Carlo Gide - Le profezie di Fourier

7 che una statuetta di terra cotta grossolana, che gli parve senza valore e che buttò via sdegnosamente. Egli non sapeva, l'ignorante, che gli antichi avevano l'abitudine di racchiudere le statue dei loro dei d'oro, d'argento o cli avorio, sotto involucri di argilla, rappresentanti la figura grottesca cli un fauno o cli un Silvano e che se egli avesse saputo rompere quell'informe involucro, avrebbe visto balzare fuori l'immagine sfavillante cli una divinità! Così ·colui che, nell'opera cli Fourier, non si arresterà alla corteccia ma saprà rompere questa specie cli ganga resterà stupefatto cli vedere quali pietre preziose e quali verità scintillanti essa racchiude! Giudicàte voi stessi, ecco qua un pugno di predizioni prese a caso: E' Fourier che ha affermato,, - ciò che allora (si era nel 1808) fece molto ridere - che ben tosto si sarebbe potuto in una stessa gio,rnata partire la mattina da Marsiglia, far colazione a Lyon e pranzare la sera a Parigi. E' Fourier che annunciò come pwssimo il taglio dell'istmo di Suez e quello del Panama, « per mezzo di canali attraverso i quali avrebbero potuto passare i più grandi navigli », e che annunciò la formazione cli immense armate industriali, costituite da migliaia cli uomini, per compiere sulla faccia della terra. i grandi lavori di pubbl.ica utilità, segnatamente la trasformazione del grande deserto afJ"i.cano. Il capitano Roudaire, morto qualche anno fa, mentre iniziava i lavori per scavare un mare interno in Tunisia, era precisamente 1m disc·epO'lodella scuola fanlansteriana (furierista). E' Fourier che annùnciò corme si sarebbe po,tuto, un giorno, con ùna coltura appropriata e con rimboschimenti razionali arrestare !e innondazioni, regolare il regime delle pioggie e dei venti, e modificare in questo modo il clima di un paese qualsiasi. E' lui che annunciò, mo.Jto giustamente a mio avviso, che l'agri,coltura, ancora barbara a'Ì nostri giorni, do-

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