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tatura d i un individuo o d i una organizzazione, e
qu i nd i non del proletar iato, ma d i un par t i t o p ro –
letar io. Perciò i l problema si compl ica subi to, non
appena i l proletar iato stesso si scinde i n diversi par–
t i t i . La d i t tatura d i uno d i questi par t i t i non è qu i nd i
più i n tal caso la di t tatura del proletar iato, ma quel la
d'una parte del proletar iato sopra l ' al t ra. La si tua–
zione si compl ica anche più, quando i pa r t i t i socia–
l i s t i sono scissi, d i fronte agl i st rat i non pro l et ar i ,
e appunto i n causa d i tale loro scissione, se per esem–
pio un pa r t i t o giunge al t imone mediante un'alleanza
fra pro l et ar i d i città e contadini .
A l l o r a la di t tatura del proletar iato diventa non
soltanto l a di t tatura d i proletar i sopra proletar i , ma
anche di pro l etar i e contadini sopra pro l et ar i . E
in tal caso la di t tatura del proletar iato assume forme
mol to strane.
Per qual i mot ivi i l dominio del proletar iato do–
vrebbe rivest ire una forma che non si può associare
con la democrazia ? Chi si r ichiama alla parola mar–
xista d i di t tatura del proletar iato, non deve dimen–
ticare che colà non si par la d i uno stato d i cose che
può ver i f icarsi i n determinate condizioni , ma d i uno
che deve ver i f icarsi in tutte le condizioni .
Ora si può ben ammettere che i l proletar iato d i
regola soltanto colà giungerà al potere, dove esso
rappresenta la maggioranza della popolazione o a l –
meno ha questa maggioranza dietro di sè. L'arma
del proletar iato nelle sue lotte pol i t iche è. accanto
al la sua indispensabilità economica, la sua impor –
tanza come massa. Soltanto colà dove esso ha con
sè la massa, la maggioranza della popolazione, può
aspettarsi d i vincere sui mezzi d i potenza delle classi
domi nant i . Ciò ammisero anche Marx ed Engels; e
perciò spiegarono nel Manifesto dei comun i s t i :
« Tu t t i i moviment i prodot t isi finora furono mo–
viment i d i minoranze, ma nell'interesse delle mino-