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l'individuo in una sbiadita caricatura dello

spirito .

Il ripetersi di simili esperienze dolorose

e distruttrici può indurre gli abitanti di

questi Paesi a osservare il mondo esterno

per fare confronti, per capire, per andarse–

ne in altre terre dove si possa vivere li–

berati dallo spirito avverso. Chi compie

questa ricerca si accorge che la tecnocrazia

domina la maggior parte del mondo con il

suo sistema

di

vita

«

statistico

»

che cer–

cando e impiegando gli individui in molte

forme parziali, non connesse tra loro e per–

sino in opposizione, provoca - forse me–

no drammaticamente ma più certamente

- gli stessi malefici effetti disgregatori

delJ'avverso spirito pubblico americano.

Un simile modo di percepire le cose -

al giorno d'oggi chi non lo fa in qualche

modo e in qualche misura? - può, a sua

volta, non portare, nonostante il suo straor–

dinario potere negativo o forse grazie ad

esso, né a un pessimismo ad oltranza che

sarebbe paralizzante e falso perché non

tiene conto delle incredibili risorse del–

l'uomo , né a un pazzesco tentativo di ini–

ziare scopertamente una lotta esterna e

frontale contro lo spirito pubblico per mo–

dificarlo, atteggiamento questo che può

essere inebriante e che può convincere co–

lui che lo adotta della sua nobiltà e oppor–

tunità , ma che in realtà è un atteggiamento

che produce gli effetti distruttivi più fol–

goranti.

Un simile modo di percepire le cose può

anzi, al contrario , portare alla ricerca

di quella che è, forse, la sola porta che ri–

mane aperta per combattere in favore di

ciò che ancora meriti

il

nome di vita uma–

na: questa porta suggerisce la constatazio–

ne che sebbene generalmente si ammette

che

«

da Nazaret non può venire niente

Héctor A. Murena

di buono

»,

tuttavia sappiamo con certez–

za che c'è la possibilità che

«

da Nazaret

»

giunga non solo

«

qualcosa

di

buono

»,

ma

anche qualcosa

di

straordinario. Natural–

mente, poiché non ci

è

dato di pensare che

dalla sera alla mattina saremo trasformati

bellamente in novelli Cristi, Figli consa–

crati di Dio, la strada da seguire è un'altra.

Essa consiste nel mutare

il

nostro atteg–

giamento nei confronti dello spirito pub–

blico avverso. Bisogna abbandonare ogni

illusione positiva o negativa nei suoi con–

fronti , bisogna cercare di non sfuggirlo e

di non combatterlo perché o si cadrà nel–

l'utopia o gli si presterà l'appiglio di una

resistenza contro di esso che acquista tut–

to il valore di un riconoscimento .

Ma

oc–

corre, soprattut to, rovesciare i rapporti af–

finché, pur vivendo in questo spirito av–

verso, non si dipenda più da esso. Questo

rovesciamento potrà esser realizzato solo

se riusciremo a penetrare nel nostro inti–

mo, là dove c'è il nostro

hara,

nella città

con

il

suo nome segreto, con il suo

mundus

e il suo

decumanus,

nella città dalla quale

sono sorte tutte le altre e tutto ciò che c'è

di edificato sulla terra. Le nostre costru–

zioni sono diventate mortifere perché da

molto tempo abbiamo abbandonato la cit–

tà che è dentro di noi. Tornare a vivere

nella città interiore, riconoscerla e rico–

struirla , è dunque l'unico modo perché

un giorno possa tornare a soffiare sulla

città esteriore il vento dello spirito propi–

zio.

È

grave che allo spirito si chiudano

tutte le porte. Ma che rimanga aperta so–

lo la porta che conduce alla nostra città

interiore forse significa che in una situa–

zione cosl estremamente seria c'è ancora

una possibilità straordinaria. E questo è

possibile.

HÉCTOR

A.

MURENA