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tent?) una volta, come abbiam visto, di provocare una con-

simile rivolta della provincia contro Parigi.

Gli uomini di denaro alla stessa' guisa dei contadini

vennero in conflitto coi proletari e coi piccoli borghesi.

Anzi qui l'opposizione fu più aspra e si fece sentire anche

più immediatamente. Non era un conflitto tra lavoratori

e capitalisti industriali, ehe ancora non rappresentavano

alcuna parte importante, tanto che anche dopo l a rivo-

luzione i l Saint Simon l i annoverava t ra la classe lava-

atrioe. E r a i l contrasto col capitale finanziario e com-

merciale, con g l i intermecliiarî, incettatori, speculatori,

eommeroianti. Questi non erano gli autori della carestia,

ma la sfruttavano e la rendevano più acuta. Non abbiamo

bisogno di .addentrarei d i più in questli fatti: noi stessi

assistiamo con ribrezzo a qualche cosa di simile già da

quasi cinque anni.

In mezzo alla miseria i guadagni fatti speculando sul

incaro agivano i n modo particolarmente ecdtante. A d

essi si aceornpagnavano — dal 1792 — i guadagni dei for-

nitori militari, e quelli degli speculatori fondiari. L'As-

semblea Nazionale aveva espropriato i beni della Ohiesa,

forse un terzo della totale proprietà fondiaria della Fran-

cia. A questi si aggiunsero i beni degli aristocratici emi-

granti, fuggiti dalla Francia per combatter la rivoluzione

dall'esterno. Anche le loro terre luron confiscate. Ma tutta

questa immensamassa di beni fondiart nè rimase proprie-

tä dello Stato, nè fu spartita fra i contadini poveri, bensi

fu venduta. Ciò avvenne già sotto la pressione della crisi

finanziaria che aveva dato la spinta finale alla rivoluzione,

ma non era stata da questa eliminata, anzi ne era .stata ag-

gravata, poichè i contadini non pagavano più imposte. Pro-

fittarono dell'alienazione delle proprietà confiscate coloro,

che con poco denaro acquistarono nuovi fondi, spesso a

soloscopo di frazionarli e di vendere i singoli lotti a prez-

zi sempre più elevati. Così si portava poco aiuto ai bisogni

finanziart dello Stato, ma la speculazione fondiaria

pro-

sperava rigogliosamente.

Per sopperire ai suoi bisogni non rimase allo Stato al-

tro mezzo che quello così comodo della stampa d i carta

monetata. L'emissione di denaro cartaceo rivoluzionario,

di assegnati, cominciò e assunse presto dimensioni mo-

struose. Ciò fu causa di nuovi rincari, e al tempo stesso

delle più forti oscillazioni della valuta e der prezzi, e an-

che di questa circostanza seppero profittare a proprio van•

faggio gli speeulatoi e gli usurai.