Vita fraterna - anno II - n. 3 - 15 febbraio 1918

VITA FRATERNA 35 o il .genio di un'anin1a sola diffusa in tutta la moltitudine trascinasse in un mese, in un giorno, in un'ora l'esercito alla vittoria. lVIa questo, se avvenisse d'un _tratto oggi, sarebbe nè più nè meno che un mfraC'olo : poichè a stento se ne veggono i segni lontani. La coscienza è pnr sempre di una minoranza che aumenta lentamente. Eppure ciò. dovrà avvenire e se pochi sono i segni che se ne scorgono oggi, vuol dire che la guerra deve durare ancor molto•. (P10ichè non a1nmettiamo neppure in ipotesi che debba terminarsi senza la nostra vittoria e con una pace vergognosa). Certo; la gberra deve durare ancor molto; ma non vedete che' se ne vanno ancora definendo gli scopi precisi; che solo in questi gi:orni si v.a da noi chiarendo - e non dico al popolo e al goverJ:lo, nostri e alleati, ma tra quella aristocrazia spirituale che ha il compito di illuminare il popolo e di rin1orchiare il governo, tutto il nostro compito, quale solo i rari nostri profeti lo videro già? Non vedete con che fatica la rivoluzione intima di cui questa guerra è una crisi, si fa strada negli spiriti?· Certo si fa strada; e talvolta .si -manifesta in lampi così chiari che sospendono il respiro ~per troppa commozione in chi da tempo l'agognava. Quando si vede un grande giornale politico e realista parlare così: « ... nella nuova società che nasce da questa guerra l'utile tende se1npre più a divenire un aspetto del bene, la J)otenza un'incarnazione delJa moralità. Nell'esser interamente moral,e· e generoso, coerente agli ideali cui deve la sua resurrezione, fedele alle norme etiche e sto.riche del suo risorgimento il paese troverà la sola via della sua fortuna e della sua grandezza», (1) - chi fra quanti invocarono con ardore e dolore il regno dello spirito non esulta come a un segno del suo avvento? Poichè. soltanto esso potrà portare la vera la nostra vittoria - anche se la vittoria delle armi nostre potrà di poco precederlo, o ne sarà la manif01Sta messaggera. Anzi esso è già in molti; - « Il mio regno è già in m,ezzo di voi» -; in molti 'quasi inconscio; tutti quanti danno, la vita o la morte per il dovere - e quanti furono e sono, mirandi! - sono di quel regno. :Ma ocèorr-e che se ne riconosca la dignità; occorre che questo Dio ignoto a cni si 1obbedisce come a più (1) « Programma massimo o programma minimo?>> Corriere d~lla Sera - 9 febbraio 1918. BibliotecaGino Bianco

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