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che non è legalo ad alcuna legge. Un'autocrazia, che
si dist ingue da un dispotismo i n ciò, che è conside–
rata non come una forma statale durevole, ma come
una passeggera misura d i tempi t r i s t i .
L'espressione « d i t tatura del proletar iato », qu i n–
d i di ttatura! non d i un solo, ma d i una classe, esclude
già che Marx abbia pensato qu i a una d i t tatura nel
senso letterale della parola.
Qu i egl i non parlò d i una forma d i governo,
ma d i uno Stato che necessariamente deve soprav–
vivere dappertut to, dove i l proletar iato ha conqui –
stato i l potere pol i t i co. Che egl i qu i non avesse da–
vant i agl i occhi una forma d i governo ò già prova lo
da questo, che egl i era del parere che >n I ngh i l t er ra
e i n Amer ica i l passaggio potesse compiersi paci –
ficamente, e qu i nd i per le vie della democrazia.
Ma per apprendere che cosa pensasse Marx per
di t tatura del proletar iato, non abbiamo» bisogno d i
spiegalor i d i en i gmi . Se Marx nel 1873 non spiegò
più distesamente che cosa intendesse per di t tatura
del proletar iato, ciò fu perchè egl i si era spiegato a
tal proposi to pochi anni pr ima nel suo scri tto su
la « Guerra civi le in Francia» (1871). I v i egl i spie–
gata:
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« La Comune fu essenzialmente un governo della
classe operaia, i l r isul tato della rivolta del la classe
produt t iva contro quella possidente, la forma po l i –
tica finalmente scoperta, nella quale si può compiere
la liberazione economica del lavoro. »
Così la Comune di Par i g i fu, come Engels sta–
bilì espressamente nella sua introduzione alla terza
ed
:
zione degl i scr i t t i d i Marx, la « di t tatura del pro–
letar iato ».
Ma nel lo stesso tempo essa non fu l 'abolizione
del la democrazia, anzi riposò sul più ampio impiego
di quel la, sul la base del d i r i t t o generale d i voto. I l
potere statale dovette essere sottomesso» al d i r i t t o
universale d i suf fragio.
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