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l ibero di cui l 'operaio dispone, tanto più d i questo
tempo egl i può dedicare ad occuparsi dei grand i
problemi che lo circondano, accanto al l ' indispensa–
bile piccolo l avoro .
E l'eccitamento a ciò non tarda a veni re. Qu i nd i
ciò che la democrazia può sempre forni re, i contra–
st i che sgorgano dal la forma capi tal ist ica d i pro–
duzione, essa non l i può da sola superare f in quan–
do non ha abbattuto questa torma di produzione. A l
cont rar io, i contrast i nel la società capital istica cre–
scono, producono sempre nuovi grand i conf l i t t i , met–
tono sempre d i nuovo i pro l etar i dinnanzi a grand i
problemi che sollevano i l l o r o spi r i to sopra la vi ta
quot idiana. Ma tale elevazione nella democrazia non
resta più la semplice elevazione d i una parie scella,
ma diventa una elevazione della stessa massa popo–
lare, la quale contemporaneamente si è educata nella
prat ica quot idiana, alla autonomia.
Nel la democrazia i l proletar iato non parla e
pensa soltanto ininterrottamente di rivoluzione, come
sotto i l dispot ismo; esso' può per anni , per decenni,
alzarsi nel semplice piccolo lavoro, ma da u l t imo
devono dappertutto produrs i delle si tuazioni che ac–
cendono in l u i pensieri e slanci r i vo l uz i onar i .
Ma quando tutto ciò provoca del le azioni i n
una democrazia, è mol to più verosimi le che non i n
un regime dispotico che questo non avvenga pre–
maturamente, e non in una inut i le insurrezione, e
che la v i t tor i a , una volta raggiunta, non vada più
perduta, ma venga conservata con belle conseguenze.
E ciò, in conclusione, è più importante che la sem–
plice sensazione, solleticante i nervi , di un nuovo
dramma r ivoluz ionar io.
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Dittatura del
Proletariato.