Vita fraterna - anno II - n. 3 - 15 febbraio 1918

VITA FRATERNA 41 qualche morbidiezza di una Jetteratura recente e già così lontana da noi. Ma. ri.c-0r:d'iamo·ciohe la stessa nota d'amore e di gentilezza è in tutta la nostra storia Garibaldina. Che nell'epopea dell'Abba suona così, e non altrimenti, da ·un capo all'altro, la leggenda eterna dell'amore e in questo s'esalta la morte. forse noi .no.n avre,mo ·1n:•aidella S'uerra 'l1n quaidro veriista in quel. senso quasi zoliano che la parola può prendere nel tragieo ,Ubro .del Ba:rbusse? Nei versi_ del Locchi l'a1nore avvolge orrore e dolore, add-0trmooita e oom.:oone e baicia in fronte chi muore. E tutte le sere qualcuno non tornava alla baracca o non faceva la tenda co' tre compagni 11,elfango; -restava su nel lètto di melma del Calvario. La m,0-rte è <li quaJ·cuno,, -l'a,more è di tuttt € in quello ognuno si continua. Tutto l'infinito dolore di chi muore e di chi sanguina, di chi soffre e vede morire è chiuso nel cuore, taciuto quasi per un 'intesa di silenzio, intesa stretta in quel tenerissimo abbraccio del poeta ai compagni. e pa.rlo perchè non 11osso tutti abbracciarli, perchè vorrei tutti abbracciarli in si.lenzio; e geitto al loro coli.o · le rriie parole, come le mie braccia. Ne-1 fango -gelido della trincea, com-e suUa :toJ'da d-eil,la n.a--vecolpita, il Locchi, assente a se stesso e al propr!o dolore per la. sua forza, presente e chino a quello degli altri per la pietà, può dire ai compagni : ,se non in m·e in v,oi ,e per voi ho conosciuto d,I noslt•ro srtrazio.. Ma voi r-e-gge•vatecon me -per Ja. ,siteiss,a fe'de, aivevate I.a 1 mia stessa -fame di vittoria, fa1m,edella ga,lett-a intrisa di sangue che s'impastava nelle « madie delle doline » : abbracciamoci nel silenzio, noi che soli sappiamo e sapremo, e non diciamo agli altri che la nostra passione. Quella paissione impaziente a cµi, fin dai primi· gicor.ni, ogni gioTno !portava la s1p-eranz-a, Biblioteca Gino Bianco

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