BIBLIOTECA MENSILE dellaCooperazione e d llaPrevidenza n.1 =1914 Gennaio ..................... , -.............. -....... ; ·.,,,;;,. .............................................. -. .- LE PROFEZIE DI FOURIER di CARLO GIDE EDITO A CURA DELLA LEGA NAZJOMALE DELLE COOPERATIVE E DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DELLE Soc,n;,. DI M. S. MILANO
,, " . La nostra Biblioteca mensile •i propone di portare in mezzo alla ormai numerosa famiglia di persone che si occupano in Italia, in qualche modo, di cooperazione e di previdenza qualcuno dei più c;,iratteristici documenti che possono servire meglio a lume~giare e con .. tr:is.segnare questi d,1e grandi movimenti che nella loro crescente importanza vanno preparando tutto Uh nuovo orientamento deH'etica sociale. Sarà specialmente una raccolta di traduzione dei miglìori .lavori sulla leoria, la pratica e la storia, della cooperazione e della previdenza ali' estero; sarà una c•llana delle più interessanti pubblicazioni in cui i ~ostri organizzatori troveranno certamente l'ausilio di utili notizie e di preziosi elementi per meglio orientat'si, sull'esempio e sulla ·;esperienza degli altri paesi, nella loro opera quotidiana in mezzo ai problemi dell'azione pratica cosi complessa e cosl piena di difficoltà. Iniziando la serie delle pubblicazioni della nostra Biblioteca abbiam9 creduto 1>pportuno di fregiare il primo numero con dqe nomi che nella storia della cooperazione hanno un eccezionale valore: Fo1,4ri1r: il divinatore, il preconizzatore bizzarro della c1>operazione; Gide: il più preciso e completo teorizzatore, La profesia, )'utopia il primo e la realtà scientifica il secondo. Carlo Gide, che porta nella sua opera di apostolato fervido e tenace la superba caratteristica della mentalità france&e: la sicurezza cioè neH' afferrare e; tratteggiare le linee organiche dell'idea, va considi,r11.lo come uno dei più efficaci volgarizzatori del principio cooperativo - sc\lola di Nimes. Professore di economia di fama internazionale, ha contribuito più di ogui altro in Francia ad avvicinllrr la coop'erazi9ne cli consui:no puro, alla cooperazione socialista. La sua concezione, che coincide con quella oggi universalmente ;1.ccolta, è ormai condivisa dai socialisti cooperatori piìt noti che, non ostante ì suoi rigidi giudizi sulla lotta di classe, lo considerano come Ull Vll• lido collaboratore ali' avvento del collettivismo.
BIBLIOTECA MENSILE dellaCooperazieodnellaPrevidenza n.1 LE PROFEZIE =1914 Gennaio DI FOURIER di CAl-xLO GIDE EDITO A CURA DELLA LEGA NAZIONALE DELLE COOPERATIVE E DELLA FEDERAZIONE ITALIANA DELLE SOCIETÀ DI M. s. MlbANO
TIPOGRAFIA COOPERATIVA COMENSE «ARISTIDE BARI»
252.Sc52.52S"2.5225252.522.52525252525252.52.52.52.52.52.5 Debbo confessarvi - e come esordio è certamente una confessione pi1ubtosto impressionante - che è di un pazzo ch'io debbo parlarvi. Proprio di un pazzo, e per aggiunta del pazzo più completo che si possa immaginare. Giudicatene voi stessi! Prometterci uno stato sociale nel quaile da•lle tre d.el mattino tutti, sai-anno in piedi per correre al lavoro con maggio•r ardore che non si provi oggi a recarsi ad una festa; - dove 110,n vi saranno più soldati perchè saranno finite le guerre, non si avranno più gendarmi e agenti di polizia perchè non esisteranno più ladri; dove si troverà ancora quaJche medico poichè vi potrà essere ancora qualche malato; ma dove questi medici riceveranno i loro onorari in ragio,ne della salttte generale, per modo che incasseranno tanto meno quanto maggiore sarà il numero <legli ammalati; - dove la ricchezza sarà così abbondante e la vita così squisita che il più po·vero degli umani godrà d'un conforto ben superiore a quello degli odierni Rothschild; - do,ve l'esistenza non sarà che una festa continua e rinnovantesi quotidianamente - sogno di un mondo così supe1'.iore allo stato attuale delle cose che per citarvi le espressioni ingenue dello stesso Fourier: « Se fosse a no,i dato cli intravvederlo solamente in tutta la sua gloria, è indubitato che molti cadrebbero uccisi dalla violenza delta loro estasi e altri ammalerebbero di stu-
4 pore e di rammarico vedendo improvvisamente tutta la felicità di c-ui avrebbero potuto godere e della quale furono pirivi (1). Ma questo è nulla: ascoltaite ancora: Annunciarci e descriverci dettagliatamente un mondo ove gli uomini raggiungeranno in media l'età di 144 anni e in cui la loro statura si eleverà in media a due metri e 27 centimetri ; - dove essi acquisteranno la faco•l,tàdi servirsi dellie dita dei piedi con la stessa facilità colla quale noi ci serviamo delle dita deJ.lamano '.Per tocca•r,ei1 pianoforte, e, do·po una dozz,ena di generazioni, in conseguenza di una semplice modificazione nei ventricoli del cuore, potranno godersi della facoltà di vivere egualmente bene tanto nell'acqua quanto nell'a,ria - il che vuo,J.dlire che diventeranno anfibi; - ,dove, in forza di appropriate culture esisicambieranno i climi; potranno fare un primo racco.Jto in maggio e un secondo in novembre; foggieranno a loro piacere nuove speci di animali e trasformeranno l'acqua salata delFoceano in acqua acidula, il cui sa:pore ricorderà la limonata; - dove un'aurora boreale perpetua ravvolgerà il nostro globo terrestre, spanderà la luce e il calore sopra regioni oggi desolate e farà fondere i ghiacci dei due poH; - dove la nostra terra si arrì,c,chirà di quattro nuove lune, ciascuna più brillante della attuale e grazia a « questa quadriglia di satelliti>, che Fou,rier già vedeva, avrà notti più luminose dei nostri gio.rni';. - do'Ve gli abitanti della nostra terra entreranno in comunicazione cogli abitanti degli altri pianeti vicini o lontani, s'interrogheranno e si risponderanno da un astro all'altro, in una lingua di cui avranno tro,vato il segreto, e realizzeranno così il regno della Armonia universale, nel senso il più completo della parola, poichè essa abbraccierà l'universo tutto. intiero; - ditemi voi, vi prego, se mai fumatore (r) T,ori« dn quattromot1immti 1 p.g. 6t e 65,
5 d' oppio o mangiatore di haschich ha veduto passare ne' suoi sogni più fantastiche visioni? La vita di Fourier è stata meno stravagante delle sue idee, essa è stata tutto ciò che di più borghese si possa immaginare. Egl.i aveva 17 anni quando scoppiò la rivoluzione framcese; .e non è morto che sotto il regno di Luigi Filippo così -che egli potè assistere a tutto questo agitatissimo periodo della nostra storia, che così profondamente scosse tutti coloro che ne furono testimoni. Ora, sembrerebbe che egli non vi avesse prestato la minima attenzione; nulla, ne' suoi s·critti, indica che egli si sia accorto che, durante la sua vita, sia succeduta una Rivoluzione francese, un Impero,, un Waterlòo, una Restaurazione, una Rivoluzione del 1830. Veramente la distrazione sembrerà un po' eccessiva, ma in realtà egli era prodigiosamente distratto e al segno di parlare per la strada ad alta voce, e di dimenticarsi la notte di dormire. Bisogna aggiungere che egli no,n annetteva alcuna importanza alle questioni politiche, in confronto di quelle sociali; in ciò egli non aveva tutti i torti ; e co,l suo esempio ci ha provato che si può essere buon democratico e anche buon socialista senza occuparsi di politica, e che questo è forse il miglior modo di esserlo. Bisogna per altro convenire che questa prerogativa non è mo,lto comune. Piccolo impiegato di magazzeno, « sergente di botte.ga b come egli stesso si qualifica-va, trasco,rse la maggior parte della sua vita nelle occupazioni più oscure ed il rimanente nella pubblicazione <li quattro o cinque enormi volumi e nella preparazione di molti altri che non vennero mai alla luce. Uomo esatto, puntuale, meti'coloso, innamorato della simmetria fino alla mania, di una probità a tutta prova, di una carità inesauribile; di una tenacità irriducibile, o, se meglio prderite, di una fede che nessuna forza avrebbe potuto smuovere, non conoscendo altra passione che quella dei fiori, d.i
6 cui egli aveva riempita la sua camera e attraverso• i quali i visitatori non riescivano ad aprirsi il passo; con tutte le manie dei vecchi scapoli o, per meglio dire, delle vecchie zitelle, quella specialmente dei gatti, dei quali aveva popolato il suo cortile e ai quali distribuiva i pasti ad ore fisse; non avendo mai riso una sola volta, fu' trovato morto un bel mattino nella stanza di un alI ergo, - tale ftt la vita e la morte di Carlo Fouriet. Come tutti gli inventori egli passò la vita in attesa cli nn _qualche capitalista che avesse abbastanza denaro e sopratutto suf-fìciente fiducia da essere disposto a tentare un esperimento del suo sistema. Egli aveva anche fatto annunciare ingenuamente che sarebbe restato· al suo domi,cilio tutti i giorni, dal mezzogiorno in poi, per ricevere coloro che avessero voluto portargli i fondi necessari. E durante venti anni - questo basterà a sco·lpirvi l'uomo - egli non mancò mai di -rientrare in casa a mezzogiorno in punto, per essere pronto a ricevere questo visitato·re, che aspettava sempre ma che non veniva mai ! Ma allora perchè mi sono io proposto di intrattenervi su di un simile originale? Perchè la mia intenzione non è già cli parlarvi delle stravaganze di Carlo Fourier, ma di ciò che io chiamo le sue profezie, vale a dire di verità che egli ha divinate, presentite, rivelate, poichè quest'uomo, non ostante la sua follìa, o forse per questa stessa sua follìa, ha in molti punti superato il suo secolo e parlato il linguaggio della più alta ragione. Colui quindi •che, leggendo le opere di Fourier, disgustato dalle stravaganze cli cui io vi ho dato qualche saggio e dallo stile· inintelligibile dell'autore gettasse ·il librò nel cestino come un guazzabuglio inutile, costui sarebbe più pazzo cli Fourier stesso. Egli farebbe ride:·c come quel ladro, di cui ci racconta la storia ammirevole un autore dell'antichità, e che, entrato nella casa di un Ateniese per rubargli i suoi teso,ri e le sue statue di valore, restò tu,tto sconcertato non trovando
7 che una statuetta di terra cotta grossolana, che gli parve senza valore e che buttò via sdegnosamente. Egli non sapeva, l'ignorante, che gli antichi avevano l'abitudine di racchiudere le statue dei loro dei d'oro, d'argento o cli avorio, sotto involucri di argilla, rappresentanti la figura grottesca cli un fauno o cli un Silvano e che se egli avesse saputo rompere quell'informe involucro, avrebbe visto balzare fuori l'immagine sfavillante cli una divinità! Così ·colui che, nell'opera cli Fourier, non si arresterà alla corteccia ma saprà rompere questa specie cli ganga resterà stupefatto cli vedere quali pietre preziose e quali verità scintillanti essa racchiude! Giudicàte voi stessi, ecco qua un pugno di predizioni prese a caso: E' Fourier che ha affermato,, - ciò che allora (si era nel 1808) fece molto ridere - che ben tosto si sarebbe potuto in una stessa gio,rnata partire la mattina da Marsiglia, far colazione a Lyon e pranzare la sera a Parigi. E' Fourier che annunciò come pwssimo il taglio dell'istmo di Suez e quello del Panama, « per mezzo di canali attraverso i quali avrebbero potuto passare i più grandi navigli », e che annunciò la formazione cli immense armate industriali, costituite da migliaia cli uomini, per compiere sulla faccia della terra. i grandi lavori di pubbl.ica utilità, segnatamente la trasformazione del grande deserto afJ"i.cano. Il capitano Roudaire, morto qualche anno fa, mentre iniziava i lavori per scavare un mare interno in Tunisia, era precisamente 1m disc·epO'lodella scuola fanlansteriana (furierista). E' Fourier che annùnciò corme si sarebbe po,tuto, un giorno, con ùna coltura appropriata e con rimboschimenti razionali arrestare !e innondazioni, regolare il regime delle pioggie e dei venti, e modificare in questo modo il clima di un paese qualsiasi. E' lui che annunciò, mo.Jto giustamente a mio avviso, che l'agri,coltura, ancora barbara a'Ì nostri giorni, do-
8 veva trasformarsi in orticoltura, arboricoltura e p1sc1cultura e che in ciò sta,va la soluzione della maiggior parte delle d~fficoltà dell'o,ra presente. E aggiungeremo ancora che è Fourier che annunciò questa grande verità, che gli storici e giureconsulti del nostro tempo hanno più di una volta verificato, che, cioè, il progresso della civiltà si misura in generale d:ai progressi della condizione e dei diritti della donnai? Ma procediamo. La mobilizzazione della proprietà fondiaria, la sostituzione dei regolamenti del sistema di compensazione, ai materiali .pagamenti in denaro, le intese internazionali per l'unificazione dei, pesi e delle misure, la creazione d'una lingua universale (una s,pecie di volapiik ), la protezione degli animali, la, crescente importanza dei fenomeni ma•gnetid e dell'ipnotismo, il gusto e la cultura dei fiori e mo.Jte altre previsioni più o meno in via di realizzazione, si trovano alla rinfusa nel prodigioso caos dell'opera di Fourier. Fourier è stato in certo senso,, il primo degJi. anarchici, degli anarchici miti. La sua tesi in effetto è che tutti gli istinti dell'uomo, tutte le sue passioni, e tutto ciò che la morale civile chiama ben a torto i suoi vizi sono buoni per se stessi e non diventano cattivi se non in quanto i moralisti cercano stupidamente di rep,rimedi. Lasciateli liberi ed essi diventeranno - così come lo voleva Dio, che li ha dati aU'uomo appunto per ciò - elementi di armonia. Certo: l'incostanza nell'amore, il gusto del lusso,. la go.Ja, l'istinto del disordine e deUa sporcizia nei fanciulli, tutto ciò ha la sua ragion d'essere e può essere utilmente utilizzato. Per non prendere quale esempio che il peccato della gola, Fo-urier ci m01stra come essa debba diventare una necessità in un regime indu,striale don la prnduzione consisterà sopratutto in frutta e legumi di speci diversissime e squisite, che esigeranno per essere apprezzate un grande raffinamento di gusti da parte dei consumato•ri. Egli spiega che se i, fanciu!H preferiscono, per le loro me-
9 rende, conserve di frutta al pane asciutto, ciò a:vviene perchè la Provvidenza, -dando loro questo ist·into, sapeva quello che faceva; ella sapeva che lo zucchero è molto n:utritivo, ( e anche su ques.to punto Fourier ha precorso la scienza) ella ha previ·sto i'l giorno in cui l'agricottura, vale a dire la produzione del grano, sarebbe sostituita da,ll' arborkoltura, dalla produzione, cioè, d:e1la frutta, ed in precedenza ella aveva predisposto a questo scopo i gusti naturali degli uomini. E l'autore continua co,sì, in un' inesauribile profusione di stravaganze e di follìe, divertentissime, che vi fanno correre col pensiero alle arringhe che Don Chisciotte rivolgeva neUa Si·erra-Morena ai caprai meravigliati. Ma fra tutte le sue profezie, ve ne ha una sola che io voglio mettere in luce, poichè è quella che voi, operai, vi sforzate di mettere in pratica: è l'idea del!' associazione cooperati·va. E' Fourier che, come voi: potrete giudicare, ne ha tracciato tutto il piano e previsti tutti gli effetti. Intrattenendovi dunque sull'associazione di Fo-urier, è della vostra stessa opera, o cooperatori, che, in realtà noi stiamo per occuparci, e nell'apprendere quali vaste speranze egli fonda va sulla associa·zione, vi convincerete maggiormente che l'avvenire che voi preparate co-i vostri sforzi merita la pena di essere realizzato. § 1. - La soppressione degli Intermediari. E anzitutto come mai questa idea deff associazione è germogli·ata nel cervello j,i Fourier? Giovane ancora, dopo un suo viaggio dalla Normandia a Parigi, si trovò a pranzare in un risto,rante della caipitale dove, alla frutta, gli s.i fece pagare una mela dieci so.J.di.Ora qualche giorno prima, egli aveva visto vendere quella stessa qualità di pomi in Normandia - ove, voi sapete, la coltivazione dei ,pomi è molto estesa, -~ in ragione di due soldi la dozz.ena.
IO Questo fatto di uno stesso oggetto, che poteva essere rivenduto ad un prezzo sessanta volte più caro del suo prezzo di produzione, gli rivelò l'esistenza nella società cli un meccanismo difettoso, di un v1z10 nascosto che promise a se stesso di scoprire e cli gua1 :re. Così le grandi idee sono spesso dovute a piccole cause. Si racconta che il grande astronomo, Newton concepì la prima idea dell'attrazione universale vedendo cadere un pomo da un albero. Fourier, che amava· molto d"i paragonarsi a Newton, perchè come lui pretendeva cli avere scoperta la legge della attrazione universale, era orgoglioso che fosse stato pure un pomo a suggerirgli l'idea della sua teoria. Egli faceva a questo propos,ito rilevare come nella storia del mondo si fossero avuti quattro pomi celebri: due funesti, quello cli Eva che aveva dannato il genere umano·; quello cli Paride çhe aveva provocata la guerra cli Troia; - due benefici: quello cli Newton e il suo! Questo vizio econcmico è in<lis-cutibilmente reale, e dai tempi di Fourier in poi non ha fatto che aggravarsi. Infatti se vi occorrerà di incontrare un produttore, un proprietario, o fabbricante qualsiasi, chiedetegli un po: « Ebbene, come vanno gli affari?» - « Male, vi risponderà; tutto è così ribassato; gramo, vino, lana, stoffe, che no·n vi è più mezzo di vendere. Se si dovesse continuare cli questo passo dovrei finire per chiudere lo stabilimento• - dice il fabbricante, - o di lasciare incolta la terra, dice il proprietario». Dopo cli che anelate a trovare un consumatore qualunque, un benestante, o semplicemente una brava massaia e dite loro: «Ebbene; coi tempi che corrono non dovrete spendere troppo? Tu'tto è così a buon mercato ora; i produtto,ri non riescono a cavare le loro spese! >. Essi vi risponderanno: « Ma voi volete prendervi giuoco cli noi. on ho mai speso tanto: carne, latte, burro, legumi, affitto, tutto costa un occhio della testa, e se si deve continuare così, non vi sarà più mezzo di vivere! >.
II Ecco una co-sa curiosa, voi direte senza dubbio! Da una parte i produttori che si lamentano di vendere a prezzi miserabili; dall'altra i consumatori che si lamentano di pagare trop,po caro! Ma a!.lora tutto il denaro che es.ce dalle tasche del consumatore, se non va nella tasca del produttore, d'ove va a finire? Non vr è che una spiegazione possibile: deve restare nella tasca degli intermediari. Fra il produttore che offre il suo prodotto al pubblico e il pubbli,co che stende la mano per riceverlo si interpongono d:i·ed, venti intermediari che foirmano catena, e o.gnuno esige il proprio compenso. Ma ecco ciò ,che è più strano ancora! Sod'di1sfatti <li questa vostra spiegaZ'ione, voi andate a trovare uno di questi intermediari, droghiere, macellaiu, fornaio, mercante cli carbone e gli dite: « Siete dunque voi che siete causa cli tutto il male? Voi a•cqui·state dal proprietario o dal fabbricante a co,sì buon mercato da metterlo sull'orlo ciel fallimento e poi vendete al consumatore a così alto prezzo eia mandare anche lui in rovina. Siete vo.i che intascate la differenza e, con un simiile mestiere dovete certamente fare fortuna?» - « Ma che? - non man,cherà cli rispondervi, -in quale errore cadete! So,no dieci anni che noi siamo in quesrt:a strada e forse saranno uno o clu,equelli che fanno buoni affari; due si trovano alla vigilia ciel fallimento, e gli altri sbarcano a,ppena il lunario». E, cosa sorprendente, tutti hanno ragione, compresi voi stessi! Voi non avete to,rto quando ritenete che siano gli intennedia-ri quelli che assorbono l'enorme differenza fra il prezzo di costo e quello cli vendita. Ma è possibile anche che dica il vero l'esercente quando dichiara che gli intermediari fanno magri affari. E perchè? Semplicemente perchè questi intermediari sono così numerosi e si fanno una tale concorrenza da ridurre il profitto ai minimi termini. E per salvarsi non sofo, sono obbligati di vendere caro ma anche di vendere cattive qualità.
I2 La situazione è dunque ,tale che tutti ne soffrono e nessuno ne gode. Il produttore non copre le sue spese, il consumatore spende più di quanto possa pagare, l'intermediario scortica i due senza riescire a guadagna·l1e. Pa:sseggiando per le vie di una C'ittà vi siete mai divertiti a contare, come ho fatto io qualche volta, il numero dei negozi dello stesso commercio che si trovano nella stessa stra.da? Ve ne sono spesso dnque, sei sette di seguito: droghieri, negozianti di guanti, caffettieri, ecc., in attesa paziente, come i ragni che aspettano la mosca, del cliiente che airriva con tutti i suoi comodi. Ho rilevato dall'Annuario di Montpemer sopra una popolazione di 70 mila abita:nti, il numero dei negozianti dii tutte le categorie. Ed eccone un estratto: Panettieri 175 Macellai e salumieri 184 Droghieri 282 Negozianti di legna e carbone 67 Negozianti di vino 172 Spacci di bibite e caffè 459 Ora bisogna pure che ciascuno di essi paghi il suo affitto, le imposte, l'interesse sui generi di magazzeno, il mobiglio; bisogna pure che la maggior parte di essi paghi gli impiegati, e bisogna infine che al disopra di queste spese ciascuno guadagni in più quanto è necessario alla sua vita e a quella de' suoi. E questo è vero non solo per qualche genere, ma per tutti i rami di consumo. Ebbene ecco il male che aveva colpito Fo,urier e che egli aveva d'enunciato per il primo con una forza e un impeto giovanile non più superato. « Noi siamo, in fatto di meccanismo industriale così nuovi quanto ·i popoli che, ignorando l'uso dei mul:ini, impiegano 50 operai a macina-re il grano, pel quale oggi basta una macina sola. La sovrabbondanza di ag,enti è dapertutto spav,erutevole e si eleva comunemente al quadruplo del necessario in tutte le aziende commerciali ..... Vi è nella sola Frnncia un milione di abitanti strappati alla produzione agricola e industriale
r3 dalla gonfia corrente di intermediari creata dalla libera concorrenza (I) ». Ma egli non si è accontentato di segnalare il mate, ha voluto indicare il rimedio, e quale? L'associazione. Egli voleva creare delle assoC'iazioni assai numerose, di 400 famiglie circa, che egli denominava, comptoirs comunali e che dovevano più tardi, sviluppando,si, trasformarsi in falansteri, le cui funzioni definì nel mod~ s,eguente: « I principali vantaggi cli questi stabitimen.ti consisterebbero nel procurare a ciascun individuo tUJtte le derrate indigene od esotiche al più basso prezzo possibile, liberandole dal prnfitto i'ntermedi,o che intascanoi mercanti e gli ag.i10ttatori ». Ed oggi, io vi domando, che cosa sono le vostre società cli consumo se non la realizzazione di questo programma tra,cciato da mano maestra? Quali sono dunque le fonz.ioni delle Cooperative di consumo, se non quelle cli acquistare le derrate all'ingro.sso e di distribuirle al dettaglio fra i loro soci, facendoli godere del guadagno che sarebbe restato nelle mani dei commercianti? Questa soppressione degli intermediari, dei parassiti, che stav-a,no tanto a cuore a Fourier, voi andate oggi dunque realizzando. E voi la realizzerete ancor meglio se una Federazione di Sodetà cooperative di Francia si formerà e prenderà tale estensione da permettere di fare i vostri acquisti direttamente dai proprietari e dai fabbricanti; se un giorno, come la grande Federazione cooperativa d;i Manchester, essa potrà fare qualche centinaio di milioni di affari all'anno, armare una flotta di una mezza dozzena di navi, e andare a cercare i generi -sui luoghi stessi della produ- (r) Fouricr era ancora molto lontano dalla verità I Oggi in Francia il numero dei commercianti - vale a dire degli intermediari - si eleva a I,500.000 il che equivale ad almeno 6 milioni di abitanti. In Italia il numero delle persone che si dedicano alla sola vendita dei prodotti ammonta a più di 700.000.
z+ zione, vale a dire dove si può averla a migliori condizioni : il frumento a Chicago,, la ca-rne a Buenos-Ayres, il caffè a Giava, il the a Shangai, la lana a Melbourne. Quel giorno il male che Forurier ha segnalato con tanta forza sarà sparito. Le società di comumo avranno alleggerito non solo le classi lavoratrici ma l'intero paese d'un enorme peso morto. - La prima pro,fezia di Fourier sarà realizzata. § 2° - La scomparsa della vita di casa. Ma l'associazione nell'idea di Fourier doveva avere un carattere molto più largo cli quello di una semplice associazione commerciale per l'acquisto e la distribuzio~1e delle derrate. Essa doveva riunire tutte le associa,zi·oni sulla base cli una vita comune e sotto uno stesso tetto in un vasto stabilimento - vastissimo poichè egli avrebbe dovuto ospitare 400 famiglie, ossia 1600 persone circa - al qua'le egli clava il nmne, restato celebre, di falanstero e che noi chiameremo piuttosto oggi « co1mtnità ». Fou,rier ha dato cli esso per fino il piano e a questo riguardo è entrato nei più minuti dettagli. Questo nome di Falanstero è all'incirca la sola cosa che il pubblico conos-ca clell'o,pera di Fourier e ha bastato per imprimere al sistema non so quale strana impronta di stramberia e di mistero. Ho più <l'una volta inteso dei borghesi pronunciare questa parola con una specie cli spavento. In realtà il Falanstero è la cosa meno spa:ventevol1 e e la più semplice del mondo. E' semplicemente una pensione, un grande e magnifico albergo come quelli che si incontrano nelle città della Svizzera o nelle grandi stazioni lacustri e marittime, con degli appartamenti, delle camere da tutti i ·prezzi, da 30 soldi a 50 franchi per giorno. Fra il Fa,la,nstero e il convento e la caserma, ai quali si usa ,paragonare, nessuna somiglianza. Ciascuno doveva av-ere un appartamento separato, a sua scelta e secondo la propria borsa. Vi dovevano essere come in tutti gli alberghi, tavole comuni, table d'h6te
come dicono i fn,!·1ttsì, ma esse dovevano ess·ere di tre classi diverse; e quelli che non avessero voluto prendere i loro pasti alla tavola comune, avrebbero avuta la libertà di farsi servire alla carta e di farsi portare il pranzo nel loro appartamento, naturalmente con un supplemento di prezzo. Ho passato spesso l'estate in Svizzera in questi grandi alberghi-pensione dove nnoggia qualche centinaio di forestieri per respirare l'aria della montagna e fare gite. Vi si trovu:io camere di tutti i prezzi, sale da mangiare con tavole per tre classi differenti d'i persone, s.ale da teatro, chiesa, biblioteca, sala di let~ tura, sala da ·giuoco, e depositi di cartoleria e di merceria, orti, serre, vaccherie, burrifici - ed ho pensato che tuttocìò era precisa«'11ienteil f1ailanstero so•gnato dia Fourier. La sola cliff renz::i. sta in ciò che i clienti di queglì alberghi, in luoo-o di passa·rvi tutta la vita si trattenevano solo qualche settimcJ.na ed invece di I·avorare non faceva 11ulb. Il Falanstero non è dunq11e un'i<lea stravagante per se stessa, nè assolutamente irrcalizza,bile. Solo non si spiega a prima vista perchè Fourier vi annettesse tanta importanza e perchè egli pensasse che tutti gli uomini finirebbero per vivere un giorno in questa s1)ecie di alberghi? La prima ragione ch',egli dà, è un~-1.ragione dello stesso ordine di quella che abbiamo studiata ora; una ragione di economi:a. Questo può sorprendervi, p-oithè voi penserete che non è punto l'abitudine di. andare all'albergo la più economica. Ma ciò è da vedere! Vi sono petta:nto degli Inglesi e degl•i Americani che condncono questa vita di albergo-pensione precisamente perthè sp,endono meno che a casa loro. Ed è certo che le famiglie, e tanto più i celib,i che volessero rìnunciare al loro appartamento, ai domestici, al treno di casa, ecc, per pas~ sarc tutta la loro vita all'albergo in pensione, vi tro•
16 verebbero una: reafo e·conomia pur- ma:,nten~ncfo To stesso teno.re di vita e pur lasciando all'albergatore la sua. alea di prof i.tto,. E se sei, dieci, cento oppure 400 famiglie - è questo il numero fissato da Fourier - s,i asso,cias,sero per alloggia-re e 1rnrtrirsi insieme, econo:mizzan<lo così il prntìtto del padrone di albergo,. l'economia realizzata potr€!bhe diventare enorme. « Si r.esta impressiona.ti qµa111dosi valuta: il beneficio 1.olossa.Je che risulterebhe da queste grandi associazioni. Non parlando che del combustibile - diventato così raro e prezioso, - non è fors•e certo che per l' impiego di cucina e di ris,cald'amento la Associazioine rispann~erebbe i 7 ottavi di legna del consumo richiesto dall'attùale sistema incoe.r1ente e frazionato che si usa nelle no·stre famigli·e? ». Il fatto è in effetto i,ncoin.tes,tabile. E' chiaro che <tosterà meno fare ~ucina per mi1lle persone che ma:ngia:no i.nsi;eme, che per mille che mangiano Sleparatamente. Occorre m€no legna per far bollire - come dice benissimo il Fourier - una immensa marmitta, che per farne bolli:l'e mille piccole. Cos.ta meno cosit.ruire una grande casa per cento famiglie che costruire cento caise, una per famiglia, e così per tutto il resto. La vita a famigEe separate, come è stata praticata in tutti i tempi e in tutti i ,paesi, wst:ituisce dunque per Fourier, uno spaventevole sciupìo e può essere considerato come una del.le princi,paE cause della miseri,a nella società umana. Ora, come l'associazione di consumo è il rimedio indi1cato contro il primo ma:Je: l' intérmediario; l'Associazione domestica, come egli la chiama, è il rimedi.o i1ndicato per il secondo mal.e; I.a azienda famigliare. Siamo no~ chiamati a,d assister,c al.la realizzazione anche di questa s,eco111,daprofezia, come Io fummo per la prima? Io lo credo,. Si; io credo che le esigernze aeS(:iute della vita quotidiana: forzeranno l:a gente, in un a'Vvenire più o meno viicino, a riuni1rsi, a raggrupparsi in
I7 una specie di alberghi, comunità, carava.nse.ragli o falansteri, come vo,i vorrete chiamarli, dove essa abiterà setto lo stesso tetto, mangerà più o meno alla: stessa tavola, e avrà un'a infinità di servizi in comune; grandi sale per feste o per riuin.io111i;come ve ne sono -già m certe case nuove di Parigi (I). Le classi op,er:aie arrive·ra11110 a queste forme di servi.zì collettivi, per le seguenti ragioni: anzitutto per l'inasprimento conti.nuo degli affitti, e ino1 Jtre pel fatto che le donne, essendo chiamate a lavorra!re di. più Ìln più aH' atelier, al 111,agazzeno, ali' ufficio, o in qualsiasi a:ltra prof essione, dovranno occupami sempre meno delle cure domestiche. Biso,gnerà quind~ trovare il mezzo di organizzare tma cucina in comune per preparare i pasti di famigJiia, non potendo proivvedere -es,se stesse ed un.a istituzione che racca,lga i bambini durante la assenza delle loro mamme. Voi sapete che in Francia vi è già un ,principio di reali,zzazione, in uno stabilimento cel1ebre: nel Fanlastero di Gnt'se, fondato precisamente dai un disceipoLo di Fourier, il si1gnor Godin. Là vivono circa 1800 operai ri'Uniti, in certe condi.- zioni di economia per quanto riguarda l'alloggio e i servfai domesti.ci che nessuna altra combinazione potrebbe ad essi procu,rnrc. Essi: trovano là non solamente l'aliloggio, ma un ospizio, o piuit'tosto baJ:iatici per nutnire e tenere in custodia i fanciulli, ed ~noltre un teatro, una biblioteca, sal,e di giuoco, ecc. Vi sono magazzeni che somministrano ad ogni assodato tutto il necessario. E' vero che non vi sono tables d'hotes; ciiascuno fa la propria cucina -da se. Sort:to questo punto di vista l'economia suUe spese di cucina r,on è real'Ìzzata. (r) Anche in Italia - a Roma, a Milano - vi sono nuove grandi costruzioni ad appartamenti per famiglie, che hanno· servizi di cucina in comune e che a mezzo di ascensori distribuiscono dai sotterranei il pranzo preparato in comune a tutte le famiglie degli inquilini.
18 Il si1g. Go-din ha già tentato e non vi ha rinunciato se non per ragi"Oni tutto affatto accidentali. « Questo sistema può essere buono per gli opera:i, pensano forse i borghesi che mi a1scoltano, ma non per noi ». Ebbene! io credo, al contrario, che le classi· ricche arrivera·nno ad un genere di• vita analoga, non per ragio•ni di economia, ma per un' a•lt-ra ragione tutta differente: per la impos,si,bil,ità di trovare dei domestici. Già anche ade,ss,o è ,difficilissimo per le famiglie borghesi trovare delJ.e pe•rson1edispo·ste dii en:trare a servizio, e il più delle vo,lte si è costretti di far venire d'elle bonnes dalla Svizzera e dalla Germania. Più andremo innanzi e più la repugnanza degli uomirni, e anche delle do,nne a servire si accentuerà. A di1,e il vero 110,n swpirei biasimarli: la profes!Jlione d'i servitore è una istituzi:o'lle ,che ha avuti i suo,i be.i tempi, ma che diventa ogni giorno più incompatibile col nostro stato so,ciale e tende oggi a de-p,raV'are insieme il padrone e i,l servo. Ebbene: qu·ando sarà venuto il giorno in cui non ·~i troveranno più, a qualunqut p11ezzo, nè cuochi, nè cameri,eri, nè cocchieri, che faranno i bo·rghesi,? Senza ,dubbio le invenzionù meccaniche p•ermetteteranno di s'O-stituire dr più in più i serviz·i ,dei domestici, per l'asservimento delle forze naturali, molto più wmpii•acenti e molto più fedeli. Voi entrerete la sera in casa, premer,ete un bottone, ed ecco le vostre scale, il vostro vestibofo., o la viastra stanza illumina·rsi a vostra volontà. Vo~ girerete w10, due, tre rubi.netti, e voi avrete acqua caJ.da, o fredda, o tiep1i<l'a,a vostra preferenza. Avret,e una macchina che vi luciderà l1 e scarpe, e un'altra che vi laverà il vasellame. Voi parlerete al telefono dalla vo,stra camera e pregherete il vostro droghiere o il vostro macellaio di. po•rtarvi i-1 tal.e o tal altro oggetto·. In simili condizioni il servizio po-trà essei-e ridotto a ben po·ca cosa. l\.fa intanto sa:rà sempre di.ffioile inventare una macchina per fare cuicina, oppure per fare il pr-oprio
19 letto. Quindi se non si trovano più domestici per questii differenti servizi non resterà ai bo·rghesi che una: dmedio: quello d'andare all'albergo ( r). Sono sicuro che questa idea farà alzare le spaJl.e a buon numero de' miei uditori. Ma intanto es.sa incomincia a realizzarsi in certi paesi e segnatamente ag1'i Stati Uniti. Agli Stati Uniti :i costumi democratiici ed egualitari sono così svil.uppati che un americano non consentiirà mai di servire uin cl'ltro. Fo·rtunatamente vi sono i negri del Sud e i Cinesi .o,ell'Ovest i quali non hanno le stesse repugnanze e compiono questi servizi; ma nel Nord dove non vi sono negri nè ci1I1esi, la difficoltà che vi ho segnalata or ora si presenta in tutta la sua gravità e parecchi:e giovani famiglie non hanno trovato altra via d'uscì,ta che q,uel,la di mettersi aill'albergo per la viita od alff·eno per molti anni. E a Parigi o a Londra non pochi scapoli pa•ssano la loro vita al circolo o al club dove vi trovano, in grazia dell'asso.ciazione, un lusso cli impia:nti e un vitto che non potrebbero p•rocurarsi nella pro1)ria casa. Questi pensionati sono già dei falansteristi ed ceco come noi finiremo per esserlo tutti. Questa prospettiva non vi sorride abbastanza? Se, in effetto la vita d'ailbergo è div,ertente in vi·a ,di passaggio, essa alla lunga diventa ·noio,sa. Ciascuno·; povero o ricco, ama di avere J,a sua casa, il suo piccolo angolo, dove potersi ripo1 sare del suo lavoro,o anche de' suo1 i divertimenti, dove egli possa sottrarsi a que- ( r) Il problema della " servitù ,,, che tende a modificare così profondamente le condizioni della vita borghese e delle famiglie è una di quelle di cui Fourier ha compreso, precorrendo i tempi, la gravità. Senza dubbio la vita del club e dcli' albergo non sopprime la servitù, pcrchè anche qui è necessario un numeroso personale di servizio. Ma pur tuttavia esso ne diminuisce il numero e sopratutto lo tra forma e lo industrializza. li servitore di albergo non è più attaccato ad una persona sola: egli è al servizio del pubblico come un funzionario qualunque. La cosa è ben differente.
20 sta parapiglia, a questa promiscuità della foHa di estranei e di indlrHerenti. Veramente questa non è l'o,.. pinÌlone di Fo-urier, ed ecco come Sii esprime a questo propo1 sito: « Un padre di fami•gli-a dirà, leggendo il mio sistema: Io amo pranzai e con mia moglie e co' miei bambini, e quaLunque cosa a-ccada, io cons,erverò questa abitudine per me gradita. Ecco un giudizio sbaglia:to. EgU preferi,sce ciò o·ggi, ma qua111dìoegE avrà v:istp per due giorni consecuti 1 vi i costumi di <<Armonia» rinuncerà all'i111timità famiglriare colla moglie e i figli, i guaiti - dal canto lo,ro - non domanderanno -di meglio che dt liherars•i del tri'S>tepranzo di fami,gli:a ». Ai, concetti qui sopra: tspressi non, vi, è che una scusa, ed è che colui che li ha dettati era un vecchio scapolo, il quia•le pa•rlando del triste desco di famiglia parlava di coo,a, che egl,i non conosceva. Io compiangerei, in verità, id padre <l'i famiglia che troviass·e più gracfevolre d'assider,si ogni giorno i111fila intoirno alla lunga tavola <Clii alb-ergo, fosse pure quesita tavola ricca di di-eci o dodici portate, anzichè di sedersi co.Jla sua donna e co' suOli figli atto·rno alla tavo.Ja di famigHa, non comporta:Sse essa che una semplice millles.tra e pane bigio! E se ques,t,a sodetà nuo,va, se questi coSltumi di «Armonia», come lii chiama Fourier, devono avere per conseguenza l•a soppress.ione del focolare domestico e <liitutto ,aiò che questa parola esprime in fatto di fe-Jii.citàintima e di di-gni.tà morale io stimo che questo compeniso che ai si promette sarebbe in verità pagato ben caro ! Ma, dopo tutto, che i1 mportano i. nostri rimpianti ! Essi non mutera111no i-1 corso delle cose ,e l'avvenire sarà quello che dreve essere, non queHo che noi desidereremmo che fosse! No,i constatiamo ogni gi'orno come la vita di famigliia, così saldamente costituita dai tempi dei nostri avi, si sia già aJi nostri giorni singola:rmente indebo.Jita•.
21 E' possibHe ed è anche proba,bile che questa evoluzione continui ad accentuarsi e che la vita di fami1glia vada affievolendosi e disperdendosi di più in più nella gran vita sociale e pubblica; che la pento,!,a dii ca,sa tendla di più in pi1ù ad es•s,ere sostituita dalla grande marmitta economica e che l,a viva fiamma che ha brillato per sì !·ungo tempo nel focofare domestico si spenga, sostiitui.ta d'aUa grande caldaia del calorifero collettivo. Che fare? La società umaina e i costumi si tra 1sformano inceS1Sa,ntementee la felkità non vi .guada:goo sempI'le: ne11.anatura ogni primavera fa rifiorire sempre le stesse rose, ma nell'a s.toir:iadell'umanità vi sono dei' fiori che doipo di avere iJ11cantatole generazioni passate avvizziscono per non rifiiori·re maii più! Intanto per non ,!,ascia,rvi sotto questa melanconica impressio,ne io mi affretto a .dli,rvic, he forse no·i potremo realizzare le econ'Omie sog1na.te.da Fourier anche senza essere ri<loHi ad ammonticchia,rci subito m un falanstero. Qua'li eramlO, in effetto, le ecoinomie che Fourier aveva sopratutto in vista? Prima di tutto guelfa della cucina. Ebbene! Si può benissimo avere dei fornelli che preparano la colazione e iii pranzo per tutti, lasciando a ciascuno la facoltà di mangiare la su,a parte sul posto o di portarsela a casa. Un filanrt:ropoinglese, il capitano Wolff, ha fondato recentemente a Londra, a Birmingam, a Li verpool delle immense cucine .pubbliche con dei fornelli che costano 20.000 lire ciascuno e che forniscono o,gni giorno un menu ecceUente in ragione di 40 cente,simi per pasto: pane non compreso. A questo prezzo il capitale imp·iegato nella istituzione rieS'ce ancora a· realizzare dei bellissimi benefici: il 16 e 17 per cento. Se dunque queste cucine fos,sero gestite sotto la forma cooperativa, potrebbero realizzaI'le anche questo beneficio, o, se esse lo preferissero•, potrebbero ridurre ancora il prezzo delle porzioni, di già così basso.
22 Io non dubito punto che un giorno a tutte le società cooperative sia dato di raggiungere questo graido, di perfezionamento. I cooperatori arriveranno certamente a comprendere che invece di comperare delle cottolette, delle uova, delle patate da preparare, più o meno male, a casa, sarà per loro più vantaggioso acquistare le cottolette già cucinate, le patate già fritte, le uova già trasformate in frittata; il che sarà più comodlo, migliore e a miglior mercato. A questo bisognerà che arrivino, specilalmente le famiglie operaie, delle qu•ali le donne sono •costrette a lavorare alla fabbrica e non hanno tempo o modo di occupars,i d'i cucina (1). Quale aHrn economia voleva realizzare Fourier col suo Falanstero? Quella della cu,stodia dei ragazzi. Ebbene! Anche ques,ta p,uò essere real.i,zzata senza ricoPrere al Falans.tero. Esi,stono in pa•recchie città degli sta:bi·limenti chilamati creches, ospizi, asili, ecc., nei quali, come nel po·ttponnat e nel banibinat di Fourier, si tra.ttengono i fanciulli qUtanido le mamme lavo·rano. Queste istituzioni hanno, è vero, un carattere filantropico, ma esse potrebbero essere benissimo d'iniziativa dlelle associazioni oooperative. Voi vedete, dunque, che la seconda profezia di Fourier tende già ad essere realizzata pa.rzialmente da cl'elle istituzioni separate, che entrano tutte più o meno nella sfera delle associazioni cooperative ma che non esigono la vi.ta in comune e che, se dovessero t:n giorno condurci a,J Falanstero, non v.i ci conclu·rrebbero in tutti i casi che passo p•asso lasciandoci H tempo necessairio per prepararvici. (r) Ciò è già un fatto I La Società cooperativa l' Egalitairo, nel sobborgo di Belleville a Parigi, ha impiantato una cucina che distribuisce delle porzioni ben preparate tanto per chi vuole mangiare sul posto, quanto per chi desidera portarsele altrove.
§ 3. - L'abolizione del sa·lariato. La falange, nel sist·ema Four,ier, non dov•eva es•sere semplicemente un'ass·ociazione di consumo per vivere a miglior mercato: essa doveva essere anche •e sopratutto una società per lia: produzione in comune, sia di derrate e articoli da essere ,consuma-ti dai soci, sia per generi da vendere ad al•tri Falansteri. E questa associazione di produzione doveva a·vere come scopo la abolizione dd sa.lani1 ato. Come mai avrebbe potuito portare ad un così profondo cambi,amento soc•iale? L'industri-a moderna non cono,s,ce che due modi di produzione: Nelle piccole industrie e nelle piccole culture agricole ii lavoratori producono isoiJatamente e per proprio conto: essi vendono direttamente a.I'pub,bli,co il prodotto del J.oro lavoro. Sono dei prod'Uttori autonomi. Ta:le è il .caso del contadino che coltiva il. suo pezzo di terra., o del piccolo calzolaio che •lavora nella: sua bottega. Nella grande industria o nella grande cultura i, l.avo,ratori riuniti a oentinaia, qualche volta ,anche a migliaia, lavorano per conto del p~drone; - semplice privalto o grande compagnia, non importa. Sono salariati. Ora ciascuno di questi due modi di produzione presenta dei gran.dli inco-nvenienti. Il primo; la produzio111e individuale, si presta male alle esi,genzc dell'industria moderna che, tanto in causa delle macchine che •deHa divi-sionte cl'el lavoro, esirge il concorso di un crescente numero di bracci.a. Il secondo; la produzione a mezzo •db salari 1 ruti, è peggiore. Io non dirò, servendomi diel linguaggi,o del giorno, che questi grandi stabilimenti sono dei bagni penali,, nei quali i lavoratori sono sfruttati dai c·aipitalisti e che il s·alariato non è che un peggioramento della schiavitù e del serva.ggio; - dirò solamente ·che in questo sistema il lavoratore non darà mai tutto ciò·
:24 che egli può dare in fatto di energia e di capacità produttiva perchè l'esperienza, <:ome il buon senso, dlimostraITTIOche l'uomo non dedica mai tanto di: cura e di 1>aissionea lavorare per gli a.ttri quanto né prodiga pe:1 lavoro che egli fa per proprio conto. Ecco il primo difetto del salari:ato. Ed è faciJe vedere ancora come questo sistema comporti un con~ fli<ttodi interesse inevitabile fra padrone e capitalista, come lo si voglia chiamare, e gli opera.i salariati. L'i~ teresse del padrone o del-LaDitta, infatti, è di ottenere il massimo di lavoro in camb,io del mi,nimo di salario; mentre l'inter-esse del salariato è evidentemente di ottenere il massimo dii salario in cambio del mi:nimo di lavoro, - ecco il secondo difetto del salariato. Fortunatame"nte vi è un terzo m-0do di produzione, per quanto non sia entr.ato ancora d~ffusamente nell'uso. Suipponete che dieci, cento o,perai di un medesimo mestiere - per esempio di tipografi~ o di bottai, - costituiiscano unia società. Supponete che essi ispi'- rin:o tanta fiducia da procurarsi i capitali necessar-i a prestito, o che essi abbiano tanto dii energia e di previdenza da costituire a poco a poco questo capitale colle loro stesse economie. Supponete inoltre che essi abbiano abbastanza coscienza .dei loro veri interessi da affidare la direzione al più c.apaice d'i: loro e abbastanza <l'i abnegazione per assi-curargli un salario proporzionato all'importanza del serv.ilzio che egli <leve rendere. Voi vedete che io suppongo un complesso d~ condizioni che non è facile <Li: conseguire ma che tuttavia non è impossibile. Ebbene I noi avremo ciò che si chiama una sooretà cooperativa di produzione e in forza' di questa associ,azione il salariato si troverà abolito. Ognuno di questi operai, lavorar.do per conto <li una società di cui egli stesso fa parte, lavora effettivamente per suo conto; e i- prodotti dell'industria - si tratti dli stampati o di botti, - essendo venduti dalla società, per conto dei suoi soci, risuita che ogni operaio diventa proprietario, o per lo meno comproprietario
dei prodotti dei suo lavoro. Egli riceve dunque in questo sistema, secondo la rivendicazione tante volte formulata: il prezzo integrale del prodotto del suo lavoro. Da ciò si può trarre La conseguenza che il lavoratore sarà indotto a portare al mas•simo la sùa ca,paciità produttrice e -ehe, d'a:ltra parte, l'eterno duel,lo fra padrone e salariato dovrà cessare per mancanza di avversari, poi.chè non vi saranno più nè padToni, nè safaria•ti, ma semplicemente dei soci aventi i medesimi d1ritti e i, medesimi i.nteressi. Ora è questo i1 l modo di produzione che Fourier preconizzò, e che si sforzò dli realizzare: « Lo spirito di proprietà è la più forte leva che si conosca per elettri•zzare gli uomit11icivili: si può senza esagerare ritenere che il lavoro in proprio abhi:a un rendimento doppio d'i quello servile o salariato. S~ veggono ogni gio,rno ·!Je prove nel fatto: operai di una lentezza e di una inabilità irritarute quando lavorano a giornata, divengono dei fenomeni di diligenza non appena lavorano per proprio conto. Si dovrebbe dunque, come primo problema di econornia poiiti-ea, studiare H modo di trasformare tutti i salariati in proprietari cointeressati >. E per compiere questa trasformazi011JCdi salariati in comproprietari interessati Four~er si serve del Falanstero. · La falange, considerata come soci-età di prod!uziooe. era semplicemente una soci.età per azioni. La sola differenza colle vere società per _azioni, come le vediamo funzionare oggi, sta in dò che in queste società tutto hl capitale e il materiale dii !)roduzione àppartengono a degli azionisti che non cooperano punto alla produzio-· ne col loro lavoro personale e che spesso restano estr-anei all' imp·resa, mentre nella falange tutto rl capitale sociale _deve appartenere ag.li stessi prodluttori. Senza dubbio, all'inizio, bisognerà bene che la falange s~ procuri il ca'!)itale indispensabile per l'acquisto di terrèn~, fabbricati, ecc., a mezzo di prestiti, valf" a d'ire einet- '
tendo azioni o obhliga,zioni che dovranno essere sottoscritte da capitalisti; ma Fouri.er spera co-ll'aiuto di diverse combinazioni più o meno ingegnose, nel dettaglio dlellie quali non posso entrare, che i cooperatori non tarderanno a rimborsare questi capitali, e a sostituirsi, come azi,onisti, agli azionisti estranei. « In quel giorno il ·povero, i1 111 Armonia, anche non possedendo che una pa1ie dazione, sarà proprietario dell'intero dominio in partecipa1zione. Eg~i po-trà dire: le nostre terre, il nostro palazzo,, i nostri castelli, le nostre foreste, le nostre fabbriche, le nostre officine. Tutto sarà sua proprietà ed egli sarà interessato a tutto l'insieme degli immobili e del terreno». on bi·sogna però credere, pertanto che, nel pensiero di Fourier, queste associazioni cooperative dovessero essere compost-e di soli operai, e che i ricchi cap.itali,sti dovessero essere esclusi. Egli stimava al contrario - come diverso i,n questo dallie teorie moderne della lo11a clii claisse I - che queste società non avrebber.o potuto dare i foro migliori ri'sultati che alla condizioni che non fossero nè esclusivamente o,peraie nè esclusivamente borghes.i, ma ri1.missero insieme i membri delle diverse clas,si socia.lii. << E' ben impo·rtante che una falange sia composta di gente ,di div•ersa fortuna e di di,verso valore. La falange dloV'ele inieguagli,anze sararuno meglio graduate, raggiungerà meglio la perfezione d'Armonia'>. Ecco una nuovai profezia d'una natura più gradevole della precedente. E' es,sru pure in via d'i rea.lizzarsi? Vi ho fatto i.rntravedere or ora a quante delicate condizioni è subo,ridinata la rius.cita delle assodazi·oni ,cooperative di produzio111e.Ora la po,ssibilità della loro esi•stenza è dimo,strata dal fatto che un certo numero <li queste a.ssociazioni esi1Ste già, sia in Francia, si1 a altrove e la più celebre è il Falanstero di Guise, dii cui abbiamo già parlato. Esse sono, in vero, più ci.ifficili da costirt:uire che le società cooperatirve di consumo, ma l'esperienza ha
27 prov~to che il miglio·r mezzo ,per a.rdvarvi,, è quell:o dli cominciare con delle cooperative di consumo. H giorno in cui voi sarete soiHdamente ,costit11'itiied avrete raccolto un certo capitale voi penserete fo1rse che invec·e di ctcquistare la vostra farina dal mugna.io, sarebbe ancora più economico a.vere un mulino per madnare il grano; che invece di acquistar:e -la vostra bi,ancheria, le vostre stoffe, le vostre scarpe, sarebbe for,se più vantctggiioso a,vere c\lei labo-ratori, degli stabHimenti., per fabbrica:rle voi stessi. E' in questo modo che ha proceduto la famosa società d-ei probi pioni 1eri di Rochdale la prima, in data, delle sociietà di consumo.: al ma.- gazzeno cli drogheria, che è stato la tenda ospitale delle sue prime campa:gne, essa ha a,gg;iunto successivamente 111ulini,stabilimenti di, filatura, di manifatture diverse, ed è diventata così una- grande società di produzione. Alle al'tre spetta di seguire l'esempio della soreHa maggi-ore. Tale era il piano di Fouri·er, poichè il Falanstero doveva anzitutto essere un'assodaz.ione domestica., ciò che vuol dire farnigliar-e, di consumo,. § 4. - Il lavoro attraente. Sostituendo i1 l saJariato co.Ha associazione, Fourier si lusinga di r~<lere i,l la.vo•ropiù attraente, e per questo la-to la sua visione è indubbia.mente giusta. Ma questo singolare u1 omo, qua.ndo si era piantata un'i1c\lea nell'a testa, non si fermava a mezza strada. e la perseguiva fino agli estremi limiti dellia follìai. Egli assicurava dun:que che, grazie alJ.e virtù della cooperaz.ione, il lavoro nell'avvenire non sarebbe stato che un giuoco, un piacere, senza la mi·nima pena, una vera festa rinnovantesi· o:gni giorno dii cui nesisuno avrebbe voluto vedere tJa fine. Questa idea del lavoro attraente è certamente una delle più singo.Jari del sistema di Fourier e quella che occupa la più gran pa:rte della sua opera. Per· reaHzzare questa idea egli aveva immaginato le seguenti combiina.zioni:
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