Una città - anno II - n. 16 - ottobre 1992

ottobre------------- TORNANO I NOMI. Al cimitero monumentale di fori i s'è svolta la cerimonia di scoprimento della lapide sulla tomba dei caduti ebrei del '44. Riportiamo l'intervento di rullio Zevi. E una riflessione di don Sergio Sala. "Nell'archivio di ogni ente pubblico" di fabio Levi il rapporto fra le leggi razziali del '38 e le deportazioni del '43. In seconda e terza. REVISIONISMO STORICO. Iniziamo a discuterne in un'intervista a Carlo Ginzburg. ANNALENA. In una lettera ai familiari, la terribile situazione della Somalia, le angoscie e le gioie di una "missione" dove ogni giorno bambini muoiono ed altri tornano alla vita. In quinta. LAGUERRAIN BOSNIA. In un'intervista ad Alberto Salvato, pacifista impegnato nella exIugoslavia, il racconto di come l'iniziativa di pochi con un'accurata propaganda possa fomentare l'odio. A fianco i racconti di tre madri bosniache, che hanno portato in salvo in Italia decine di bambini. In sesta e settima. IL PUNTO CON ADRIANO SOFRI. Dalla vicenda giudiziaria che sta per concludersi allo sciopero della fame di luglio, dai giovani di oggi ali'" estremismo senile" che domina la scena politica italiana, a tante altre cose, in un'intervista a ruota libera. In ottava e nona. UNA MINIERA. Immagini della miniera di zolfo di formignano, abbandonata da decenni. E i ricordi del vecchio custode e di suo figlio ex-minatore. Con un intervento di Roberto Balzani. In decima. D'ALTROVE. "L'oriente come rifrazione interna" è l'intervista a Ivan %attini. In undicesima. DI VIAGGI. In viaggio negli anni '70 sulle vie della droga. La prima puntata della storia di Giovanni Di Santo. "Cose d'Amazzonia" sono le impressioni di viaggio di Libero Casamurata. Dall'Etiopia il "diario" di Rodolfo Galeotti, cooperante in una missione sperduta. Infine il racconto di Stefano Guidi sulle cerimonie matrimoniali dei giapponesi. In dodicesima e tredicesima. INTERVENTI. "La ragione e la corrida" di Giovanni Maffeucci. "Elogio del vuoto" di Michele Colafato. In quattordicesima. PROBLEMIDI CONFINE. rrapianti e donazione di organi in un'intervista a Gabriele Ravaioli, responsabile regionale dell 'AIDO. In quindicesima. ~ ; NEa Intervista a Germana Cimatti, da tre anni affetta da sclerosi multipla. In ultima

S'è svolta al cimiteromonumentaledi Forlì la , cerimoniadiscoprimentodellalapidesullatomba delleebreecadutenel '44.E' stataunabellacerimonia.Aperta dalle paroledi ammendadell'assessoreZelli, a riparazionedella dimenticanza della città, cui sono seguitequelle del Sindaco Sedioli,delRabbinoCaro,delvicepresidentedella ComunitàEbraicadiFerrara,Bonfiglio/ie, di Tullia Zevi. Tutti hanno messo in risalto l'attualitàe l'importanzadel ricordoin un momentoin cui, nell'Europadi oggi,si tentadapiùpartidi rimuovere,addiritturadi negare,ciòchesuccesseieri. Un'Europadove, dalleprofanazionidelle tombe ebraichee dagliattacchiagli ostelliper extracomunitari,si è arrivatiallaprogrammazionedella deportazionedeglizingari.E questonell'indifferenza,nell'ignavia, o nell'incredulitàditantidinoi. Ritrovarsiattornoa quellapietrainsiemea coloro chesopravvisseroa quelpassato è statobelloe importante.Anche per continuareun impegno cheper noi restapuntod'onore. IL DOVERE DELLA MEMORIA L'intervento di Tullia Zevi, Presidente delle Comunità Israelitiche Italiane Signor prefetto, signor sindaco, signor rabbino. cari amici, cari compagni e, se mi permettete, cari fratelli esorelle, perchè pensoche il fatto di essere qui riuniti in questa pia, straordinaria e nobile cerimonia fa di noi lulli fratelli e sorelle. Devo esprimere, anchea nome di tutte le comunità ebraiche italiane, il profondissimo apprezzamento e la gratitudine per questa decisione del Comune di Forlì di dare sepoltura, anche se a 50 anni di distanza, a queste vittime del nazifascismo. Voglio esprimere gratitudine a quella suora che, malgrado il suo stesso vescovo la sconsigliasse, ebbe il coraggio di andare a riconoscere quelle povere salme e questa fu la preparazione ali' onorata sepoltura che ricevono oggi; e alla dottoressa Saiani che, con pazienza e intelligenza, ha fatto tutte le ricerche e gettato luce su un passatoche rimaneva pieno di ombre. Mi pare che questa cerimonia sia carica di significali simbolici, perchè questo è un monumento alla memoria, al dovere della memoria, è un monito a non dimenticare. Oggi alcuni. troppi movimenti e individui si sforzano di cancellare, di distruggere, di negare la memoria. E' stato detto che chi dimentica il proprio passato è condannalo a riviverlo. Per questo è importante ricordare, perchè i segnali di una possibilità di rivivere questo passato che non vuole passaresono molti e minacciosi. Proprio la notte scorsa, anniversario della riunificazione tedesca, sono stati compiuti oltraggi contro cimiteri ebraici. Nel solo 1991 in Germania sono stati profanati 84 cimiteri ebraici, e devo dire che questedissacrazioni eorrori non hanno risparmialo la Francia e hanno sfiorato 1· hai ia. L ·Europa è percorsa. minacciata eia fremiti di nazionalismi esasperati, cli xenofobia violenta. di antisemitismo. Le radici sono diverse. ma sono concomitanti nella minaccia alla democrazia in Europa. Che cosa significa oggi la xenofobia. specialmente rivolta contro gli extracomunitari? E' la paura del diverso. è il continente che ha conosciuto il benessere,ma che dà segni di crisi e altra versa disagi fortissimi, e si senteminacciato nella propria sicurezza e nel proprio benessere. L'antisemitismo ha radici diver. e, ma praticamente si assommaal la xenofobia e al razzismo. ( ...) Con questacerimonia noi simboleggiamo coloro che hanno il dovere di ricordare. In questo cimitero, gli uni vicini agli altri. ci sono ebrei. atei, cattolici.( ...) Significa che dobbiamo stare insieme. essereuniti, dialogare cd operare per i I bene comune. Alle nostre porte, l'ha ricordato il signor sindaco, stanno avvenendo coseatroci. Abbiamo visto fotografie che pensavamo non fossero possibili in quest'Europa che si considera civilissima. ahimè. Questa nostra presenzaqui oggi mi pareche sia simbolica del dovere di ricordare e di lavorare insieme perché gli orrori che hanno percorso l'Europa 50 anni fa non solo non vengano dimenticati. ma non debbano ripetersi. i dibattiti di UNA c,rrA' PADRI E MADRI E CONFUSIONE DEI RUOLI in piazza del Vescovo, 2 I giovedì 5 novembre ore 2 I CO TORNANO I NOMI L'epigrafe che finalmente ci si è decisi a porre per tutti quegli Ebrei fucilati anche a Forlì, è una memoria che fa ritrovare la nostra stessa identità. Non è un dovere ricordare; è anche l'indispensabile cammino da compiere per non perdere anche noi stessi. Ormai siamo stati tutti segnati da quello sterminio e non basta il trascorrere del tempo o la naturale voglia di vivere e nemmeno i nuovi grandi problemi del mondo per dimenticare e passare oltre. Gli Ebrei sopravvissuti non sono stati abbandonati dall'angoscia, che spesso anzi li ha travolti nel suicidio di un 'esistenza impossibile; ma anche per noi salvati, il ricordo che continuamente ritorna è la ripresa della nostra storia, anche individuale: di ciò che amiamo. Fedelmente, perché convinti, non emozionati soltanto. E l'epigrafe, che fa tornare i Nomi propri, ci fa comprendere meglio che appunto così vanno ricordati: individualmente, come singoli; con il loro volto, direbbe Levinas. Certamente, dietro ciascuno di loro c'è il "problema ebraico", la storia complessiva dei popoli, lo scontro delle culture e delle visioni del mondo; ed è appunto questo che li ha uccisi. Ma è ciascuno di loro che conta: basta uno solo. Anche -soprattutto- quando il corpo non è stato nemmeno identificato. Anche quando è indicato da una semplice sigla K.Z.... Nemmeno il numero enorme, "sterminato", dei 6milioni può oscurare nella quantità il significato di ciascuno di loro: l'uomo, come Dio, non fa numero. Come diceva la prof. Faggiotto nel convegno di febbraio qui a Forlì, questa ricerca personale va in senso precisamente contrario al tentativo dell'odio nazista di soppressione assoluta; e appunto con l'epigrafe riprendiamo il contatto personale con ciascuno di loro: tornano i Nomi. Ognuno -immortale e insostituibile- si aggiunge ai nomi più noti di Anna Frank, Daniel/e, Etty Hillesum... Rileggendo questi dei fucilati di Forlì si sentono risuonare le promesse non mantenute di Dio: Sara, "la principessa"; lsrael, "Diosi mostri forte"; Levi, "Diosi legherà". E i nomi di famiglia che invece ricordano le folli perversioni dell'uomo che li ha segregati nei ghetti delle città: Amsterdam, Morpurgo ... Ogni loro Nome è così carico di storia epromesse. Per questo, credo che solo la biografia, il diario, le lettere siano il linguaggio più rispettoso e appropriato per questa memoria. Impediscono il generale astratto e costringono alle esistenze concrete. Premuniscono visceralmente dal conteggio falso della letteratura revisionista e rivelano, come lo yddish di Singer, la lingua de/l'esilio, la storia vera della gente povera e smarrita. Ma che proprio così ci giudica. Uno di loro, nel ghetto di Varsavia, ha lasciato scritto: "Ciò che non potevamo gridare in faccia al mondo, l'abbiamo nascosto sottoterra...". Noi ora a Forlì sentiamo quel grido. Non si impara la Shoah sui libri, ma leggendo quei Nomi dell'epigrafe molti penseranno ai sintomi inquietanti del nostro tempo; come giustamente è stato detto che "quanti non ricordano il passato sono condannati a riviverne in futuro gli orrori". Per molto meno di Rostock in passato avvenivano i pogrom. Il male esiste, minaccioso e potente; ma tutto dipende pur sempre dalla nostra libertà e dal coraggio di giocarsi. Quei Nomi dell'epigrafe non provocano uno sterile complesso di colpa (anche se tutti in qualche modo ne siamo responsabili) ma sommuovono la coscienza etica responsabile e attiva, che ci impedisce -come invece è stato nel '33- di stare a guardare. E allora, il 2 novembre è vicino, come far conoscere quell'epigrafe ai nostri concittadini? La scuola è appena iniziata: come insegnare storia a chi non sa? Nell'attuale crisi dellapolitica come ricordare il contributo degli Ebrei alla storia della nostra Liberazione? Sergio Sala COMUNE DI FORLI' ASSESSORATO FORMAZIONE PROf'ESSIONALE UNIVERSITA' DEGLI ADULTI COOPERATIVA CULTURA PROGETTO CORSI 1992-93 AREA STORICO-ARTISTICA -Storia dell'arte• Dal Manierismo al Barocco. da Giulio Romano a Caravaggio -Storia di Forlì -Storia delle religioni -Storia delle Civilt?1: vita e cultura nell'antica Roma -Guida alle grandi rno~trc -Guida all'Antiquariato -Viaggiare nel mondo: guida ai viaggi tra co~lllrnc. arte. storia AREA DELLA MANUALIT,\' -Mosaico -Pittura su vetro -Giardinaggio e \'Crdc ornamentale AREA DELLE RELAZIONI SOCIALI -Noi e gli altri: l'arte del presentarsi -L'apprendimento efficace -L'arte della negoziazione: la trattativa efficace -I I gruppo: leadership e lavoro di squadra -Creatività come apprendimento AREA DELLA GASTRONOMIA -Alla ri~copcrta delle cucine tradi1ionali: la Romagna - Erbe e fiori di primavera -Alla riscoperta delle cucine 1radi7ionali - La Romagna - La cucina dell'Appennino -Dolci Europa Al{EA DELLE LINGUE STRA !ERE -lnglc,e: 6 li,elli -lnglc~c commerciale -Tedesco: 3 livelli -Spagnolo: 3 livelli -Francese: 2 livelli Pa informa1ioni..: i,cn11oni: COOPERA l'IVA C LTURA PROGETTO. Via l\laroncclli 24. FORLI'. Tcl. 05-B/35256 Dal lunedì al venerdì: 10.00/11.00- I 7.CX)/20.CX) -Saba10: 10.00113.00

r1cordars1 NELL I ARCHIVIODI OGNI ENTEPUBBLICO••• concludiamo la pubblicazione degli interventi al convegno sull'eccidio del 44, con la relazione dello storico Fabio Levi sulle leggi razziali e sul rapporto di queste con la successiva deportazione degli ebrei italiani Vi parlerò in particolare del periodo che va dal 1938 al 1943, periodo che comincia con l'emanazione delle leggi antiebraiche e si conclude con la caduta del fascismo e l'armistizio dell'8 settembre, cioè la fase .precedente alle deportazioni. E' un periodo che è stato studiato assai poco, anche perché è sempre risultato schiacciato da quanto è successo dopo, soprattullo nella memoria dei sopravvissuti. Evidentemente l'enorme rilevanza e la gravità di quello che è successo dopo il '43 ha fatto sì che quanto è accaduto tra il '38 e il '43 sia diventato meno importante. Eppure credo sia interessante cercare di capire che cosa è successo dal momento in cui sono state emanate le leggi razziali fino all'armistizio dell'8 settembre: infatti vale la pena chiedersi quanto le leggi razziali e la loro applicazione, in quel periodo non proprio breve -si tratta di ben cinque anni- possano aver preparato quanto è successo dopo, in particolare le deportazioni. Non credo vi sia un nesso necessario tra le leggi razziali e le deportazioni. Non è che le leggi razziali siano state emanate in funzione delle deportazioni; né, d'altra parte, credo vi sia un nesso necessario tra l'avvento del fascismo e l'emanazione di leggi razziali, non è che il fascismo dovesse necessariamente portare a quelle; credo però che ci sia un rapporto molto stretto, sia tra fascismo e leggi razziali, sia tra leggi razziali e deportazioni, ed è proprio questo rapporto che, a mio avviso, va studiato a fondo, anche perché le ricerche sul campo sono soltanto all'inizio. Quello che qui vi propongo è semplicemente un indice di problemi e di terreni di ricerca -cercando anche di entrare un poco nel merito- che vale la pena percorrere, nel tentativo di andare più a fondo di quanto fino adesso non si sia andati. Credo che la prima questione da studiare sia proprio il momento dell'emanazione delle leggi, ossia quanto succede nel 1938. Le leggi razziai i rappresentano una svolta repentina, improvvisa, in gran parte imprevista, anche dal punto di vista, in particolare, di chi quelle leggi doveva subire. In realtà si tratta di un avvenimento che aveva delle profonde radici nella storia precedente del fascismo. E appunto è di quelle radici che bisogna parlare, quelle radici bisogna cercare di individuare. Le leggi razziali sono state emanate in ragione, innanzitutto, dell'avvicinamento dell' !tal ia alla Germania, dell'influenza crescente del nazismo sulla politica di Mussolini, e anche in ragione del clima generale che si stava manifestando in giro per l'Europa; ed era un clima sempre più irrespirabile per il mondo ebraico nei vari paesi dell'Europa occidentale e, a maggior ragione, dell'Europa orientale. Quindi c'è questo primo dato rilevante: il sempre più stretto rapporto tra l'Italia e la Germania e la crescente influenza di Hitler su Mussolini. C'è però un secondo elemento importante, che riguarda la politica coloniale del fascismo, e cioè il fatto che, negli anni immediatamente precedenti il 1938, Mussolini si era lanciato nell'avventura imperiali sta, coloniale e aveva sviluppato un proprio specifico razzismo in ragione della volontà di prendere possesso dell'Etiopia e soprattutto nel tentativo di combattere il cosiddetto meticciato, cioè la mescolanza delle razze -così veniva definito dal fascismo- e in particolare la mescolanza della razza italiana con quella africana. Un terzo elemento importante riguarda le aspirazioni sempre più totalitarie del regime nella seconda metà degli anni trenta; la politica razziale del fascismo si inquadra perfettamente in questo ambito. Un ultimo elemento importante, che interviene a favorire il processo che porterà poi all'emanazione delle leggi razziali, riguarda il progressivo allontanamento del fascismo dal sionismo internazionale e la scelta, in funzione antinglese, sempre più filoaraba del regime italiano nell'ambito della propria politica mediterranea. Tutti questi elementi, che hanno profonde radici nelle caratteristiche specifiche del regime fascista, conducono all'emanazione delle leggi razziali. Si può quindi vedere assai bene come, da un lato, le leggi razziali rappresentino una svolta, una decisione relativamente improvvisa, da parte di Mussolini e dei gerarchi fascisti, ma, nello stesso tempo, esista un rapporto molto stretto tra quella scelta e i connotati del fascismo, così come si vengono a definire nel corso degli anni trenta. E' questo un primo terreno di indagine che in parte è già stato arato, ma su cui indubbiamente si possono fare altri passi. Un secondo terreno di ricerca riguarda le modalità attraverso cui le leggi razziali sono state applicate nel corso di un periodo, dal '38 al '43, che, ripeto, non è un periodo breve, è un periodo relativamente lungo. Credo che la politica razziale del fascismo possa essere definita come una politica voluta dall'alto, venutasi a realizzare a partire da una spinta molto forte del vertice del regime, una politica che aveva come obieltivo quello di coinvolgere il più possibile l'insieme della società nell 'attacco agli ebrei, nel processo di progressiva emarginazione del gruppo ebraico dall' insieme della società. Consideriamo alcuni aspelli particolari di questo processo di progressiva applicazione della legislazione razziale: innanzi tutto il grande sforzo messo in campo dal regime nel tentativo di identificare gli ebrei. Non era facile capire chi fosse ebreo e chi non lo fosse, chi fosse da assoggettare ad un regime restrittivo e chi non dovesse esserlo. Il regime mette in campo uno sforzo consistente, a partire dal censimento del 22 agosto del 1938, che è precedente alle leggi che verranno emanate a partire dal novembre; e questo grande forzo, teso ali' identificazione degli ebrei, implica la collaborazione di moltissima gente, di moltissimi impiegati dei più diversi uffici dei comuni, delle prefetture, della questura; implica anche uno sforzo teso ad alimentare un clima generale di sospetto che rappresentava il primo passo nella prospettiva di creare intorno agli ebrei un vuoto sempre più difficile da sopportare. C'è dunque questo primo passaggio, ma c'è poi una serie molto numerosa di altri passaggi importanti: innanzitutto la progressiva espulsione degli ebrei dall'amministrazione pubblica; sappiamo bene qual è il peso in Italia dell'amministrazione pubblica, quanti sono gli impiegati dello stato e quindi quanti sono coloro i quali, come colleghi, come funzionari, venivano coinvolti nel processo di individuazione e poi in quello concreto di espulsione, di cacciata, degli ebrei dai più diversi ambiti dello stato. Quindi una grande massa di persone è stata coinvolta. E badate bene, negli archivi degli enti pubblici, in ogni archivio di qualsiasi ente pubblico, c'è un capitolo "ebrei", perché in ogni ufficio pubblico si è trattato di individuare e di cacciare gli ebrei che facevano parte dell'amministrazione dello stato, dell'esercito e così via. Un altro aspetto importante riguarda l'espulsione degli ebrei dalla scuola e qui l'obieltivo del regime era evidentemente quello di influenzare molto direttamente l'ambiente della cultura, ma anche, soprattullo, di condizionare il mondo dei giovani in funzione antiebraica. Ancora un altro aspetto importante -ce ne sarebbero ancora numerosi a cui non riuscirò ad accennare- riguarda I' allacco alle attività economiche ebraiche, i licenziamenti degli ebrei da numerose aziende oltre che pubbliche anche private, e l'auacco diretto alle proprietà degli ebrei: gli ebrei non potevano possedere più di un certo valore, per esempio nel campo immobiliare. Anche qui si melle in moto un processo, più lento, ma comunque estremamente significativo, che va avanti nel corso degli anni in modo sempre più radicale, teso ad espropriare gli ebrei di una parte consistente dei loro patrimoni. A che cosa conducono tutte queste azioni, che si concentrano in un'unica direzione? Conducono al progressivo impoverimento degli ebrei, ad una riduzione progressiva delle risorse su cui potevano contare, e, su un altro versante, ad un isolamento progressivo di ogni singolo ebreo nel rapporto con la società che gli stava intorno. Tutto questo rappresenta un ambito di ricerca estremamente importante, che ci consente di capire con più precisione che cosa è successo tra il '38 e il '43. Un altro ambito di ricerca riguarda invece le reazioni da parte degli ebrei di fronte all'attacco che progressivamente veniva scatenato contro di loro. Anche qui gli studi sono soltanto all'inizio. C'è da sottolineare, in una prima fase, un atteggiamento di generale incredulità, da parte di una gran parte degli ebrei, non di tutti, una oscillazione continua tra un atteggiamento di incredulità e vari gradi di percezione, di consapevolezza del pericolo. C'è da ricordare che gran parte del mondo ebraico, come, d'altra parte, gran parte della società italiana, era composto di fascisti o comunque di persone che avevano accettato nei fatti l'esistenza del regime; immaginate che cosa poteva voler dire, per tutti costoro, scoprire improvvisamente che il regime aveva deciso di emanare una serie di norme tese ad espellerli progressivamente dal loro ambiente di lavoro, ad isolarli dal resto della società. Via via che passa il tempo le cose cambiano, si mette inmoto una serie di iniziative da parte di famiglie, di singoli, di gruppi, tese a contrastare quanto il regime stava cercando di realizzare. Ci sono tentativi di eludere la normativa antiebraica, anche se non era così facile, soprattutto nella prima fase, quando la spinta all'applicazione delle leggi era molto forte. Ci sono varie forme di contrattazione con l'amministrazione pubblica, ci sono tentativi di corrompere i funzionari per non subire le conseguenze più negative di quella normati va, c'è una forte spinta alI'emigrazioneeci sono numerosissimi tentativi tesi a far sì che gli ebrei potessero mimetizzarsi nella società, cercando varie forme di soliSI LEGGEVA NEL '38 li logo-copertina della rivista "La difesa della razza", del 1938, diretta da Telesio lnterlandi. In ogni copertina compariva sempre una citazione di Dante. Il più delle volte quella del Paradiso V: "uomini siate, e non pecore matte, sì che' I Giudeo di voi tra voi non rida!". In un'altra, quella del Paradiso XVJ, che recita: "sempre la confusion delle persone principio fu del mal della cittade". darietà e cercando soprattutto di evitare di essere individuati da parte delle istituzioni. Vorrei sottolineare come, per chiunque dovesse subire i rigori della legge, fosse estremamente difficile riuscire a valutare l'entità dei rischi che si presentavano. Cito un esempio, a mio avviso molto significativo, che si riferisce al periodo tra il '43 e il '45. Ancora nel 44, a Vercelli e a Biella, il 50% degli ebrei che possedevano una casselta di sicurezza -dal '43 viene emanata una normativa che impone l'apertura forzata delle cassette di sicurezza- non l'aveva ancora vuotata. Questo vi dà l'idea di come fosse difficile, per chi subiva la normativa antiebraica, riuscire a percepire l'entità del rischio che si stava correndo. Un penultimo terreno di ricerca, che però a mio avviso è di grande rilevanza, riguarda l'atteggiamento dei non ebrei nei confronti delle leggi razziali. In proposito vi propongo qui un'ipotesi di lavoro, un'ipotesi che credo possa essere suffragata dalle ricerche che ci saranno. Si tratta di un problema controverso, ma penso che si possa individuare chiaramente una fase iniziale caratterizzata da una sostanziale acquiescenza da parte della generalità della popolazione nei confronti delle leggi antiebraiche: ci furono ovviamente piccole forme di opposizione, ci fu una serie di persone che cominciò a distaccarsi dal fascismo proprio in ragione dei provvedimenti antiebraici, ma, nell'insieme, possiamo affermare che la società italiana ali' inizio non reagì e si dimostrò sostanzialmente acquiescente. C'è poi, in una seconda fase - credo che il fenomeno si manifestasse soprattutto a partire dall'entrata in guerra dell'Italia, dal 1940 in avanti- una progressiva crescita della solidarietà intorno agli ebrei, in ragione, innanzitutto, dell' aggravarsi della loro condizione, ma anche, e credo che questo sia l'aspetto principale, per il progressivo distacco della popolazione dal regime che stava disgregandosi. Un ultimo aspetto, e con questo concludo, riguarda la svolta del 1943. Su questo non mi soffermerò a lungo perché credo che Liliana Picciotto Fargion potrà parlarne con maggiore conoscenza. Quello che volevo sottolineare è soltanto questo: dal '43 in _av.anti,ovviamente, la condi;zione degli ebrei cambia radicalmente. La presenza dei tedeschi è una presenza minacciosa, i tedeschi puntano direttamente alla deportazione, però contemporaneamente, si assiste ad un aggravarsi progressivo della legislazione antiebraica emanata dalla Repubblica Sociale. (Mi riferisco ovviamente al territorio della Repubblica Sociale Italiana e non a quello dell'Italia meridionale, dell'Italia liberata, dove, peraltro, malgrado l'arrivo degli alleati, i provvedimenti antiebraici vengono aboliti con estrema lentezza, e anche questo dato è estremamente significativo.) Tutto ciò significa che il rapporto tra gli italiani e i tedeschi dal '43 in avanti è un rapporto estremamente complesso, perché da un lato c'è l'iniziativa diretta, esplicita, da parte dei tedeschi, finalizzata alla deportazione, dall'altro c'è però un'iniziativa specifica, autonoma dell'amministrazione della Repubblica Sociale che continua a fare quello che si è fatto prima, ma in forma molto più grave, e c'è in terzo luogo, una collaborazione esplicita degli italiani con i tedeschi, un appoggio diretto, in prima persona, di vari ambiti delle istituzioni rimaste ancora in piedi, per favorire le iniziative dei tedeschi tese alla deportazione. In definitiva, risulta molto chiaramente come, nel periodo tra il '43eil '45,laburocrazia italiana agisce come se si fosse progressivamente allenata nei cinque anni precedenti. A questo bisogna aggiungere gli effetti del progressivo isolamento che gli ebrei avevano subito nel corso del quinquennio precedente tali da renderli particolarmente vulnerabili ai nuovi attacchi perpetrati contro di loro dal '43 in avanti. • UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA - SEDI DI FORLI' E DI CESENA Anno accademico 1992/93 AVVISO AGLI STUDENTI (./) .,, )> Nell'anno accademico 1992/93 l'Università di Bologna attiverà nelle sedi decentrate di Forlì e di Cesena i seguenti nuovi corsi: Sede di Forlì: Diploma Universitario in Ingegneria Aerospaziale e Diploma Universitario in Ingegneria Meccanica; Corso di Laurea di scienze Politiche: Indirizzo Amministrativo e Indirizzo Sociologico. Sede di Cesena: Diplomi Universitari in Ingegneria Elettronica, Ingegneria Informatica, Ingegneria delle Telecomunicazioni; Corso di Laurea in scienze e Tecnologie Alimentari-Facoltà di Agraria(con modalità di iscrizione in corso di definizione). Le domande di ammissione ai Diplomi di Ingegneria devono essere presentate entro il 15 settembre p.v. alle Segreterie di Forlì, C.so Diaz, n. 45 (tel. 0543/450208), e di Cesena, Via Sacchi, n. 3 (tel. 0547/24646). Informazioni su termini e modalità di iscrizione agli altri corsi delle sedi di Forlì (Scienze Politiche, Economia e Commercio, Scuola per Interpreti e Traduttori) e di Cesena (Scienze dell'Informazione, Psicologia), sono disponibili presso le suddette Segreterie. L'eventuale attivazione del Diploma Universitario di Informatica Giuridica, previsto per la sede di Forlì, verrà comunicata tempestivamente a mezzo stampa e tramite avvisi affissi presso le Segreterie. • • UNA CITTA' 3

CHI FARI? Intervista a Carlo GinzlJurgsul prolJlema del • • • rev1s1on1smo storico David Irving, "storico" revisionista, di quelli che negando che l'olocausto sia avvenuto, non ha potuto partecipare ad un convegno organizzato a Roma da un gruppo filonazista perché bloccato al confine dalle autorità italiane. Ma in un caso simile è giusto mettere in discussione il principio della libertà d'opinione e di espressione? Prendo la cosa un po' da lontano e, innanzitutto, premetto che non uso la parola "olocausto" perché è un termine religioso, che dà una sorta di cornice provvidenzialistica: è un po' come se il brutale sterminio diventasse qualcos'altro nel momento in cui entra in una prospettiva in qualche modo religiosa. Preferisco parlare di sterminio. Dicevo che prendo la cosa da lontano, perché mi sono trovato in una situazione minima, che però tocca il tema di cui stiamo parlando, qualche anno fa al Salone del libro a Torino. Ad un certo punto sono venuti a dirmi che c'erano i libri di una piccolissima casa editrice che pubblicava i testi dei cosiddetti storici revisionisti - quando si parla di revisionismo, bisognerebbe precisare: una cosa è Nolte e un'altra sono i negatori puri e semplici dello sterminio come Faurisson e lrving- e mi hanno chiesto una firma per un appello agli organizzatori per espellere questi espositori. Firma che io ho dato. Penso che se me la richiedessero forse la ridarei, ma è un tema su cui ho delle incertezze. Penso che sia un problema di modi e di tempi per evitare la provocazione, perché non c'è dubbio che questa gente cerchi la provocazione. Ora, all'estremo opposto, abbiamo la posizione di un ebreo come Chomsky, per il quale un Faurisson ha diritto di esporre in qualunque momento le sue tesi. Scrivendo la prefazione ad un libro di quest'ultimo, in cui fra l'altro dichiara di non averlo neanche letto, Chomsky afferma che, per principio, Faurisson può esprimere qualunque idea. Io trovo questa posizione di Chomsky sbagliata e leggera; se non altro avrebbe dovuto leggere il libro. Battersi per il principio secondo cui chiunque, e dovunque, possa esprimere qualunque tesi non mi pare responsabile. Per citare un altro caso che tocca la libertà di stampa, io non sono per l'esposizione della pornografia dovunque e comunque a chiunque. Per esempio, non credo giusto esporre ai bambini immagini pornografiche di carattere sadico. Non sono per una libertà di stampa indiscriminata. Credo giusto che ci siano dei limiti, limiti che possono e debbono essere posti sulla base del contenuto di cui si tratta. Una menzogna può contenere un elemento intollerabile per molte persone, che possono essere state toccate nei loro rapporti familiari dallo sterminio o che, pur non avendo legami di parentela con persone uccise, possono trovare tutto questo insopportabile. Certo, questo pone problemi difficili e delicati. Chi deve decidere? Tuttavia il fatto che il problema sia difficile non toglie che la tesi della libertà di stampa indiscri~inata non sia, a mio parere, giusta. C'è poi un problema non già di principio, ma di opportunità politica: come rispondere alla provocazione cercata da queste persone. Ho letto un'intervista di Miriam Mafai a Irving, un'intervista inquietante perché Mafai viene indicata come mezza ebrea e poi trova, tornando a casa, stampa neonazista nella buca delle lettere. Insomma, come dicevo, si cerca la provocazione. Allora, che cosa è meglio: farli parlare o non farli parlare? C'è infine un terzo problema, più circoscritto, ma delicato: quanto rilievo bisogna dare a queste figure, come rispondere a questo tipo di tesi? Credo che sia giusto dare loro un certo rilievo, perché queste tesi, nella situazione che s'è creata in Europa negli ultimi anni, non sono patrimonio di alcuni pazzi squinternati, ma hanno un potenziale esplosivo di cui bisogna rendersi conto. Dopo 1'89, cioè dopo la caduta del comunismo nei paesi dell'Est, è all'ordine del giorno il problema di un antisemitismo senza ebrei, perché si tratta in alcuni casi di paesi dove non ci sono più ebrei. Per fare degli esempi, in Polonia, che conta ormai poche migliaia di ebrei, s'è fatto in passato dell' antisemitismo sotto la veste dell'antisionismo; ma anche in Austria esiste un antisemitismo praticamente in assenza di ebrei. La componente fantasmatica, nel caso dell'antisemitismo, è così forte che non ha nemmeno bisogno della presenza degli ebrei. Allora queste tesi hanno una sorta di valenza politica che può essere usata comunVia MF. errari BandBinui1ti,5 Te(/0. 543) 7007•67 FAX 78C(J65 moo FORL/ 1 Il va1il:sloupportaolla promozionde llaVs.attività Vendita i Ideazione Orologi da parete e da tavolo, oggettistica da scrivania, articoli promozionali "ad hoc". Oggettisticapromozionale:penne, agende, articolida ufficio,calendari, portachiavi,pelletteriavaria,magliette, camicie tute da lavoro,valigette,ecc. Campagne pubblicitarie, oggettistica promozionalepersonalizzata, sponsoriuazioni manifestazioni sportive, realizzazionigrafichedi marchie stampati pubblicitarvi ari,ecc. Il mezzopiùsempliceper esserericordati? / '-- ...facile il nostronumerotelefonico! t O/lt·WZ-l•ntl·•ill l tJ/ lt-ncr: que ed è giusto dare loro un certo rilievo. Ma una volta d'accordo su questo, resta ancora il problema di come rispondere. Una soluzione potrebbe essere: rispondere sul piano fattuale, vedendo le prove addotte da questa gente e producendo le prove contrarie. Questo stile di argomentazione empirico, fattuale, è stato seguito da Pierre Vidal-Naquet, uno dei maggiori storici dell'antichità che ci siano oggi, un ebreo che ha avuto la madre uccisa in un lager nazista. Conoscendo questo retroscena, ho trovato la lettura di un lungo saggio, pubblicato in un volume tradotto in italiano "Gli ebrei, la memoria, il presente", non solo sconcertante, ma anche dolorosa. Mi sono chiesto: ma perché Vidal-Naquet, per controbattere a quello che dicono Faurisson e gli altri, s'è sottoposto allo sforzo di trovare minutamente le prove delle camere a gas? Devo dire che alla fine ho trovato questo saggio non solo uno straordinario esercizio morale ed intellettuale, ma anche di grande efficacia politica. Perchè effettivamente, nel ricambio di generazioni, possiamo pensare che molti giovani, che hanno sentito parlare solo vagamente dello sterminio, possano prestare ascolto ai discorsi dei revisionisti. Contro questa tentazione o attenzione distratta le pagine di Vidal-Naquet sono molto efficaci. Con questo io non credo sia necessario ogni volta riproporre la verità fattuale dello sterminio. Credo che Mafai non abbia avuto torto a dare per scontato che lo sterminio c'è stato. Anche da un punto di vista giornalistico penso che sia più che legittimo non rifare ogni volta la storia, però -lo dicevo in una trasmissione radiofonica a Bolognala "dimostrazione" non può essere fatta una volta per tutte, probabilmente ci sarà bisogno di qualcuno che ritorni su questi temi. In questo sono pessimista. Mi sono occupato di questo tema da un angolo visuale diverso -non sono uno storico dell'età contemporanea, però mi interesso di problemi di metodo storico- e, in un saggio che ho pubblicato in inglese e che in questi giorni è uscito anche in italiano, discuto, fra l'altro, le argomentazioni di Hayden White, uno storico e filosofo americano, che ha scritto un saggio in cui, parlando della posizione di Faurisson, non esprime una ripulsa precisa. C' é una tendenza che ha preso piede in America, un po' anche in Francia, meno a mio parere in Italia, di attenuare le differenze fra affermazioni di fatto e affermazioni puramente di finzione, quindi fra narrazioni fattuali e narrazioni di finzione, dicendo che, in pratica, si tratta sempre di finzione e che, comunque, non è possibile tracciare una differenza. Dato che, si dice, esiste un elemento di finzione costruttiva anche nel lavoro degli storici è impossibile confutare le affermazioni di Faurisson. Questa è una tesi apparentemente sofisticata. A mio parere è semplicemente falsa, però ha una grandissima fortuna nelle università americane e mi è sembrato giusto intervenire su questo tema. Quindi se da un lato questo revisionismo si richiama ad un pubblico molto rozzo, dall'altro può trovare anche una sorta di tolleranza da parte di un pubblico intellettualmente sofisticato. Certo, lo sfondo è quello dell'Europa degli ultimissimi anni in cui, dopo il crollo degli elementi di controllo che erano dati dai regimi socialisti, c'è questo feroce acutizzarsi di connitti etnici prima "congelati". Per esempio in Russia il movimento Pamjat, che gioca la carta del risentimento reazionario in chiave etnica, ha come punto di richiamo il razzismo. Non ha l'impressione che l'abuso di retorica abbia creato un clima addirittura più favorevole alla penetrazione delle tesi revisioniste? E' un problema che si pone sempre a chi insegna, sto per dire una banalità: è importante cercare di capire chi si ha di fronte. Nel momento in cui certi discorsi diventano giaculatorie ripetute di anno in anno, di generazione in generazione, allora questi discorsi si disseccano e su questo terreno può prendere piede un discorso rozzo, brutale, come quello dei negatori dello sterminio. La retorica distrugge l'attenzione nel senso profondo, distrugge il rapporto vitale con il passato, in questo senso la retorica è il primo nemico da battere. Di fronte ad una giovane generazione che prova un'insofferenza per quella che appare la solita solfa sullo sterminio, sarebbe assurdo proseguire nella retorica e poi dar la colpa a loro. Bisogna cercare di ristabilire un rapporto vero, non retorico col passato. Si potrebbe giocare sulle analogie. Anche qui il problema si biforca, perché c'è un rischio di banalizzazione dello sterminio: la via d'uscita non è quella di dire "vedete, era qualcosa di simile a quello che succede ora in Bosnia ma su scala maggiore". No, bisogna partire dall'analogia per comunicare poi gli elementi della specificità. Qualcosa di simile, però qualcosa di•completamente diverso. Analogia iniziale e poi specificazione. Si ha banalizzazione quando l'analogia rimane tale. Si può partire dall'oggi e dire "però, vedete, era una cosa diversa, perché il nazismo era diverso." Perchè era diverso? "Intanto, non solo gli ebrei sono stati colpiti, ma anche gli omosessuali, gli zingari ecc." Cioè, nel momento in cui si parla di qualcosa di reale, cercando di coglierne la specificità senza annegare tutto in un minestrone, si ha un insegnamento, ossia la comunicazione di qualcosa a qualcuno che non la conosce. Il che mi pare una situazione che fa parte della nostra specie, nel senso che la nostra specie è fatta in modo tale che la trasmissione del sapere è costitutiva del suo stare al mondo. Non so se l'insegnamento abbia un ruolo nella vita degli scoiattoli, però certamente ce l'ha in quello della specie umana. nel prossimo numero: sul revisionismo storico, il parere di Marco farciti, esponente della "nuova destra" • Pest Control igiene ambientale ■ Disinfestazioni • Derattizzazioni - Disinfezioni ■ Allontanamento colombi da edifici e monumenti ■ Disinfestazioni di parchi e giardini ■ Indagini naturalistiche 47/00 Forlì - viaMe11cc2i,4 (Zona/11d11striale) Te/.(0543)722062 Telefax(0543)722083 BlhtintA~-· . . CO SI LEGGEVANEL '38. NOI COSA LEGGEREMO? Dai palmizi ai grattacieli il salto è grande! Un...elegantone allo specchio. dal servizio "Negri e bianchi in Africa" del numero 2 de "La difesa della razza". PER CONOSCERE KORCZAK Dopo il dibattito su Janusz Korczak, svoltosi a Forlì il mese scorso, molti degli intervenuti hanno espresso il desiderio di conoscere la bibliografia italiana delle opere di Korczak. Lo abbiamo chiesto ad Andrea Canevaro. Nel 1979 è uscito in traduzione italiana il libro di Janusz Korczak "Come amare il bambino", Emme Edizioni, Milano. Il sottotitolo era: I principali scritti pedagogici del grande autore polacco. C'era una presentazione di Bruno Bettelheim e una prefazione di Aleksander Lewin. Diciamo "era'' perché il libro è introvabile, come la maggior parte di quelli delle "vecchie" Emme edizioni. La stessa Emme aveva pubblicato un anno prima, nel 1978, il libro più famoso di Korczak per i bambini e per gli adulti, "Re Matteuccio". Questo libro è veramente molto conosciuto in molti paesi del mondo. E' stato pubblicato per la prima volta nel 1923, ed è stato seguito, l'anno dopo, da un altro libro che, se fosse edito in italiano, potrebbe chiamarsi: Re Matteuccio sull'isola deserta. Korczak scrisse molto per i ragazzi: storie, libri di consigli, e molti articoli su giornali. Dei tanti suoi scritti, in italiano sono reperibili, con pazienza e con la collaborazione di un buon libraio: "A tu per tu con Dio", Elle Di Ci, Torino, 1979; "I bambini nella Bibbia", Biblioteca Carucci, Roma, 1987; "Diario dal ghetto", che ha avuto diverse edizioni dall'Editore Carucci (Viale Trastevere 60, 00153 Roma - Tel. 06/5806274). Soprattutto questo ultimo libro può essere davvero prezioso per avvicinare meglio, più da vicino, questo grande educatore. Su di lui sono usciti saggi su riviste. E un libro tutto dedicato a Korczak è stato scritto da Anna T. Rella Cornacchia ( "JanuszKorczak. Una vitaper l'infanzia", Emme Edizioni, Milano, 1983), purtroppo anche questo difficile da rintracciare. Forse sarebbe il momento di lavorare ad un libro saggio e antologia. Perché Korczak è soprattutto educatore, e i suoi libri o in generale i suoi scritti andrebbero sempre intrecciati con le sue vicende; scelti ed intrecciati ricercando la coerenza e il fascino di un educatore che ha tanti collegamenti impliciti -e che la parte saggistica del libro dovrebbe esplicitare- con grandi autori e altre pratiche. Korczak non lo sapeva, ma il suo modo di vivere l'educazione era in sintonia con altri, in diversi punti della ten-a. A. C.

' . ••• in una lettera ai familiari, le angoscie, i problemi terribili e anche le gioie della "missione" di Annalena La /e11eradiAwwlena Tonelli èdi giugno. Da allora la situu:ione in Somalia è in parte 111ig/ioraw,a/- 111e11p0er quel che riguarda il mercato nero. che è crollato in seguito all'arrivo degli aiuti. e per i voli i11tema:io11aliche sono ripresi. Ma le bande armate restano padrone della situa:ione, i11co111ho1p1e0ricoli di ogni genere, efa111e,denutri:ionee 111a/a11iu co11ti1111w10quotidianamente a fare vi11i111soepra11u11ofrai bambini. Ri11gra:ia1110i }l1111iliarpi er m•erci concesso di pubblicare quesw lei/era di Anna/ena. che pitì di ogni articolo, ci per111ettedi "entrare" demro alla sua "111issùme". 12 giugno Carissimi, è l'una di notte. Mi ero appena addormentata che Saad mi ha chiamata ... purtroppo troppo tardi ... era già in un mare di popò diarrea e allora ho appena finito clipul irio e di lavare il materasso e il pavimento e sistemarlo cli nuovo tutto avvolto in lenzuola pulite e in una coperta perché questa casa è piena di correnti ed io ne godo ma sono senz·altro micidiali per i miei bambini che tossiscono molto. Soprattulto Saad in questi ultimi giorni ha ripreso a tossire come alr inilio. ...Mi pare che vi stessi dicendo che già da più parti mi assicurano che nel corso di questi sei mesi di mia assenza da Mogadiscio tutti i laureati che erano rimasti nel paese dopo l'esodo incessante di tulio il ·91 dopo la cacciata di Siyad Barre se ne sono andati o si stanno organizzando per andarsene ... e ogni commento è in loro favore perché l'opinione generale è che non ci sono speranze per il futuro di questo paese ... lo penso a queste migliaia e migliaia di poveri abbandonati, provati al di là di ogni umana possibilità di prova, e per loro, per la loro sofferenza e per la loro umanità voglio solo vivere e morire, ma sono ugualmente convinta che non ci sia futuro. 1 vecchi, i cosiddetti eldcrs, sono tulli corrotti, disonesti al punto che spesso sento con violenza dentro che saranno vomitati il giorno del giudizio perché troppo orrendi per essere neppur degni cli un giudizio ... Continuano a riempire i loro magazzini di cibo rubato e a non venderlo fino a quando i prezzi del mercato vanno talmente su che loro vendono riso e granoturco e zucchero e olio come se vendessero riorini ct·oro, non aprono la loro casa neppure ai parenti poveri. ai rifugiati fuggiti da orrori di violenze, uccisioni e torture e saccheggi e razzie di campi e di bestiame, continuano a scegliere per le posizioni cli potere. che non hanno mai cessato cliattribuire nonostante l'assenza di un vero governo. le persone più notoriamente disoneste del passato regime ... proprio oggi si commentava amaramente a tavola... Hilary (Croce Rossa) ci ha raccontato gli ultimi incontri con gli anziani che continuano a dominare e continueranno a farlo finchéavranno vitae dopo ce ne saranno altri come loro... pensate che hanno scclto come commissario regionale una sporca figura del passato regime famoso perché sfruttava tulio e tutti e faceva un business vendendo perfino la sabbia del mare e impedendo che altri la prendessero gratuitamente ... E' il 13 giugno. Sera. Un miracolo è avvenuto grazie a Mario perché io mai r avrei organizzato se non per qualcun altro. Ho comprato ieri un generatore seminuovo per centoquaranta dollari e ora scrivo alla luce di un tubo al neon qui nella mia casa. I bambini miracolosamente dormono dopo ABBONATEVI A UNA ClffA' aver corso e giocato tutto il giorno con una carica cligioia cli vivere così travolgente che tulti li riempiono cli coccole e carezze tanto sono adorabili: è la gioia incontenibile di chi si sa scelto e amato ... lo struggente desiderio di ogni nostra vita. Mario continuava a dire findal primo giorno che era impossibile lavorare senza generatore... veramente anche lui nei vari paesi dcli' Africa incui era stato non aveva quasi mai goduto della luce elettrica ma qui tutto era talmente duro che gli pareva impossibile e inaccettabile non vedere più nulla alle sei e mezza di sera e dover trovare vene introvabili al lume del fainus o di pile sempre eccessivamente fioche perché quando si trovano le pile sono tulle vecchie e scmiscarichc e durano niente e le lampadine saltano di continuo nel bel mezzo delle situazioni e delle operazioni più delicate ... il tracollo l'aveva dato ai primi ciel mese quando il balcone della sua nostra casa è crollato spaccando il femore a un bambino del feecling centrc e scaraventando nel pentolone del brodo bollente un muratore che faceva lavori lì vicino ... ·'Dio si è veramente dimenticato di questa gente!'' è stato il suo amarissimo e tesissimo commento appena mi ha visto arrivare trafelata di corsa perché lui mi aveva chiamata urgentemente ... E' chiaro che il peso l'aveva tutto lui che doveva sistemare la gamba fracassata mentre io mi sono occupata dell'uomo ... e ci ha messo ore perché non l'aveva mai fatto e perché è un perfezionista e non ha una gran fiducia in se stesso... e intanto si era fatto scuro e lui pativa e sudava come un Cristo in croce ... No, Annalena, non è possibile lavorare nel buio. Troppi sono i casi gravi abbonamento: 25000 lire sostenitore: 50000 e.e. n. I 2405478 infestato a eoop. UNA elffA ', via Ariosto 27, Farli ABBIAMO LA SEDE. E' in piazza Dante Alighieri {del Vescovo} n.21 - Telefono: 0543/21422 Sarà aperta tuffi i giorni dalle 17,30 alle I 9,30 UNA ClffA' è in edicola a Forli a metà di ogni mese. A Cesena è in vendita olio libreria Df DAI.US, via Aldini, 2. I.a si trova anche a Sorrivoli, ol Circolo culturale "Il castello". Comunedi Bagnacavallo- Provinciadi Ravenna- A.T.E.R.- AccademiaPerduta/RomagnaTeatri Teatro Goldoni *martedì 20 0110/Jreore 21 anteprima FABRIZIODE' ANDRE' "inconcerto" *giovedì 26, venerdì 27 novembre ore 21 anteprimaA.GI.DI PAOLO HENDEL "Alladeriva" di e con PaoloHendel *domenica 29 novembre ore 2 I AUDAC ANNAMARIAGUARNIERI "La mogliesaggia" di CarloGoldoni regia di GiuseppePatroniGriffi conIlariaOcchini.LucianoVirgilio, Giovanni Crippa, Franco Mezzera - scene A. Terlizzi costumiG. Pescucci *dicembre (daw da definirsi) anteprima ACCADEMIA PERDUTATEATRO NAKU "Istantanea" di e con Sonia Gonzalese DaniloConti *giovedì 17 dicembre ore 21 TEATRO DI LEO "IV e V atto dell'Otello di W. Shakespeare"soliloquiodi LEO DE BERARDINIS *mercoledì 23 dicembre ore 21 VALERIA MORICONI "Trovarsi"di Luigi Pirandello re ia di Giuse e PatroniGriffi eca Bagnacavallo Stagione Teatrale 92/93 *mercoledì 6 gennaio ore 17 E.R.T. TEATRO DELLE BRICIOLE "Pinocchio"di BrunoStori regia di LetiziaQuintavalla *domenica IOgennaio ore 21 ENZO MOSCATO "Rasoi" regia di Mario Manone e Toni Servilio *giovedì 21, venerdì 22 gennaio ore 21 VITO & ENZOJACCHETTI "DonChisciotte: la storia veradi Guerinoe suo cugino" *giovedì 28 gennaio ore 21 THE MOMIX "Momix-show" direzione Pendleton artistica Moses *martedì 2 febbraio ore 21 BALLET NATIONAL DE MARSEILLE uno speuacolodi RolandPctit *domenica 7 febbraio ore 21 ARGOT "Volevamoessere gli U2" testo e regia di UmbertoMarino *.1aharo I 3, domenica 14 febhraio ore 21 anteprima A.GI.DI PAOLO ROSSI "Si fidavanosolo di mc" (titolo provvi~orio) re ia di GiampieroSolari • *martedì 2 mar::.oore 21 MARIANGELA D'ABBRACCIO "Sunshine" di William Mastrosimone con MASSIMODE ROSSI regia di MarcoMauolini *domenica 28 111ar::o.ore 21 ACCADEMIA PERDUTA/ ROMAGNATEATRI "L'impresariodelle Smirne" di CarloGoldoni regia di AmonioTaglioni *aprile (daw da definire) WIMMERTENS "in concerto" ABBONAMENTI: A) 6 spellacoli: A.M.Guarnieri/ V.Moriconi/Momix/M.D'Abbraccio/ R.Pc1i1/Accademia Perduta-Romagna Teatri. f. I I0.000 B) 9 ,pc11acoli: gli ,pcllacoli dcll'abbonamc,110 A + P.Hcndcl/Vito & Jacchc11i/P.Ro,si. .C. 150.000 C) 6 ,pcllacoli: P.l lcndcl/E.Mo,cato/ I.co Dc Bcrardini,/Vito & Jacchc11i/ Volevamo c,,crc gli U2/P.Ro,,i. L 110.000 D) 12 ,pc11acoli: ,pc11acoli abhonarncnti A+ C. L 200.000 TEATRO GOLDONI Accademia Pcrdu1a/Rornagna Teatri Piazza della Liberti, - Bagnacavallo Tcl. 0545/64330 - 62600 - 61127 CO - dalla Somalia gravissimi ... sono llltti gravis- ~imi... Ed è così che un suo amico dei tempi di Qoriolcy è stato incaricato pressantemente di trovare e sistemare un generatore come infatti è avvenuto. Continuerà a funzionarc'l on so. Resta il fatto del miracolo di questa sera proprio quando era arrivato un messaggio eia Hilary che domani andrà a Mogadiscio con Finn e che si offre di far partire le nostre lettere se vuole Dio. lo mi sento sfiduciata dopo che Hilary ci ha confermato l'interruzione di tutti i voli ... quando mai le nostre lettere e i nostri messaggi arriveranno fino a voi? Questa guerra ha scatenato un'indifferenza di fronte alla morte e alla sofferenza degli altri, elci parenti piL1cari che è sconvolgente per noi e sicuramente inimmaginabile per voi... le madri sono felici della morte dei loro figli: un peso in meno che loro non si sentono di portare ... Mario grida, anch'io a volte ... l'indifferenza di questa gente, la loro apparente anaffetlività mi spacca dentro... i bambini muoiono tutti con fatica, con sofferenza... le madri stanno accanto ai corpicini senza vita. senza un gesto senza una parola ... per ravvivarsi tutte solo quando si tratta di mangiare ... ma io non parlo delle mamme affamate e allucinate appena arrivate dal Sud e dall'Ovest o dal orci... parlo di madri che stanno con noi da tempo, che mangiano tre volte al giorno ... e poi parlo di quelli che non hanno problemi di mangiare: uguali. Intanto si è fallo mattino. Non so più come raremo a comunicare perché gli aerei siadi ICRC (Croce Rossa lnternaz.) che di UNICEF non volano. Ho sentito che le organizzazioni si servono di piccoli aerei privati ma non più con la frequenza di prima. Forse mi ripeto, comunque è avvenuto che un intero aereo ICRC è stato preso da quelli che avrebbero dovuto proteggere l'aeroporto. Stessa cosa per un grosso aereo 'Clel1' UNJCEF tra l'altro pieno di "unimix" il prezioso porridge per i bambini tanto più prezioso perché nessuno ha portato latte. Noi tempestiamo per il latte da sempre perché non si trova più sui mercati da tempo e quando se ne trova un sacco lo vorrebbero vendere a peso d'oro. Intanto la nave da 7000 tonnellate di riso e fagioli che la ICRC tentava di scaricare da un mese e più a Jesira a pochi Kmda Mogadiscio è stata llltta saccheggiata e praticamente nulla è arrivato ai poveri. Cioè, per essere più precisi e farvi capire come avvengono queste cose: Jesira ha un proprio harbour(porto ), è come Marka, forse ancora più laboriosa per le operazioni di scarico. Siccome Mogadiscio porto non era sicuro, il cibo per le cento cucine aperte a Mogadiscio e per gli ospedali si è tentato di scaricarlo a Jesira ... problemi infiniti di mare, clicorruzione, di furti. cli attacchi e razzie dei morian, di elders mestatori ... in un più di un mese i delegati di ICRC sono riusciti a scaricare la metil della nave ... praticamente le briciole sono arrivate ai poveri. Intanto è arrivata la conferma che Mogadiscio porto era tranquillo per cui le rimanenti 3500 tonnellate sono state dirottate su Mogadiscio. Là in meno cli due giorni tutto era stato scaricato senza problemi, ma il terzo giorno, tutto, fino agli ultimi granellini è stato rubato dai potenti mentre si trovava ancora dentro alla dogana. Allora ICRC e UNICEF hanno dato un ultimatum: o viene loro garantita la sicurezza della distribuzione degli aiuti o loro si ritirano dalla Soma! ia. Comprensibile che nessuno ne possa più di questo paese abbandonato dagli uomini, ma chi sarebbe che dovrebbe garantire la sicurezza? Non c'è governo e non ci sarà. C'è un margine di sicurezza solo all'interno delle zone controllate da un clan. Tutta Mogadiscio è divisa in zone appartenenti a una tribù: questa è la realtà. E poi la realtà è che il paese è nelle mani dei morian (bande di delinquenti) armatissimi e ignorantissimi e nelle mani degli affarjebbleche vuol dire "quattro tasche" perché questi vecchi non si accontentano di due tasche come è stato negli ultimi vent'anni e forse in parte anche prima e che sia i morian che gli affar jebble quando si tratta di divisioni, vendette per uccisioni si spaccano e stanno fermamente divisi fra tribù e clan. Nel frattempo la "nostra nave" (di ICRC) è andata a scaricare a Kisimayu e noi non abbiamo più speranza di avere cibo della ICRC qui a Marka. Da Mogadiscio è un sogno sperare di poter avere qualcoComunedi Meldola - AccademiaPerduta/ RomagnaTeatri TEATRO DRAGONI Meldola Stagione Teatrale 92/93 *mariedì /O-mercoledì I I novembre Compagnia Giuseppe Pambicri-Lia Tanzi "L'INQUILINA DEL PIAO DI SOPRA" di Picrrc Chcsnol con Giuseppe Pambicri e Lia Tanzi regia di Gianfranco Dc Bosio *.rnbalo 21-domenica 22 novembre OMBRETTA COLLI "DO NE IN AMORE" di Alloiso. Colli, Gabcr regia di Giorgio Gabcr *lunedì 7-martedì 8 dicembre Compagnia della Rancia "IL GIOR O DELLA TARTARUGA" di Garinci e Giovannini musiche di Renato Rasce! regia di Saverio Marconi *lunedì 21-mariedì 22 dicembre VALERIA MORICONI "TROVARSI" di Luigi Pirandello regia di Giuseppe Patroni Griffi *giovedì 7-venerdì 8 gennaio Compagnia Teatro franco Parenti "LA MARIA BRASCA" di Giovanni Tcstori con ADRIA A ASTI regia di Andrèc Ruth Shammah *venerdì 22-.\(//Jaio23 xennaio Ra.Ma 2000 "IL TRIA COLO 0EL ... IIERMUDE" di Sarn Bobrick e Ron Clark con DANIELE FORMICA, MATTIA SBRAGIA. MARIA PAIATO regia di Francesco An,alonc *giovedì 4-venerdì 5 febbraio Giovane Compagnia D'Opcrcllc "LA VEDOVA ALLEGRA" di Fra,12 Lchar con CORRADO ABBA TI Orchc~1ra del Teatro San Prospero *marledì 16-mercoledì 17febbraio Plcxus "LA LEGGENDA DEI BASTARDI ASSASSINI" giallo comico di Robcrt Thomas con ARTURO BRACHETTI regia di Guglielmo Ferro *venerdì 26-sabmo 27 febbraio Pupi & Frescddc "CAFE' CHAMPAGNE" Divcr1irncn10 musicale di Angelo Savelli con GENNARO e GIANNI CANNAVACCIUOLO, ANTONELLA CIOLI - arrangiamenti musicali di Marco Bucci eseguili da: pianoforte Marco Bucci, violoncello Pasquale Filastò. clarinctlo e sax Massimiliano Pelo regia di Angelo Savelli Abbonamenti: A) Nove spc11acoli, compresa l'opcre11a f.. 180.000 B) 0110 spcnacoli. esclusa l'operclla L 160.000 -dal 17 al 24 onobrc presso il Teatro Dragoni. P.ua F.Orsini, Meldola, dalle ore I O alle 12e dalle 17 alle 19 lei. 0543/490089 - dal 26 al 30 011obrcpresso il Teatro Il Piccolo di Forlì. Via Cerchia 98. dalle ore 8,30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30 - lei. 0543/64300 sa... tutto viene portato via lungo il percorso ... solo i commercianti locali viaggiano indisturbati e operano praticamente indisturbati. E. vero che ognuno di loro gira con fucili e mitragliatrici, ma non è questo. E' che fra loro non si toccano. Le mo!te barche e piccole navi arrivate dal Kenya o dal!' Arabia per conto di commercianti somali hanno potuto scaricare senza problemi a parte quelli molto laboriosi del mare ... anche ora c'è una piccola nave al largo e senz'altro scaricherà senza problemi ... portano zucchero, farina, carburante, tè, caffè, spezie, detersivi ... e quasi sicuramente armi e munizioni. Il tempo passa e Hilary parte. II danaro riuscirete a farmelo avere?. Se Stari in parte e torna presto ce la faremo altrimenti dovremo fermare tutto. Fra dieci giorni io debbo ricominciare a comprare tutto sui mercati. Sono agli sgoccioli delle trenta tonnellate di riso e fagioli della ICRC. MSF (Medecins sans frontieres) ha portato 50 sacchi di UNIMIX prima e poi 20 sacchi di soya milk porridge dei bambini e loro se lo godono con l'aggiunta di zucchero e di olio. Calcolate sempre in termini di mille dollari al giorno. Prima di chiudere una cosa bellissima .. Ho diviso il recinto della mia casa in due parti. In una nutriamo un centinaio Comune di Forlì Teatro IL PICCOLO Forlì Accademia Perduta/Romagna Teatri STAGIONE TEATRALE92/93 mercoledì 4, giovedì 5, venerdì 6 novembre ore 2 I DAVID RIONDINO "Paesaggidopo la ):>attaglia" testo e regia DavidRiondino scene SerenaNòno mercoledì /8, giovedì /9, venerdì 20 novembre ore 21 ARINGA & VERDURINI "TheBeatlessongbookconcerto"di e conMariaCassie Lorenzo Brizzi, ai sax Dario Cecchini, al contrabbassoFrancoNesti mercoledì 2, giovedì 3, venerdì 4 dicembre ore 21 PAOLOHENDEL "Alladeriva" (titoloprovvisorio) novitàdi PaoloHendel con la collaborazionedi PieroMetelli mercoledì 16. giovedì 17, venerdì 18 dicembre ore 21 MINO BELLEI "Bionda fragola" testo e regia di MinoBellei con MinoBellei, Sergio Di Stefanoe Giancarlo Puglisi di ciechi, epilettici e handicappati gravi, mentali e vecchi. Adar, una mia ex malata cli Belet Weyne è arrivata clal1' Etiopia dove era fuggita perché è originaria di là, una Ogaden, e lava questi brandelli di umanità ferita, cioè fa loro il bagno in un bel "bagnetto" che mi hanno costruito nel giardino accanto a un "bel" gabinetto per loro e per i bambini, e poi lava i loro stracci, li cosparge ;,- di benzil benzoato per la scabbia, li rade per liberarli dai pidocchi ... Dall'altra parte ho fatto costruire una grande tettoia e i bimbi tubercolosi che stanno tornando alla vita stanno alcune ore all'asilo ...ho trovato due maestre e imparano a contare, a cantare e giocano e giocano ... un vero incanto. Da due giorni poi un mio malato mi ha portato la fisarmonica con cui preparava i bambini a cantare durante le manifestazioni del passato regime. Assieme a lui sono venuti altri tre che componevano la banda e ora istruiscono i bambini affascinati ... ed è così che da due giorni mentre la gente muore di fame, di stenti e di malattia e cliabbandono fuori dalla porta della mia clinica, ogni giorno ... nel retro i bambini cantano, i grandi suonano, le maestre gridano kow (uno), laba (due), sadda (tre), affar(quattro), shan (cinque) ... vita. con tutto l'amore, anna/e11a COMICO AL PICCOLO mercoledì 6, giovedì 7, venerdì 8 gennaio ore 21 VITO e ENZO JACCHETTI "DonChisciotte" conStefanoBicocchiinarteVito e EnzoJacchelli martedì 2, mercoledì 3. giovedì 4 febbraio ore 21 CLAUDIOBISIO "Forzamagicodroide" di e con ClaudioBisio e altri 2 attori da definire mercoledì 24, giovedì 25, venerdì 26 febbraio ore 21 ANTONIO CATANIA e GIGIO ALBERTI "La signorinaPapillon(nel paese dei brutti sogni)"scrittoe direttodaStefanoBeoniconGigio Alberti,AntonioCatania, Maddalena De Panfilis, Raffaella Lebboroni martedì 23, mercoledì 24, giovedì 25 marzo ore 2 I FRANCESCA REGGIANI "L'appuntamento" Commedia rocambolescadi Walter Lupo e Franco Benini con Francesca Reggianie 2 allori da definire Abbonamento agli 8 spettacoli L 160.000 - Biglieuo di ingresso f.. 22.000 TEATRO IL PICCOLO Via Cerchia. 98 - Tcl. (0543) 64300 - FORLI' - UNA CITTA' 5

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==