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Utopia e realtà nelI'America latina

moderne.

«

Il tiranno Rosas - scriveva

Alberdi -

è

un prodotto dell'eredità

spagnola, ed è un autentico figlio di que–

sta terra . Rosas è un uomo dell'America ...

Dovunqu e l'albero dell'arancio , dopo un

certo numero di anni, produce le arance.

Là dove sono Repubbliche spagnole, sor–

te dalle antiche colonie, là saranno dit–

tatori e le situazioni non si evolveranno».

P

ER

LA

GENERAZIONE

impe–

gnata a realizzare l'emancipazione

spirituale dell'America latina, il positi–

vismo rappresentò lo strumento capace

di sostituire il superato ordine teologico

imposto dalla Spagna in America. Taie

concezione mirava a formare uomini pra–

tici, interessati allo sviluppo e al pro–

gresso della civiltà.

«

Con Spencer m'in–

tendo - diceva Sarmiento - perché per–

corriamo la stessa strada». Il positivi–

smo, sia nell'espressione francese di Com–

te sia in quella anglosassone di Stuart

Mili

e di Spencer, si diffuse rapidamente

in quasi tutte le nuove nazioni sudameri–

cane. Il liberalismo e il positivismo si

fonderanno, in campo politico, nel

«

por–

firismo

»

messicano e, nel settore cultu–

rale, troveranno un'espressione concreta

nella riforma dell'istruzione.

In

Argenti–

na, nel 1870, Domingo Faustino Sarmien–

to, allora presidente della Repubblica,

fondò la Scuola Normale di Parana; in

Messico, il

leader

del liberalismo, Benito

Juarez, incaricò nel 1867 Gabino Barre–

da, discepolo di Comte, di costituire una

commissione col compito di riorganizzare

il sistema educativo del Paese.

Gabino Barreda, con

la

Oraci6n civi–

ca

che pronunciò a Guanajuato il 16 set–

tembre 1867, dette un'interpretazione

della storia del Messico che era nello

stesso tempo un'interpretazione della sto–

ria dell'America e delle forze del pro–

gresso in tutto il mondo. La storia del

Messico era presentata nelle tre fasi dello

schema comtiano della filosofia della sto–

ria: teologica, metafisica e positivistica.

La prima corrispondeva al periodo colo–

niale; la seconda alla guerra d'indipen-

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denza e alla lotta contro gli ultimi rap–

presentanti del conservatorismo; l'ultima

aveva inizio con il trionfo delle forze

liberali.

La battaglia di Puebla del

5

maggio,

combattuta dai messicani contro le trup –

pe di Napoleone III , nel riaffermare

il

principio repubblicano, segnò una data

importante nello sviluppo del continente .

«

In

questo conflitto tra la reazione eu–

ropea - disse Barreda - e la civiltà

americana, in questa lotta tra l'idea mo–

narchica e l'idea repubblicana, in questo

ultimo sforzo del fanatismo contro l'eman–

cipazione, i repubblicani del Messico era–

no soli di fronte al resto del mondo ».

Un nuovo ordine materiale veniva libe–

ramente accettato da tutti i messicani co–

me garanzia di quella libertà che lo ren–

deva possibile.

«

L'ordine materiale, man–

tenuto ad ogni costo dai governanti e ri–

spettato dai governati - disse Barreda -

dovrà essere la garanzia e il modo si–

curo di camminare sempre lungo il sentie–

ro fiorito del progresso e della civiltà».

Era necessario quindi formare uomini

nuovi, pratici, capaci di creare la loro

fortuna e quella della nazione conciliando

l'ordine sociale con la libert à individuale.

A tale ordine, tuttavia; si dovettero sa–

crificare alcune libertà, in quanto veni–

vano considerate di ostacolo alla marcia

del progresso.

I messicani trovarono nel pos111v1smo

uno strumento idoneo a porre fine all'anar–

chia che aveva sconvolto il Paese dopo

l'indipendenza; gli argentini si servirono

di quella dottrina per difendersi dal pe–

ricolo di possibili governi assolutistici e

tirannici, com'era stato quello di Rosas;

e i cileni la considerarono un mezzo per

sviluppare e migliorare le loro istituzioni

liberali. Gli uruguaiani videro nel posi–

tivismo un'arma morale per interrompere

una lunga sequela di rivolte militari e di

abusi;

il

Perù e la Bolivia sperarono che

il positivismo avrebbe potuto risollevarli

dallo stato di depressione in cui erano

caduti dopo la catastrofe seguita alla guer–

ra col Cile.