Una città - anno II - n. 16 - ottobre 1992

Attorno alla miniera e' erano, a quei tempi tutta una serie di cose, anche di divertimenti, certo anche se si prendeva poco, si era contenti perché c'era il lavoro. Nel paese si viveva tranquilli, si facevano delle feste. Tutti gli anni si faceva la festa, venivano tutti. A Formignano c'era il circolo repubblicano, ci si ritrovava la sera, tutti gli iscritti del partito qui del paese. Era come un'osteria, si andava a bere, noi la chiamavamo la "cambaraza", si prendeva il vino, si giocava alle carte, alla morra, alle bocce. Le donne a casa, solo quando si ballava uscivano, quando ballavano usciva tutta la famiglia, uscivano tutti. Quando qualcuno era ammalato, tutte le sere si andava a trovarlo, gli portavamo il caffé o lo zucchero o le uova. Come fratelli, il principio era quello della solidarietà, andare d'accordo con tutti. Per la malattia poi si facevano delle collette, i repubblicani passavano per fare lacolletta, quando e' era la paga mettevamo fuori qualche cosa. La mutua è venuta durante il fascismo nel 23-24, ma le collette si è continuato a farle, anche dopo il 45. Si faceva scuola di dottrina mazziniana, si insegnava alla domenica mattina. Venivano quelli della circoscrizione di Cesena, ma c'era uno del posto, un politico. Noi, per esempio, non potevamo sposarci in chiesa perché se no ci cancellavano dal partito. Per Mazzini la religione era il popolo. La repubblica era un mezzo, non un fine per Mazzini, era il popolo che doveva fare le leggi, diceva: pane e lavoro a tutti e ozio nessuno. Non sfruttati e non sfruttatori, diceva che frontiere e dogane dovevano sparire in nome della uguaglianza e della fratellanza fra i popoli. Una repubblica universale in tutto il mondo, questo ci insegnavano i dirigenti del partito. Dopo pranzo si andava con la fanfara negli altri paesi, quando e' erano le conferenze ciel partito repubblicano, si suonava la marsigliese, gli inni di Garibaldi, l'inno di Mameli. Nel 1913 quando ci furono le votazioni solo due voti non erano repubblicani. ...Già nel 1921 noi consideravamo la Russia come un sistema totalitario. Cantavamo una canzone con la fanfara, quando passavamo nei campi e i contadini ci gridavano: "viva Lenin, viva Lenin", noi si cantava : "violenza, malafede ed ignoranza nei comunisti son specialità ..." Ecco, era questo, noi eravamo con la dottrina mazziniana contro le monarchie e contro tutte le dittature in genere. I brani di racconto sono di Aldo Benozzi (sopra). dello Dino. classe I902. ha trascor~o una vita a Formignana. cominciando come garzone, poi per un periodo come minatore. infine come agricoltore per le proprietà della Montcdi,on. Tuttora custode di ciò che resta della miniera . la palazzina degli impiegati, l'ufficio del dircllore. la grande ,tanta dell'argano. E di Alfeo Benozzi, (a destra) cla,se 1927. figlio di /\Ido, cx-minatore. · · ata da Roberto Borro, i 'a • · · · · · · · CO una m,n,ef'i Gli operai venivano da tutta la valle per lavorare qui. C'erano tutte le categorie, i fabbri. i falegnami, i muratori, quelli che sgombravanoi forni. che portavano via i "rosticci", ccc.. i minatori, i carrcggiatori, ovvero quelli che dovevano spingere i carrelli nelle varie gallerie. Poi c'erano quelli cheriempivano i forni con lo zolfo . ...Ogni miniera eras1rullurataaseconda di comeera formata la venadi minerale. Ad esempio a Perticara era come un ma~~odi zolfo. che partiva quasi dal1' esternoescendevain profondità, come un grande masso di chi lometri. A Formignano invece era uno strato, un fì Ioneche variava dai 55 cm ai 2.5 m al massimo. con una inclinazione del 1520%. equindi bisognavatrovare lo strato, seguirloetirarlo fuori. Il minatorefaceva il buco. melleva l'esplosivo demro. e lo faceva brillare. La specializzazionedel minatore era quella di dosare l'esplosivo in base al prodotto che si voleva distaccare dalla parete, se era troppo spaccava tulio, se ne melleva di meno non veniva giù niente. Facevano con la polvere nera, con la miccia. poi con la paramina, infìne mettevano la miccia nel sacchello di carta. E' qui la differenza da prima del 1940 a dopo. prima del '40 c'era la polvere nera. invece dopo si usava il tritolo, allora c'erano delle fascelledi tritolo di 20 cm. che si tagliavano secondo il bisogno. La polvere neraera meno devastante.invece il tritolo era potentissimo. Una volta frantumata, la roccia veniva caricata su di un carrello. spinto sollo la galleria principale, e poi veniva estratla dall'argano. una volta in superficie veniva portata ai forni. A Formignanoc·erano 24 livelli di circa 50 metri, per riuscire atogliere il prodotto. bisognava far circolare I·aria, perché non si poteva respirare. allora prima si faceva la galleria. si tagliava facendo circolare 1• ariaaliorno. Si tagliavaquindi per esempio 2 metri. e poi si riempi va.e poi si andavaavanti. altro taglio e cosi via. Il problema fondamentale rimaneva il gas. si cercava semprecon le paramine di fareunbucoper fareuscire i I gasdalla galleria ma purtroppo succedevache a volte non riusciva adusciree, quandoci si andavacon le lampade ad acetilene. scoppiava tulio . ... Il gassi manifestaallravcr. o gli strati. ediffìcilmen1e si sapevadoveecome. si sentiva l'odore. si intuiva solo attravero l'oclorc. Le malattie. la piLtfrequenteera labronchite asmatica. ... Il lavoro era molto pe~an1cc. erto le innovaLioni tecnologichehannoin parte facilitato. ma certamente parliamo di uno dei lavori più pesanti al mondo. anche perché tulio si svolgeva sollo i I regime del collimo. LA ROMAGNA DELLEMINIERE Se qualcuno dei nostri lettori ha mai avuto l'occasione d' intraprendere una piccola escursione lungo quelle piccole. brulle fenditure dcli' Appennino che si aprono nel la val le del Savio, . arà forse rimasto colpito da uno strano, inesplicabile fenomeno. Risalendo un torrente. a poca distanza eia Borcllo, sarà sbucato ali' improvviso in un·arca più ampia. scandita da collinette dolci e regolari. dominate. sullo sfondo. dai primi contrafforti delle montagne. Di questo luogo, abbandonato, ormai una ~emplicc sequenza cli lettere sulla cartina geografica. avrà tuttavia conservato un'immagine nitida: l'aspetto curioso delle morbide alture circostanti. per metà fitte cli un· erbetta tenera e verdissima e per metà aride. opache, lunari. La linea cli demarcazione fra i due "volti" della terra gli sarà apparsa netta. pcrfcua. geometrica. e ciò in assenza di un plausibile intervcnio umano o cli una ragionevole causa naturale. Guardandosi intorno. il nostro lettore non avrà notato anima viva, né trattori pigramente parcheggiati ai bordi dei campi: solo qualche rudere indecifrabile, abbandonato al margine di una stretta strada bianca. Come immaginare che cento anni fa. in quella landa desolata. fra le esalazioni dei calcaroni e l'afrore delle baracche di legno. migliaia di uomini potes ero affaticarsi nei pozzi delle miniere di Lolfo. e morire per le terribili csalaLioni elci gas sotterranei. e com,umarc i pochi guadagni negli spacci sorti come funghi nella cittit fantasma cli Boratclla? Come immaginare. sotto le zolle cotte per sempre dallo zolfo, l'esistenza di stabilimenti, di grandi ciminiere. adcliritturu cli una linea ippofcrroviaria costeggiante i I torrente fino a Bora, lo snodo commerciale del fondovalle? Eppure. dopo l'unità d'Italia e fino a quando. ali' inizio elci secolo. non prese avvio lo sfruttamento dei grandi giacimenti nordamericani. il nostro paese detenne quasi i I monopolio elcilo zolfo naturale, il 90% elci quale era estratto in Sicilia ccl il resto in Romagna nella valle elci Savio e nel Montefeltro. E' una storia importante. quella del proletariato ciel circondario cesenate. segregato nei principali centri elci bacino minerario (Formignano. Bore I lo. Boratcl la...). isolato dalla vita elci borghi rurali e delle cittadine. costretto ad un degrado morale e materiale di cui l'alto tasso di criminalitù, puntualmente registrato clullc statistiche ufficiali, offre una testimonianza parziale e partigiana. Assassinii. violenza quotidiana, scioperi, scandirono il ritmo cicli' esistenza nel Far West romagnolo di Boratella: con le lucerne e le bandoliere bianche elci carabinieri al posto dei cappelli a cencio e delle stelle di laua degli sceriffi. e le bandiere rosse repubblicane e anarchiche ben in vista sulle bicocche. in sosiituzionc delle banali. prevedibili insegne degli allevatori ya11/.:ees. Qucto mondo è scomparso lentamente. Gli ultimi pozzi sono stati chiusi nei primi anni Sessanta, ma ancora c·è chi si ritrova puntualmente. il 4 dicembre cli ogni anno. a festeggiare Santa Barbara. protettrice dei lavoratori del sottosuolo. In questi ultimi anni. un gruppo di appassionati ha dato vita alla "Socictìt di ricerca e studio della Romagna mineraria". un'iniziativa benemerita. che si propone l'obiettivo di restituire alla nostra "smemorata'· collettività un'importante porzione cli memoria comune. Roberto Bal-::.a11i

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