italiani
sono proprio imbecilli. In Italia di socialisti pericolosi, modestia a parte,
non ci sono che io.
Addio caro Piacei; se le mie lettere al Turati
sono sequestrate, me
ne vado diritto diritto in galera; con la quale ho il piacere di salutarLa.
Questa lettera è confidenziale, naturalmente. Se mi risponde sia pru–
dente nelle parole, perché ho ragioni per credere che la mia corrispondenza
sia sorvegliata!
41.
Salvemini a Carlo Piacei
Faenza, 15 giugno
[1898]
Carissimo Piacei,
eccoLe altre cinquecento
lire. Credevo di doverLe mandare
il resto
del mio debito, ma su millequattrocento
lire, che abbiam
liquidato per
una vendita, abbiamo avuto settecento lire di spese! Pare impossibile! Cosi
siamo da capo.
È
il
vero lavoro di Sisifo. Per il resto del debito, può
Ella avere ancora un po' di pazienza? Si immagini con che cuore
Le
faccio questa domanda; ma Ella non stia ad avere riguardi:
se può aspet–
tare, bene; se no, me lo dica francamente, che io cercherò tutti
i modi
per realizzare al piu presto il denaro necessario.
A questo punto Ella mi dirà che io cado nel solito difetto di rica-
41. CPI.
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