Vita fraterna - anno II - n. 3 - 15 febbraio 1918

Anno II, N. 3 .. 15 Fèbbraio 1918 ( RIVISTA QUINDICINALE STUD'IO E 01 AZIONE SOMMARIO ,Per la. fine della guerra .. -.· ~er il problem.a alimentare - Calcoli - Verso la meta. - Sagra di S~nta Gorizia - Per dopo - La mobilitazione ci>1ile.. - Lettere di guòrra - Conversazione. « Vittoria! » (Pagine staccabili per i soldatL ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6.- E.stero L: 7.. ~O Sostenito.ri · >; ,> 10.- » » 15.- Gli abbonamenti sono solamente annui Numero separato L. 0,30 - Arretr~to L, 0,6J Esce il 15 e il 30 d'ogni mese. ' • • I DIREZIONE e Al\Il\IINISTRAZIONE Via Spiga N. 25 - Milano Biblioteca Gino Bianco ' .

PAGINETTE INTERNE Testamento ,pirituale Voci Amiche d,el 25 novembre 1914 rl!portava, di-etl1."omt.a ,proposta, questo invito .em,anat.o dal Coenobium, ,ari suoi lett.o,:i, perchè ciascuno « dominando il tempo di. guerra, iJ v.e.nsiiero della. Morte, avesse a formulare e .ad i.nv,iarg,li -iù II),I'opr:io,testamento s])!irituaJe. Og•ni uomo, .pais·sand.oin rivista La p.ropria esistenza ,nelle .sue -mUiltif ormi ,m,ainiefstazioni, dovr,ebbe sintetizzar.ne la eSU)erienza, a.ffermando ape.rtaimente .i pensieri 1priù i,ptinlii, l,e asp,iraz.ioni più aro.enti, crue.Ueche vo,rrebbe lasciare in retaggio al :mondo come Ja miiglior 1p.arte cH se st.es.so. A,ccade invee.e che -ben .pochli ;piensano a ciò: quelli stessi che devono ipur disporre tper Ue.garie a.i superstiti ,i loro bE',nimateri,a,li, rari.s.sima.rnente si curano di ùa:s-ciar.loro anchie quei be.ui dello spi.nito che si sooo acquisiti o che hanno .conquistato d,ur.ante la •vtita e che, ,e1argiti .sotto ,forme di ricordo, ,i:l'.esempi,d',e... sort.azioni, l)Otrebb.ero esser,e sov•ente ,più 1Prez-iosi degli stessi ibe:ni tangibtli. ... Se è vero che iù pensiero -diena Morte può esserci di buona guida nella vita, quaù mai sarebbe l'efific,acia dj tutti i no-stri pen- .si,eri racoolti jn fascicolo, ,p,er f,issare a norma di eh~ ci sop,ravvive, :la nostra tìisonomia spiritu.alie e J}er tras,m-etterla in eredità ag.li esseri ,che d s-ono cari: i J)3;(iTi ·ai figl,i, d. maestri ai discepoli, gl'i,nfelicj ai com-paigni di sventura, ù'rupostolo ai prOII)!l'1sei guaci! » Se :i.n,quel ternpo che ci 1par.e·così lontano, ·potev.o djre: « Benché tra noi, l'i..nvi to non si po.ssa rilpeter,e che oon d:i'Versai-estensione di movente, •pure \potrebbe ,farsi, ,mi ipare, a titolo Idi rrichiamo .spirituiaùe, sempr,e ibene.f.ico alle vi,gidi coscienze, ,e eh-e consona così intimam,ente .coo la tragica ora di tante nazioni, ora che forse doma,ni può ,comprenide0.·edir.ettia·mente anche J'ItaLia ». - quanto più ·poiSSo-e ipo.ss.iiamoogg.i troval'le opportuno idi ri,petere quell'invito, odopo tr,e an.ni ,di vit-:1belli,cia italiana, di es,pe.rimento ! « Si ,dovrebbero ,racchiudere - conclud.evo allora - in un semplice !Pensiero e in brevi li:rniti di ,esp.ressi-0ne a.a dominante norma d'i vita oh,e og.nuno hia ricavato ,daHa prop.rfa ,es.p,erienza. Se qua1-ch,e dichi,arazione di principio, .per i confini :spesso li.mitaL-ideJl'esperienz.a tra i gtov.a.nii muoverà .a discuf.sione, ciò non varrà che a profitto di tutti ». Com,e ,a:llora dissi: cc La 1p1~01posta è accettata da Voci Amiche?,, -così o.g.gi ri,peto .lia dom-.a.nd:aal1a rivi•stia ohe, -prendendo il norne BibliotecaGino Bianco

Milano - Anno- li. 15 febbraio 1918 - N. 3 . . VITA FRATERNA · RIVISTA QUINDICINALE ·01 STUDIO E DI AZIONE Ahl>o11. annuo ordinario L. 6 c::::::JO===> Abbon. annuoaoateniforeL. IO · . PER LA 'FINE DELLAGUERRA . . . - Io non so perchè ogni anno verso• quest'epoca - dacehè c'è la guerra, - vagola e si diffonde questa insulsa voce, questa strana induzione che la guerra abbia da finir presto. Fors0 per il naturale desiderio, quasi l'attesa che l'anno nuovo porti qualcosa di straJOrdinario, l'inaspettato, il ·miracolo: Infatti non altro che qualche cosa di ben simile a un mitacolo potrebbe far finir presto la guerra. Poichè occorrer.ebbe, per esempio, che da un, giorno all'altro fosse soppresso radicalmente l'imboscamento. che perciò, n·on si vedessero lontano dal fronte se non donne, vecchi, bambini, o gente veramente inabile, mutilati feriti malati, o gente al disopra dei quarant'"anni; veramente più utile hell'intérno che al fronte, meccanici ch'eran meccanici prima della guerra, ., ferrovieri che eran ferrovieri prima della guerra;· - t0 · padri . e -sostegni di famiglia che avessero gjà fatto -i loro due, tre an·ni di fronte; che, perciò, nei comandi, non vi fosse il supedore indolente che imbosca l 'inieriore ·intelligente .per imboscare sè ~tesso dal .proprio compito; che perciò, nessuna indulgenza per sè, nessuna molle pietà di madrff di padre di moglie, nessun favore di potenti togliesse un braccio all'e·sercito e un uomo alla patria. · Occorrerebbe, per un altro esempio, che l'economia dei consumi, invece che essere disciplina imposta sì è no dal di fuori, fosse voluta si e ·si dal di dentro, individualmente; che perciò le tessere significasser 1 0 completamente quel che .portano scritto; che chi con esse acquista no~ chiedes·se di più' e chi vende non desse di · più, di alcuni generi realmente scarsi, affrettando la carestia, o non simulasse l'assenza di certi altri, suscitando proteste e disordini; che fosse fornito ai fornitori, nei generi di prima necessità, nè più nè 1neno di quel che debbono fornire; che gli ispettori' e i mandati dal governo vigilasBibliotecaGino Bianco

34 VITA FRATERNA sero veramente a questo; che il governo veran1ente ottenesse tale vigilanza dai suoi 1nandati. Che perciò ancora, la gente non entrasse più nelle pasticcerie e i pasticceri fossero costretti a non fabbricar più dolci e a cercare-un altro mestiere, mentre il governo ordinasse e ottenesse così che i dolci non fossero, vera1nente, più fabbricati. Che, perciò ancora, il governo e i comuni non attendessero un momento a ordinare la coltivazione, a cereali a patate a legu1ni ed a frutta, di ogni terreno in1produttiV1ù o scarsamente produttivo, di ogni area fabbricabile, di ogni parco non troppo antico e di ogni giardinetto pubblico, e a ciò in1piegassero, sotto buone guide competenti e pratiche, molti ragazzi delle scuole (visti gli orari ridotti), e donne che ciò potessero, e disoccupati, (magari quelli che non possono più fabbricar dolci).; e che, dall'altro capo, individualmente, ogni famiglia ogni persona che avesse un giardin·etto, un cortile, anche una terrp,zza, vi piantasse fagilOli e insalata, invece che garofani e gerani., Che, perciò ancora, la gente non andasse più ai cinematografi e ai teatrini' consumatori di energia elettrica così da obbligar gli imprenditori a chiudere bottega (e a cercar lavoro, magari, nei suddetti orti), d'accordo con dei .reali ordini di governanti che non si ivertissero essi stessi a Lea.trini e a cinematogl'afi. Che, anco1·a per ciò, le signore non consumassero migliaia di lire in abiti, pellicce, ,e ornamenti di schiave, favorendo un c01nmercio che rovescia il nostro denaro all'estero e non sempre soltanto nei paesi alleati, - e, quel che è peggio, coltivando in sè la più frivola colpevole insultante in~ differenza e incoscienza di fronte a questa cosa grande sacra e terribile che è la guerra. Occorrerebbe che tutte le spie fossero scovate, che si avesse il. coraggio di denunciare, quando si è sicuri, e che il governo avesse la volontà di colpire; che tutti i traditori di fatto o di pirito fossero manda i a maciullare in bocca a Lucifero; e i tepidi, gli insinuatori di dubbio, di _scoramento, di paura fossero vomitati dalla bocca della Patria come dalla sua li vomita l'Eterno. Occorrerebbe che ognuno, al proprio posto facesse tutto il suo dovere, e amasse davvero la patria. Occorrerebbe - in sostanza - che d'un tratto la coscienza,., ch'è desta solo in una piccola minoranza, si destasse in tutta • la gran maggioranza del nostro e dei paesi alleati; che tutto e a tutti chiaro fosse il nostro compito, che il genio di un uomo,. J BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 35 o il .genio di un'anin1a sola diffusa in tutta la moltitudine trascinasse in un mese, in un giorno, in un'ora l'esercito alla vittoria. lVIa questo, se avvenisse d'un _tratto oggi, sarebbe nè più nè meno che un mfraC'olo : poichè a stento se ne veggono i segni lontani. La coscienza è pnr sempre di una minoranza che aumenta lentamente. Eppure ciò. dovrà avvenire e se pochi sono i segni che se ne scorgono oggi, vuol dire che la guerra deve durare ancor molto•. (P10ichè non a1nmettiamo neppure in ipotesi che debba terminarsi senza la nostra vittoria e con una pace vergognosa). Certo; la gberra deve durare ancor molto; ma non vedete che' se ne vanno ancora definendo gli scopi precisi; che solo in questi gi:orni si v.a da noi chiarendo - e non dico al popolo e al goverJ:lo, nostri e alleati, ma tra quella aristocrazia spirituale che ha il compito di illuminare il popolo e di rin1orchiare il governo, tutto il nostro compito, quale solo i rari nostri profeti lo videro già? Non vedete con che fatica la rivoluzione intima di cui questa guerra è una crisi, si fa strada negli spiriti?· Certo si fa strada; e talvolta .si -manifesta in lampi così chiari che sospendono il respiro ~per troppa commozione in chi da tempo l'agognava. Quando si vede un grande giornale politico e realista parlare così: « ... nella nuova società che nasce da questa guerra l'utile tende se1npre più a divenire un aspetto del bene, la J)otenza un'incarnazione delJa moralità. Nell'esser interamente moral,e· e generoso, coerente agli ideali cui deve la sua resurrezione, fedele alle norme etiche e sto.riche del suo risorgimento il paese troverà la sola via della sua fortuna e della sua grandezza», (1) - chi fra quanti invocarono con ardore e dolore il regno dello spirito non esulta come a un segno del suo avvento? Poichè. soltanto esso potrà portare la vera la nostra vittoria - anche se la vittoria delle armi nostre potrà di poco precederlo, o ne sarà la manif01Sta messaggera. Anzi esso è già in molti; - « Il mio regno è già in m,ezzo di voi» -; in molti 'quasi inconscio; tutti quanti danno, la vita o la morte per il dovere - e quanti furono e sono, mirandi! - sono di quel regno. :Ma ocèorr-e che se ne riconosca la dignità; occorre che questo Dio ignoto a cni si 1obbedisce come a più (1) « Programma massimo o programma minimo?>> Corriere d~lla Sera - 9 febbraio 1918. BibliotecaGino Bianco

36 VITA FRATERNA forte, ma quasi vergognando perchè disprezzato dal piccolo. dio utile imperante, sia messo sull'altare che gli spetta e via, giù cacciato ai suoi pi-edi quell'alti--o, a servirlo: e bisogna che lui si obbedisca non solo nel fervore eroico ma nell'uggioso grigio, piccolo sacrificio della vita comune, n'o.n solo nell'esaltazione dell'attimo, ma nel sodo fondamentale pensiero di tutta la esistenza, non solo contro il pericolo .e, l'urto materiale ma contro l'insidia il pericolo e l'urto morale; come a quello che è veramente, come alla legge sola reale, come all'ineluttabile, - e oome al più caro bene. In un rinnovamento di quelle grandi epoche di altisshna fede disinteressata che fanno progredire di , colpo l'umanità, mille volte meglio che qualsiasi delle cosidette, grandi scoperte di cui si discorre agli scolaretti. In un progressivo completamento della religione di chi ha dettJo: « Verrà il tempo in cui adorerete tl· Padre non su questo o su que1 monte, ma in ispirito e verità. » E la parola dev~ ancora compiersi. Però se ne vedono i segni; certo non così abbondanti e vicini da farne prevedere vicinissimo il tempo; e pertanto anche la fine della guerra non sarà probabilmente quéstione di mesi e forse neppure di un anno solo.. In mani nostre è indubbiamente la possibilità di farla p1u prossima; nella f.orza propagatrice della nostra fede, nella costanza e nell'esempio del sacrificio, nell~ volontà di prenderci indosso le responsabilità che ci toccano, - nel dare piena opera nostra a destare quante mai coscienze in alto e in basso abbiamo intorno che àncora dormono, -- con l'amore e con la forza, - come la madre cerca ~i svegliare col bacio il figliolo, e se quello ancora giace con gli occhi chiusi lo prende per le braccia e_lo tira gi~ dal letto; - e non già lo culla nella illusil(}ne che sia già vacanza mentre è ancora giorno di scuola: chè allora, se fa vacanza quando è tempo di scuola, facilmente sarà bocciato agli esami, - o dovrà· prolungare il tempo della scuola. · Destarsi destarsi, - capire, da tutti, che ,è tempo di guerra, - e non solo per maledirfa, ma per sostenerla virilmente e vincerla! Soltanto se avremo capito che non è ancor tempo di pace, e che tutta la nostra vita dev'essere vita di guerra, della guerra abbrevieremo la dnrata, poichè avvicineremo il giorno della vittoria. mca. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 37 Per il problema alimentare urgentissimo! • riportiamo queste noie (dal pe1·iodico «l'Azione:, di Roma.) su cui richiamiamo fortemente l'attemlione di tutti. ORTI. - Non un centimetro quadrato di terra incolta. Si seminino i giardini -e i parehi. Si mettano cassette sulle terrazze, sulle logge sui davanzali delle finestre. Ogni donna, ' ogni bambino coltivi almeno una pianta di legumi e di erbaggi. Ogni pianta di fava seminata oggi è mezzo di resistenza e: vale per la vittoria finale. Conosco due fanciulletti di gentil sangue, fratello e s:>rella non ancor decenni, che da mesi coltivano insalate, ravanelli, prezzemolo e non so che altro in due grosse cassette collocate presso un balconé. Frequentemente i freschi ortaggi, immuni da rei germi, han rallegrato la mensa della famiglia amica ~ tutti i giorni ispirano ai cari bambini un senso virgiliamente dolce del lavoro e della vita. L'esempio è di tal natura, tanto scevro di complicazioni, dispendi e difficoltà, che tutte le famiglie italiane, anche le più inu1·bate possono imitarlo. Ma non basta. C'è la madre-te~ra col suo potere inesauri- · bile e indefinito di produzione, che aspetta il concorso delle braccia· umane per dare, perchè suole, essa, e può, dar cibo a tutti i suoi figliuoli. Premetto che non è necessario <li essere grandi propri~tari. Basta possedere (o avérne l'uso) due o trecento metri, cento o solo cinquanta di terra. Chi non riesce a trovarne, non dico in campagna, ma alla periferia delle città e dei sobborghi, nei cortili, nelle aree fabbr_icabili? Ebbene, un metro quadro di terra, saputa lavorare, può rendere sino a 4 e 5 chilogrammi per anno di ottime verd·ure. Sicchè due o trecento metri possono bastare a una famiglia, bastare alla sua mensa e abbondare per la sua gioia. Il terreno si prende come capita, pur di sapere emendarlo, apportandovi quel che gli manca in calce e materie fertilizzanti ' e liberarlo da sassi, radiche, erbacce. Se manca l'acqua, pazienza. Con l'arte e con l'ingegno se ne può fare a meno. Ma bisogna lavorarlo profondamente con una vanga, spianarlo, Biblioteca Gino Bianco

38 Y fT:\ FRATEHNA disporvi sentierini e aiuole non più large di un n1etro e mezzo, ma _lunghe all'infinito. E poi conviene preparare la concimaia, che è il tesoro dell'orto, come del campo. Sia una buca rettangolare, fonda un palmo, larga e lunga secondo il bisogno. Quivi si accumuleranno via via tutti i rifiuti della mensa e della cucina, con le spazzature della casa e della strada, con la. seg~tura, le erbacce, i frutici le carogne dei piccoli animali, iI tutto spol ve- ' rato di- cenere e ricoperto con poca terra e inaffiato ogni tanto con liscivia, acque grasse, pozzonero, ecc. Questo cumulo rivoltato ogni 10 o 12 settimane, dopo alcuni mesi fornirà un'eccellente terricciata, buona a tutti gli usi dell'orto, sia pèr concimare e per emendare, sia per coprire le semine recenti riparandole dai danni della evaporazione e dell'indurimento del suolo. U. CALCOLI E se questi quattro anni della grnerra europea, c1i ,cui si runmette .più o -meno J)rossin1ia ma non .lontana il:a fine, noo .fo.ss-er,ot,utti assi-eme, -che il .prd..nciJ)io ,d,eUa ,guerra? non fossero che id ipr.im-0.ct.ismdinato .esperimento destinato · sempl.i001nente a tin.iziar:e una ver-a ment.alità di guerra? a inizi.are una ordinata di,sct1pHna:Dadica!le,~- sistente, crescente, degna ,dii quel riinnovame.n,to immane che S'i. aspira, ,eh-e si esige, ma <::he sembra SJ)roPorzio.nato, -come frutto, come· ,premio, non ,aa sangue dei Caduti, d•ei mutuati, degli assa.s,sinatf, dei ,combattenti, non· alle 1a,grime di chi Ji -ha iperduta., 1rna alla ,condotta .ct-eipopoli? Per quell'avvento, sia. indi-pendente. Xl - Il - MCMXVIII Verso la meta! l'importante rom,anzo tdi Mris. Lùcy Re Bai1:Jett, 1a cui traduzione si p.UJbblicav.a l'anno scorso d.n « Vita Fraterna », non 1può più comp.arirvi p,er la nuova -,e ,maggior-e J.imitatezza idel numeèro delJ.e II)a· g-tne. Daremo quanto J)ri-ma, per i J.ett-0:r,id-ell'anno .scorso, un sunto stretto die11.a f~ne d.eJ r-aoconto, ,rtnv:iandoH per quanto .più -interessa - lo svo1gimento della ·tesi di .eJev.azione morale dcl :romanzo - al liibro -stesso « Tr.an:si tion » • Longmans, Greeu &: C.o (39 Paternoster row London). ' Biblioteca Gino Bianco

\ VITA "F'RATERNA 39 Sagra di Santa Gorizia La nave colpita dal siluro si rizza: « la moltitudine d'uomini scivola sulla coperta diventata parete come uno scenario che cala». A chi aveva -letto la Sagra nel caldo sol,e d'u11 autunno. ;pieno di prom.esse ,per l'Italia, su quella !Sinistra e livida i,m•agine dell'assassinio, .per oui finì la vita' del Locchi, S. Gorizia sembrava stendere l'azzurl'o luminoso del suo manto. Oggi ,le ,parol~ del Cozzani si starccano, son l'epi:graf e tragi.ca in caipo a. que.sto camt.o.. C'è quailcooa nelle nostre .anime per ,cui si prolunga quel tQlrufo cupo di corpi, i.ngtgantisioo quella spaventosa paret~. Il canto del Lecchi risale c01ne da una• stagione lontana d.a noi, da .cui ci sepavan -molto tempo, molte speranze. E' il canto di u11a giovinezza gon:fia di .forze e languida di nostalgia d'amore, un canto di primav.era. La realtà della guer1·a vista e vissuta si circonda di sogno per il combattente poeta, si esalta di semplfcità e di una sua bellezza umile nella poesia della passione. · Quest 'italiàno quasi inerme e a cui basta, nella sua solitudine grande, il monito del cuore, « Reggi, non temere n, ha ·una fed,e in mii si 1 r.aiccogJie ogni forza, -ogni volontà; un'a:nima a cui la ragione non ha nulla da dire, dove non è accesa che una lampada; un'anima giovane senza passato e senza memorie. Perchè egli non si rivolga mai indietro, il sogno verso cui va ha le sembianze stesse di quello che l'anima adolescente ave-. va intravisto di bello e di santo nella vita. Alle spalle non ha lasciato nulla: nè la voce della patria lo incalza, ma lo ch:iama dinanzi a sè per il richiamo d'amore di Gorizia. - Gorizia Aveva il •viso bianco di ttttte le nostre rnam1ne e gli occhi delle sorelle e delle innamorate. Volti spenti delle mamme in cui l'amore po1·ta via la vita: 11.llOe degli ,occhi che a,spettano .e sperano. · L'amore dell''iderul1e sacro di patria, l'amore della v5.1:Jt-0,ria, -la religione del saicri.1kio intessono il manto di S. Gorizia, e c~rre tra i fili e s'intreccia e si confonde, quasi inconsciamente per quella giovinezza, l'amore della donna. Biblioteca Gino Bianco

40 VITA FRATERNA Oginuno chiamaiva la dttà sognata << col nome del suo arnore; uno le offriva il cuore e uno il suo dolore. 'il gioire e ill soffrire erano una ghirlanda che le si dava in dono avanti di morire Il sentimento si fissa e si limita in imagini precise: è lo spirito degli atti 1nateriali, è lo spirito delle· cose. Le lunghe file d€i soldati che sc.~ll11d<0no e -salgono i monti, Sembravan rosari .,.. -::. che si sgranassero nell'ombra per un'eterna preghiera. La città è, dinanzi .alle trincee, aisP.etta e c:hiama.; ma 0hi -oi1leva iJ capo per guardarla è col110 da1la ipalla del n€'mico e s'-abbat 1 te nel fango. E quanti 1norivan - di quest'mnore! dice il poeta. E' l'amore di chi languisce nel l~_ngo tormento delle· trincee, ma gli artiglieri che ~era e mattina, mattina e sera, porta- . van monti di munizioni non avevano te1npo nemmeno di guardarla, per un saluto. Siccome Gorizia ·è la speranza dei cuori, ha il volto di donna: siccome « i gigli bianchi dei bengala>> fan lume soli nel buio della notte, sono i ceri che le mamme han detto d'accendere ni po·veri figlioli morti: ·siccom,e la prfanavera è la pr,omeSiSa della , ittoria vicina, essa Scese dall'Alpi Giulie r:ome una ragazza vestita di cielo celeste, e -sorrise a tutti. Mise la testolina tutta piena di rnargherite dentro tutti i ripari, dentro tutte le trine ere. Questa nota femmdnile · poitr€·bhe forse s-embrar~ l'.e~o dli Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 41 qualche morbidiezza di una Jetteratura recente e già così lontana da noi. Ma. ri.c-0r:d'iamo·ciohe la stessa nota d'amore e di gentilezza è in tutta la nostra storia Garibaldina. Che nell'epopea dell'Abba suona così, e non altrimenti, da ·un capo all'altro, la leggenda eterna dell'amore e in questo s'esalta la morte. forse noi .no.n avre,mo ·1n:•aidella S'uerra 'l1n quaidro veriista in quel. senso quasi zoliano che la parola può prendere nel tragieo ,Ubro .del Ba:rbusse? Nei versi_ del Locchi l'a1nore avvolge orrore e dolore, add-0trmooita e oom.:oone e baicia in fronte chi muore. E tutte le sere qualcuno non tornava alla baracca o non faceva la tenda co' tre compagni 11,elfango; -restava su nel lètto di melma del Calvario. La m,0-rte è <li quaJ·cuno,, -l'a,more è di tuttt € in quello ognuno si continua. Tutto l'infinito dolore di chi muore e di chi sanguina, di chi soffre e vede morire è chiuso nel cuore, taciuto quasi per un 'intesa di silenzio, intesa stretta in quel tenerissimo abbraccio del poeta ai compagni. e pa.rlo perchè non 11osso tutti abbracciarli, perchè vorrei tutti abbracciarli in si.lenzio; e geitto al loro coli.o · le rriie parole, come le mie braccia. Ne-1 fango -gelido della trincea, com-e suUa :toJ'da d-eil,la n.a--vecolpita, il Locchi, assente a se stesso e al propr!o dolore per la. sua forza, presente e chino a quello degli altri per la pietà, può dire ai compagni : ,se non in m·e in v,oi ,e per voi ho conosciuto d,I noslt•ro srtrazio.. Ma voi r-e-gge•vatecon me -per Ja. ,siteiss,a fe'de, aivevate I.a 1 mia stessa -fame di vittoria, fa1m,edella ga,lett-a intrisa di sangue che s'impastava nelle « madie delle doline » : abbracciamoci nel silenzio, noi che soli sappiamo e sapremo, e non diciamo agli altri che la nostra passione. Quella paissione impaziente a cµi, fin dai primi· gicor.ni, ogni gioTno !portava la s1p-eranz-a, Biblioteca Gino Bianco

42 VITA FR.'.1'ERNA . . . . Tutt-i i giorni si diceva : « Si va., si rompe la diga, si piglia la città santa, quella passione si mortifica nell'attesa, s'arroventa all'insulto, si comprime e si tempera, si lancia nell'impeto invincibile, dell'ultimo balzo. Sono \i .tue momenti di questa 1pa-s-s,ioneclle ~nano in tre pariti il canto: oon come -le tre vigilie de.ila Sagra. La prima 1è lfatta d'an:iditl'.'e giovanile e iffi!l)aziente 1 ohe s'impenna contro la realtà; dà di cozzo, ma non si spezza, e per vincerla ne -acce.Ha 'il ireno. e 1a discLpìina. « R€,Sigi Italiano » di-oe il cuore Vien ciò che ti nianca · Vengono e salgono le armi e i cannoni per chi credeva di vincere ,con l a:rma del !Suo sol'O vaJofle: ,e, ~oJ cuore stretto d'a.ff anno e di gìoia, come i bimbi, la notte non si dormiva si sentiva nelle strade il plan plan terribile . ... ognuno ascoltava sotto la tenda.' Nelle melanconiiahe ,gio:rrnaite di Val d'Isonzo ,sotto 4a ,pioggia che non ha fine, nel fango che inghiotte, si macera la volontà amdem.rtedel cimento. Ma venne la prin1avera; spuntan fiori dal fango, prorompe dalla lunga attesa, la speranza, un amore pieno di languore e di forza Santa Go1·izia gua1·dava e nel sole lagrima1 a. ... E le nott-i illuni ognuno la cercava alzandosi sui sacchi a terra; e le parlava allo scuro indovinando il suo bianco-re. Nei· .boschi ,per og,ni angolo s'ap.postaiva.no i cannoni lunghi come campanil grossi cQme elefanti snelli im mezzo agli scudi come in un paio d'ali Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA Ronzavan i telefoni come calabroni E i Soldati fanciulli dicevano: si va, questa volta si va davvero .... Chi ci terrà quando sarà l'ora?... 43 Come una ,campana .a ,stormO', iSu queltla tSemina. .di srpeTanze, -corre ,l'ur•lo .del Trentino. E' .la ,seicon1davigilia. A « torme enormi », a «valanghe», scende il nemico. Sulla bocca di_ questo soldato d'Italia della Val d'Isonzo torna quel grido di cui rie- .cheggiava al Carducci l'Umbria verde, risuona simile molto n1a col singhiozzo del nostro aff-anno: . « Reggi, Italiano, non_ teniere : corri dall'Isonzo al Brenta, dall'Isonzo all'Adige; corri con l'arrni, colla fede, col tuo valore, col tuo amore. corri . . Partono i ,cannoni ,che s'eran inghirlandati nei boschi, partono i reggimenti e ancora alla pesta notturna e a quel roml>o più IliOO.suno !dormiva. « O Pa:srsione di Maggfo! >> di gio,rno il ne1nico dileggiava con le risa· e i motteggi: divampavano l'odio, l'amore e il d!o:lore -e iSi ;rinserra:vain nel c_uore; ifincllè suonò la ivittoria -e fur-on « ichiusae l•epor.te d'Italia ». E' 1a terza v.igili-a, vi1g1i lia ,della crnnquista!, « del giorno promesso dal nostro cuore, dal nostro dolore ». . Tor.na;va:n ,le lunghe ,ftfo td,e;i fanti, i cannoni, Le munizioni. Prima id.eùl'iJrnpeto ·u1timo v'è come una so.sta; uno iSgomento religioso che fa piegar le ginocchia al soldato sulla soglia di quel tempio sacro della patria ch'egli sta per er~gere. La frase è divenuta larga e grave; poi s'interrompe improvvisa nel movi1nento rotto e deciso di questi versi : Chi dette il segnale? BibliotecaGino Bianco

44 VITA FRATERNA 1'-utti ri settori tacevano ed ecco sonare lo stormo Cominciarono le b01nbarde con abbai, con rugli, con schianti. Sbucavan dappertutto; Goll' ali su i torsi pesanti; traballavano in aria, e poi giù, strepitando. La r01nba ·deiUabattaglia mostruosa e ifra.gorosa, if er1·0 che stritola f-err,o, ,suoilla nel ve•,rso ma, 1s,empre. :iJnisioeime. vi oor,r-e un motivo festoso d'amore che prorompe nella forza. Nei cannoni e nel ferro è passata l'anima, s'è fissata la passione degli uomini. Gli uomini ;nell'ora -s~rem-a ,son c-ome vuoti rdi ,passione, -soli-di fr,onte-· .a: -se ,stessi re, a,Jla 1Inor:te. E ,siulla prima li:nea nesis-uno ipiù fiaitaJVa. l\1a nelle trincee di rincalzo si -effondeva l'anin1a « in canti larghi come preghiere». E tutte le facce Parevan in un'aureola. Suona l'tora. E' l'attacco sul Calvario: a1nore, passione, - angoscia di morte, 1nestizia infinita d'add-ii si fondono nel verso .J-ento-a momenti e ,p:oitravolgente, nell'ultimo g,rido dehl'aiSis8J1to. L'assalto che, alla città « apparsa a tutti nel piano», grida << Sei nostra! Sei nostra!·». Finito il canto del Lacchi? Ci risvegliamo da un sogno, oppure è un incubo che ci afferra? E' la quarta, l'aspra, la nostra, tremenda vigilia. Ricordate I.a seoonda! Nl a rwn si pianse « Ritorna! » - si -disse ascoltando - ritorna! Tuona e ritorna stritola e ritorna. AD.1c,hoeggi v'è oome a,11ora Chi restò di gua1idia Sul Calvario e sul S. Michele. S. RAVASI. Oani forma superiore di vita è religione. Voi sentite, per esempio, dinanzi a un eroe che incarna l'amore di patria in sè, donandosi fino aWultima stilla di vita, sentite la divinità. febbraio 918 L. Biblioteca Gino Bianco

\'JTA FRATERNA 45 APPUNTI. Pet dopo. Certo: bisogna pensare fin d'ora al dopo guerra, e prepararlo .. Ma io credo che ottima maniera di preparar bene il domani, sia questa: vivere bene l'oggi, il durissimo oggi. I problemi del dopo guerra sono in seme nel terreno della guerra: se noi lo scaviamo, se andiamo a fondo, con infrenabile coscienza, dei problemi della guerra - noi già arriviamo a quelli, e ci prepariamo al domani. Umili o grandi rinunce continue; risparmiare per poter dare di più; convincere con la parola e· con l'esempio chi non sa o non capisce, di quella che è la nostra fede e il nostro scopo ~ornune; dividere i dolori altrui, alleviarli, confortarli fraternamente; sopportare i nostri fortemente per il pensiero di quelli degli altri, e per·"Culto della verità e del bene per cui soffriamo; per questa verità e questo bene, vivere, sacrificarci, esser pronti a morire e - che non è meno - a veder morire chi ci è più caro di noi stessi: ecco la vita d'oggi - ecco, certo, la migliore preparazione a,l domani. · Facciamo il nostro dovere d'oggi - tutto, a qualunque costo; domani - se vivremo - sapremo compiere il n_uovo dovere, ~he ci parrà - e sarà - la continuazione viva di quello attua.le; - se saremo morti, saremo .cad~ti sulla via gliusta, e saremo esempio- ed incitamento .a quelli che verranno dopo, e dovranno proseguire. Infelice e stolto chi pensa di appartarsi oggi per preparare il domani, e pel domani conservarsi-!_ Domani si troverà fuori della vjta, in cui avrà un'azione nulla, in paragone di quella che vi avran~o i vivi e i morti d'oggi! . La mobilitazione civile, estesa anche al campo femminile, avrebbe, tra gli altri meriti, questo: permetterebbe l'attuazione dì tutto il volontariato femminile. E' infatti_ grandissima la quantità di donne, di giovani donne specialménte, di « signorine», che con tutta l'anima vorrebbero dare tempo, opera, anima ai ·cainpi in cui la vita ·oggi chiama e reclama e urge il contributd femminile. E tanto bene ne verrebbe per l'umanità d'oggi, e per loro, e - traverso a questa loro nuova attività, a questa arricchita personalità - all'umanità di domani. Ma non possono: perchè papà lo vieta, perchè il fratello le canzona, perchè mammà soBibliotecaGino Bianco

46 VITA FRATERNA spira e gen1e sulla solitudine in cui è lasciata, - e così via. Ragioni (!?) di questo genere sono più che sufficienti in pratica a impedire a una moltitudine innumerev.ole di giovani donne (e anche di non giovanissim·e) di vivere la loro vita, - a privare la ·vita umana del loro ctontributo. LETTEREDI GUERRA Di un giovane aspirante degli A.lpini, a una Infermiera Volontaria della Oroce Bossa, che, trovandosi con lui in un Ospedale da campo quando agli vi era niili~ di Sanità. coneorse a persuaderlo a passare allievo 1tjjiciale in un 1·epartooombattente: Carissinia Signorina, Proprio ora mi giunge la sua lettera e subito voglio ringraziarla per gli auguri inviatimi. • Avevo sperato anch'io prima di venire qui di poter fare nna scappata a casa. Non dubiti che sarei venuto a trovarla. Ho tanto desiderio di stringere la mano a lei ed alla signorin~ Rita; sono ad entrambe riconoscente per l'incoraggiamento che mi hanno dato nel pren~ere questa nuova strada. Benchè naturalmente non ci sia confronto tra le comodità dell'Ospedale O... e quelli del battaglione Monte... non cambierei più la mia nev,e di qui con relativi austriaci a ·pochi passi (in certi punti siamo ad una ventina di metri) cògli ozi di... Sono ora molto più soddisf~tto di n1e e non ho più da cercare pretesti per giustificare alla mia coscienza la mia presenza in zona di guerra all'acqua di rosa. · Don Carlo mi scrisse pochi giorni fa che ha una gran tentazione di seguire il 1nio ,esempio. · Se tutti conoscessero la vita che si fa qui come è incomparabilmente superiore a quel~a che si può fare in ospedale credo che la maggior parte dei benpensanti non esiterebbe neppure nn minuto a cambiare. Certo la responsabilità è. molto più grande, i disagi sono n1olti, la tormenta e le pallottole non guardano in faccia nessnJJ,o, ma non .si ode qui la voce di paurosi o di sfiduciati, ma solo lo schietto! riso di gente di fegato che ha l_lna fiducia in- .crollabile nella vittoria finale. convinzione che sia asfinQ in fondo ed hanno c. I soldati poi hanno tutti la ferma solutamente necessaria la resistenza fede nell'avvenire. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 47 CONVERSAZIONE Parole della Direzione Preghian10 gli amici e le a1niche che intendono rinnovare l'abbonamento di dircelo subito, e farlo al più presto: anche il versare presto la quota di abbonan1ento ci è aiuto. E continuate tutti - quanti amate la piccola Vita Fraterna -· nell'opera per diffonderla, nella ricerca di nu.ovi abbonati. Chi ne ha già dati, non si contenti e ce ne conduca ancora; - chi non ne ha trovati, cerchi ancora, e li trovi; - perchè molti ancora ne occorrono affinchè la rivista viva - e viva util- ~ mente. L'Ardito. « L'Ard'ito » ~ il ten1à del forte disegno offerto dal pittore ten. Aldo Carpi a Vita F1'·aterna. Rappresenta una testa di sol dato affacciata al parapetto ~Ila trincea, con lo sguardo intento e ardente, nell'attesa. Il disegno: è fatto appositamente ed .esclusivamente per la nostra rivista, e sarà mandato in copie numerate agli abbonati sostenitori e a chi procura aLmerw 10 nuovi abbona'menti a Vita Fraterna. Convegni di « Vita Fraterna ». Inf errniere volontarie! - Il piccolo convegno amichevole mensile di « Vita Fraterna» sarà questo n1ese, particolarmente per voi. Domenica 24 febbraio siete vivamente pregate di venire al Centro di Lavoro per i soldati - Via Bigli, 15. Vogliamo parlare tra noi del compito patriottico che dobbiamo svolgere negli ospedali di guerra; mettere in comune le nostre esperienìe; trovare insieme i mezzi, le vi-e migliori; avvisare le _difficoltà della cosa in sè, riguardo ai soldati, all'ambiente; aiutarci a vincerle. Venite! Domenica 24 febbraio, puntualµiente alle 161/2. E. pensateci fin d'ora, così da portarci - semplicemente, sinceramente - ciascuna la sua nota viva. Anche chi non può venire, perchè non è a lYlilano, o per im-- pegni speciali, può farsi presente scrivendoci sµbito quel che avrebbe da dirci. BibliotecaGino Bianco

48 VITA FRATERNA E colle inf ermier.e volontarie devono venire anche le inse- -gnanti che fanno settimanalmente scuola ~i soldati negli ospe- <lali. Nè, con questo vogliamo escludere le altre amiçhe e gli amici che volessero, come l'altre volte, venire: solo avvertia1no tutti dell'argomento. Propaganda patriottica popolare. Continuano nella scuola di via Stoppani le conversazioni di . . propaganda patriottica del gruppo femminile di « Vita Fraterna>> fra le donne del popolo. - Il 3 febbraio presentato dall'Infermiera volontaria Elisa Mayer Rizzioli che lo conobbe ·:ed apprezzò in un iospedale da campo, parlò. il cap. magg. Quirino Croce, operaio, volontario di guerra, ferito e decora~o con m~- daglia d'argento, rimpatriato da pochi mesi dopo veriti mesi di as.pra prigionia in Austria, - e sempre ardente di fede e di volontà di vittoria. Egli ·è· un testi~onio efficacissimo della crudeltà .austriaca verso i prigionieti, - e anela di tornare contro di loro! pa un'amica del gruppo è partita una proposta eh~ ci pare ottima, e che . abbiamo affidato a chi possa fnt_eiessarsi d~lla sua attuazione: invitare i prigionieri rimpatriati, - e patrioti! - ad organizzarsi per svolger~ _la loro opera di p1~opaganda per la ·resistenza, analogamente a quella del Comitato d'Azione fra mutilati, invalidi e feriti di guerra, ~ cosi da portare. la loro testimonianza fino fra i combattenti. Per l'economia. Chiediamo alle lettrici un contributo molto pratico per l'azione patriottica che è scopo di queste paginette: poichè l'economia,. anche ne~le più umili sue forme, è patriottismo oggi. - Chiediamo che chi si è posto e ha. risolto il problema, ci mandi ~1no schema di alimentazione quotidiana fam~liare : la lista di colazione e desinare . per una ~ettimana giorno per giorno, - che concilii c·òn intelligenza e coscienza l'economia e l'igiene. Ricordatevi, .amici combattentf: avvertiteci tosto. di o·gni' cambiamento d' indirizzo, per ricevere sempre Ja Rivista., Linot.:,pia-Tip~r. A. Gorlini • C. - Mazzini, 7 L. MAlOOOHI Gerenu resp. Biblioteca Gino Bianco I

V I T TOR I A I,, PAGINE PER I SOLDATI Febbraio 1918 (Dai DISCORSIMlLITARI di G. Boine) E' inutile· ch'io vi porti l'antiioo esem,pio del nostro cofl}o un1a:no. M.a voi vede,te ch'esso è un corpo· vivo, un organismo in- .telligen.te e l-ibe 1 ro appun,to per1 chè ciascunia sua parte è adatta alla sua funzione, quasi dir~i che la sa, ed obbedisce al comando, rulla VQllonitàdel vootro spirito ohe la muo,v-equanfdo la muove. La ma.no sa prendere ed è pronta a prendere,; il piede. e la giamba. s1an cammina.re. ed bbb-edis:cono alla volontà del vostro cervello s,e questa è di camminare. E così ogni altra parte di voi interna ed este-rna. Nell'e,se.rdto (c-ome nella società) vo-i siete parti del suo org,an;i,smo, parti inteUigen,ti ed obbedienti; ed in quanto sie.te parti di que-sto organismo la vootra intelligenz·a, consi1ste giust'aJppunto nel srup,er obbedire. . . . . Il d,0 1 vere, di cia,S:cuno è, di avere cieca la fiducia in chi lo diri,ge e nelila bonltà di dò ohe gli è comanda,to, e di minuta,. mente capire quale si.al 1a sua precisa parttco-lare· funzione. Come nel co-rpo um.aino non tut,ti gli otl."'g8.!enitutte le memibra hanno una medesima importanza geraJrchica, oosì neWesereito·. Non c'è che un solo tervello e vi son due- braocia e delle dita; ma cias-cun dito ha H suo scopo ed il suo valore e, pe.r ciascuno di no-i, qu-i, non importa moralmente i1 po1Stoche ..-occupi, ma fan- ' p-o,rta il non e-sser memibra para.litiiclhe o morte, o comunque fiocche, non ri:siponrden-ti,ingombrantti. Non essere, in sostanza, organi inutili di questo vivo corpo che tutti insieme componiamo. Se questo ave•te inteiso·, avrete pure inteso come: nelle. -paroil.-e « pr,opria funzione», sia compr-esa otl.t.celai sipeciale maJllSlione a cui uno è aldi-bito, (que:lla diell'art-i.glie.re per l'airtig.ldere.; qu~la di1 zap.patore· per lo zapp,a:t-0re·e così via), anche 1a netta volonltà eh-etutti gil,i altri aocanto, a voi possam.o a 1oro v-olta com- ,pir la loro e tùtto l'assieme dell'eoo~cito, quiruH, effettuarla. Ciò si ottiene, sì, e-on 1'0-bbeid.iie·nzdaa, un laito a tutti ·coloro a cui Biblioteca Gino Bianco

2 VITA FRATERNA siete ger.arohi·c-a,n1e-nt.seubordinaU; ma l'obbetlienza scrlllJ)olnsa ed attenta che è in grandissima parite l'anima d,eJla vo1 sltra discipl1na e di ogni so·cia.le d·ils1ci1p1i,nda·e, v'és.se:raccom,pagnata da una qualità più attiva di intere•s:samento, di calorosa paritecipazione a.Ile azioni crnmun.i ed aHà vita dell'€ise,r•cito,.Iruso,m,mavoi non siete maochine o pezzi d-i maiochina; siete uon1tni, e ·sebbene dobbia,te portare neU'e!Sercizio del vostro do;ve,re la pr-ec-isi0tne ·di una macchina, è la comprensione, l'inteUigenza, il calore affettivo di uo,mini, che dovew aggiungervi. Dovete sentire i vostri camerati e l'as,s-ieme dei vos.fa"iinrfe,riori e suipe-r.io,ri non come le r1,Jote e gli ingranaggi di un ordigno•, ma come l'russii,eme vivo di una famiglia, tesa tut'ta ard una meta, e dove ci.aiscun9 ha sì H suo posto ed il suo gr,~o, ma tutti si ri1S1p-ettane-osi amrano e sono dall'affetto- lo:ro fusi insieme. · .... L'ideale della patria crea per noi militari una più i-igorosa re-sponsa:b.iLitàche non pel cittadino . . . . . S:co,podi tutt.i in una nazione, J'ono,re,.del paese, è aiffidato a noi pa-rt1co~.armenoo. Esis,o è diinna.nz·L agli occhi nostri e de.nlro H n06tro cuore, sempre . . . . . Goone po.trà e1s,se•resoddisfatto di s·è m,edesimo,, obi oolla trascuranza ·si metta nedl'oc,casione di reicar gravi!S$i,modahno a se ed a tutti; aU'onore della. Patria? . : . . Il sim,bolo che ci infiamma, il simbolo dell'onore e geH-a disciplina nostra è la norstm band,i,e,ra. ·Dire la nootra bandiera è dire l'onore della n01&trapatria; e pe,vciò noi consuetamente parliamo come non ne parleremmo ~•es!Sanon foisse assai più di quel che il'oc:chio ne vede, dell'onore della no.s,tra bandiera.. La q:uale è anzitutto il sin1bolo nazi·onale dinna.nzi a cui vi si-e.tescope.rti r,eve·renti nelle solenniità d·ella patria anche quando non ve\Stivatte per nuHa ancora l'uni.fo,mie· che ora ve,s'tite. . . . . Per s,a:pere di ohe stgni.filCato è piooa anche pel citJtad-ino comune l'ima,gip~ di questo drappo trilC.olore s,piegato in· trionfo a.I vento, bisogna chiedere a chi ha. vi1S1S:uftuoo, r del suo p~ a lungo e l'ha ~orto od. in pieno oceano navigando, od' in un lontano porto, od anche solo aHe fine,sitre di un Consolaito nostro, d'un trartto col battito a,l cuore e· gli occhi un1idi. Esrsa è pe,I cuore commosso, la Patria stessa: ed è più precisamente p,el cittaidino iita1iaino l'I.taHa una, l'ItaJia unif.iiea,t,a coo ci.n,.. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 3 quant'anni di eroismi e di dolo,r.i sotto la glo:t"Ì08·aMona.r·chtà di Casa Savoia. . . . . La g,loria ldella Patria, ,noi militari la facctaimo, Ja custodi,amo aititraverso quella òell'eserc.ito e queHa dell'ese,rctto · aittraverso quella de•l no,s,tro-corpo e queHa d-el·corpo attraveriSo quella del reiggin1ento,. di cui i nostri ba'ttag,Iioni, di cui le nostre rcompag.nie, di cui i nostri plotoni, e cia,s-cunio',di noi come ele1 me.nto, è parte. . . . . Oiascun reiggim,ento ha una sua •Sto.ria, coiine in uno stato ~i:as·cuna re.gi,one, e che questa ,partirco,lairest9ria è proprio · que:lla a cui ciais•cuno di noi è più partic.o~armente attaioca.to ~ ci eic-cirt,amaggiormente all'emulazione. Noi ci glori,amo degli ero:i!smi nazionali m,a ci rai0eonti,arno e-on SIP€rcia·lefe. rvo,re e piacere quelli d.i es:s:iche s-i debbono al:la no1&traregione. E ci es·altiamo al r;i,cordo d'una batta.glia vittori-o,sa, ma ce:rchiamo fra gli episodi di ,e,sis•aquelli che riguaird.ano il reggim.ento, queHi che furon com,p-iuti da] reggimimto che è H no&tro1• La umana stm,pa;tia -ci fa quasi esse•r presenti alle gesta di ohi ci ha pre1oefduti nell'unMorme che- ora è no,stra; sentirne l-0 sforzo eroico, la soUerenza fisica, fabbattimento ·.a.vvili 1 to c:Lella sconifitta e la. delirante gioja della vitto-ria. Questa storia di sico.nfilttee di vittorie,, questa s.toria in ogni modo sempre di aibnegazione e di ero·i5mo, è quella che svoltasi con questi e quelli eipìsod:i, in quesito o quel luogo., in questa o quella manie.:r:a, dà la partkolare Hsionoonia a •ciaiscun uegg.i·mento·, iche ne f,a; l'anima viva attr:a.v-e-rso il ten.11poN. oi ci sentiamo, attràver:$0 quest'ariimia, emuli di ·cih'i ci ha pr-e1ced.:utin; oi ce ne senlt.iamo vetntlic.ato,ri, pensiamo per essi a.Ila rivincita, o p,e.res,si pen~iaimo- all.a vtttoria ugu;:L11nente gloriosa. Vog1iamo com'es,si, com,e ,s,eimpre B. nostro reggimento da quando è ~reato, non eStse·rda 1neno1d-e-- gli aJ,tri neU'e,sercito in cui mili-tia,mo·, servire co.n vigore la Patria ed il Re. Vogliamo che il nostro reggimento viva e coiruse-rvi la fis,onom,ia sua coane. la storia sua :propria gliel'·ha. pi,an piano f om1a:ta, come la sua a.mima •S.aldalo vuol.e. . . . . Non •c'è bs·ogno di ragiona,r mo1to intorno a cose come queste. Quanrd-o il .draip,po triicolore coi suoi nastri e le 1Sueme,. daglie vi 1Sispiega dtnnanzi ,solenn,e nel sole., ,è co1ne tSe il meglio dea molti 1che son ,stati ,prima d1 i voi qui a iS-ervil'€,rgeoo1~osie fedeH, umilmente o con glor.ia 'di €,roi, si le·vas.se sev,ero e gagliar- . Biblioteca Gino Bianco

- 4 .· VITA FRATERNA do: iru1-anzi agU -occhi vostri, a •mostra:nsi. Voi 1salutatte ·ed ìl cuore di commozione ,si goruf,ia. ,Che se fil dr.aP\l)o è is-eignato d·iJbrutta,.. gli-a e vittor,ia, un iSu'b-itodesiderio, un subito iirnpeto di dare nella 11ni.srchia,do,v,e.ocoo,rra, H a1crifiici-0d-e1lvo,s,tro colipo come nel giuramento giurato av€lte data l'•arum•a v00itra, :per ,emulazione vi ,prende.· - E IS·e ,il -drruppo è tftatrnmante e !Iliu-ovo,se è intaJtto corne una gi-ov-i-nezza i.mpazi.ente non an1eora prova-ta, -e'ocoohe come un cruccio ed un'a,nsia vi -alff-erra e q~aisi vorreslie la prova, -e quasi vorl"e'Slte!d'un tratJto, ll'IHYsitrarrc,eome anche voi sia.te capaici -di -entusia.sirno e valo•re; vorreste- ooe· la v,o.stra. vergirne banidi-era fois,se a:gitaita nell'impeito del com,ba,tte,r,e e ne uis,ds;se alto ..l.evata 1 coi fregi de!lla g,lori.a. Vor.reste che qualcos·a di voi viva.n1ente, carne il sangue che sprizza, s'hnipri·metsse -in 1-ei, porehè sentite ohe, è in 'essa . imipresso il m·eigli-0dei vostri predeicessorà qui. E caipilte ,p-er!fetta1nente ,ooone in qua:lche caiso do1 loro,so in cui il nem.iJoo -aissera:gliò tutt'intorno le v01s.treschiere, anziichè oode-re la vo·&tra bandi-era, l:aoerrutarla, coloro -che la diifenide,v.ano ,se 1a ,siano .naiscasta, coone si raJOoo.nta., a •brand tsul p,e.tto quasi per .sal,vare. 1criò che r,esitava di -più vitale d-e-1reggimento distrrntto. Qua,si ,comie una ,cooa sa- ·cra ohe norn si perm-eltte sia profana.ta, -quaisi come .s,ein avveniire da.i brani ·ri'cuciti di •essa, ,dove:ss,e,•rtilso;i-.gere,anima viiv-a di un col"'po ohe pareva sp-ento per serrnipre-,l'as,si:0me compatto ch'es.'Sa aveva sostenuto ,e che potiev.a ancora ù"ico.ndurla ailla glori.a dieJlla riviin-cita. Esisa è la presente ilma,gine td-el vostro -onore; ,essa è l'onor-e deU',eserci-to vostro che è p.er voi tutto l'onore; essa è il pa-]jpalbile simbolo -rieHgioso di queHa « Religione d,e,lla Patria» c;he sta ora, in vqti, innanzi ogni altra. . . . . Il giura1nenJto, mili.tar,e è l'atto col quale voi sie.te· eJferttivaimente da semplici cittadini dri.v,e·ntatliso1daitii. Per dir più "_mi-nutam-ente le ,case -e p,er val-e:rci -della definiz,ione da,ta poco fa, voi avete m-esso ~ pegno, quel che di ,più vale.vole, era. in voi aJd a:SiSli1curar,leo Stato della vostra decisione di esser-e J,ealJrnen.tee oome si deve soLdaJti. E ,che cosa d·unque av-ette;meisso a pegno? Il vostro onove 'd'uorrnin-i e di cittadi!ni quasi giuranldo aveste de.tto: « ch'io non sia •più un uon10, deigno id.i ,ta,l nome, -nè •un cirttadi,no, -sie non farò d'ora innanzi tutto -ciò -che è -coonanda,to al soldato, se noo ·s•airòisol1dato ,completaan-einte. »~ BibliotecaGino Bianco

,d,i l'ila Fraterna, ha acce,ntuato ,più ,che •mai I.a sco1po nobiJ.e e m,agntfioo d'una comunione tra gli ani-mi, d'un mutuo co-nsiglio sai-- gente ,spontaneo da og,ni II)a-trimonio individ,u.aLe di esperienza iuterina, di originale ooncez-ione, di co3.tura, di energia, per l'unione semp:r;-epiù forte e oordiale tdegtl.1animi, nena volontà 1indomita del bene della patria e drell'umainità, cui quell'unione è cond,izionel fondarnen tal-e. E com.e allora presentai ,semplicemente, senz'altro attendere, il mi-o pei11siero,così lo ripresento -oggi a Vita Fraterna, identico neUa sostanza e nella forma. << Che cosa ra;ccoman,ct.erei io, morendo? Io raccomanderei l,a gioia. Come un.a coindizione p.erenne1m-ente ne-eessaria di OI'dine, cioè di vita, come un dover.e ,p.erciò. Non conosco lotta m,agg.iore di quellia che si combatte con &e stess,i ,reagendo contro Ja -sensazione che ci trascjn,a a soggi:ac,ere ai ttwbam,e.nti griandi ,e piccoli dati dal-le traversìe umane; e chie si chiama dolore. T,it.a:nic:a1lott.a spesso ! E non -eonosco IJiù supe1·iba fo.rza d-i v-italità ori-entatri,ce e fattrioo di quella ohie deriiva dalla vittoria, d1 al divieto di entrata al dolore. Forse .ctov,r.ei,di.r,e pace i.nvec,e che gioia: li.oho ,detto gioia, (J)erchè (liU.andomi .sono Jo,rzata 'la fugare fin J'u.Ltirno :r-esii'duodi trisie.zza, oelata talvolta ,sotto altre ,parvenze, sono ·stata ri,empita da un'onda irrestiJ.:>iiù,,dei letiizia che saliva al tr.i1pudi,o,e -che è felicità, quell1a che nulla e nessuno può togli.erci,' p.e:vchè.è conquista nostra, ricchezza in ter,iore. Cercate il reano di Dio dentro di voi (Cristo) . ... Possono uccidermi, non possono nuocermi (,Epittelo) ». Tre anni di appassionata partieci1Paiione alla passi0ne nazi-0nale ,e unive.r:sal.e più igig.am,tesc.a,eh-e la storia ricordi, ,e ,in oui, per la patria ,e pe.r ogni cittadino - sOild,at-0delle armi o delil.a coop.erazione civile - la questione del d-0lore, neJl.a sua i~portanz,a call)it.~- :lissi,ma ,ctt .front,e a tutte le altre q,nestioni, si è a>osta fY,•m•idabile e ineffabile - hanno conf,emnato profondamente n.eil -mi-0 -ess,ere .l'att,eg,gi.8Jm,fmtodi· pensi,ero e di lo.tta espresso su. Più è infierito intorno a ·m·e,e ,ID me il dolore, ·J}iùlho sentito, a ,c,ap.od'una vittoria o d'un.a 1sc0Illf<ittia-nt.e.rna, i1l si.gn.ificato divino dclJa J)larola deàl'Imit.azio,ne: Se; avrai ricorso alla sempre viva e permanente verità, 1wn ti contristerai per l'amico che· parta o muoia.. 14 Febbraio 1918. L. BibliotecaGino Bianco

Rispondete alla prepoter,za r1em.ica. ' con la-·potenza •d.i' tutte le forz.e morali e materia.li del paese I Cosi, si vince. UN GRUPPO DI DONNE ITALIANE · . 'CENTRO DI LAVORO PER I SOLDATI Biblioteca Gino Bianco

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