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O r 39

che non è legalo ad alcuna legge. Un'autocrazia, che

si dist ingue da un dispotismo i n ciò, che è conside–

rata non come una forma statale durevole, ma come

una passeggera misura d i tempi t r i s t i .

L'espressione « d i t tatura del proletar iato », qu i n–

d i di ttatura! non d i un solo, ma d i una classe, esclude

già che Marx abbia pensato qu i a una d i t tatura nel

senso letterale della parola.

Qu i egl i non parlò d i una forma d i governo,

ma d i uno Stato che necessariamente deve soprav–

vivere dappertut to, dove i l proletar iato ha conqui –

stato i l potere pol i t i co. Che egl i qu i non avesse da–

vant i agl i occhi una forma d i governo ò già prova lo

da questo, che egl i era del parere che >n I ngh i l t er ra

e i n Amer ica i l passaggio potesse compiersi paci –

ficamente, e qu i nd i per le vie della democrazia.

Ma per apprendere che cosa pensasse Marx per

di t tatura del proletar iato, non abbiamo» bisogno d i

spiegalor i d i en i gmi . Se Marx nel 1873 non spiegò

più distesamente che cosa intendesse per di t tatura

del proletar iato, ciò fu perchè egl i si era spiegato a

tal proposi to pochi anni pr ima nel suo scri tto su

la « Guerra civi le in Francia» (1871). I v i egl i spie–

gata:

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« La Comune fu essenzialmente un governo della

classe operaia, i l r isul tato della rivolta del la classe

produt t iva contro quella possidente, la forma po l i –

tica finalmente scoperta, nella quale si può compiere

la liberazione economica del lavoro. »

Così la Comune di Par i g i fu, come Engels sta–

bilì espressamente nella sua introduzione alla terza

ed

:

zione degl i scr i t t i d i Marx, la « di t tatura del pro–

letar iato ».

Ma nel lo stesso tempo essa non fu l 'abolizione

del la democrazia, anzi riposò sul più ampio impiego

di quel la, sul la base del d i r i t t o generale d i voto. I l

potere statale dovette essere sottomesso» al d i r i t t o

universale d i suf fragio.