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accadde a questi popoli nel secondo de–

cennio del secolo XIX

fu

che improvvi–

samente si trovarono ad essere liberi per

l'abdicazione del loro sovrano.

Di

fron–

te a questo avvenimento reagirono cer–

cando altri re che sostituissero quello per–

duto. La seconda origine si formò, cioè,

da sola e non

fu

accettata. Sopraggiunse,

dopo, il lungo periodo dell'anarchia che

dimostrò come la libertà imposta con la

forza servisse ad allontanare violentemen–

te ciascun individuo da tutti gli altri piut–

tosto che ad unirli tutti

in

una Repub–

blica. La Repubblica come tale non si

forma

in

Argentina fino al settimo decen–

nio del secolo XIX, dopo la caduta di Ro–

sas e dopo la sconfitta di Urquiza, scon–

fitta questa che rappresenta il trionfo de–

finitivo di Buenos Aires sui territori del–

l'interno . Ma questa nuova origine, sug–

gellando il potere economico esercitato

sull'intero territorio della Repubblica da–

gli uffici doganali della capitale che rap–

presentavano il punto di par tenza delle

operazioni della colonia spagnola, ripro–

duce - nel momento stesso in cui si for–

ma la Repubblica e nonostante il corag–

gioso repubblicanis mo dei vincitori -

quello stesso carattere di spietato esatto–

re di ricchezze che aveva avuto il gover–

no coloniale.

Poiché l'origine coloniale ritorna co–

stantemente, una vera fondazione repub–

blicana non è stata mai realizzata . E cosl

la Preistoria (per quanto repubblicane

possano essere le sue intenzioni), ritor–

nando all'origine, si presenta sempre con

gli aspetti dell'assolutismo spagnolo: li–

mitazione della libertà, assoluta nel pe–

riodo di Rosas, relativa sotto Uriburu,

Per6n e Onganfa; ostilità contro gli in–

tellettuali, considerat i come pericolosi sov–

vert itori dell'ordine costituito.

«

I pro–

gressi e le grandi scoperte di cui siamo

cosl orgogliosi, Dio sa dove ci porteran–

no! Credo che ci porteranno ... al caos»

scriveva Rosas. E se Per6n attuò tutta

la sua politica con il motto

«

Alpargatas

si, libros no»,

uno dei primi e dei più

duri provvedimenti di Onganfa

fu

il con-

Héctor A. Murena

trollo delle università. Regime di gover–

no dispotico apertamente esercitato da Ro–

sas,

in

maniera più velata da Per6n e

presentato come un ideale di corporati–

vismo da Uriburu e Onganfa.

In

realtà,

in.rapporto a quanto succede nel presente

secolo, questi aspetti sono necessariamen–

te transitori, perché la generalizzata pres–

sione della febbre dell'oro costringe la

Preistoria a nascondere o a cancellare dal

proprio volto questi segni inquietanti che

la privano dell'acquiescenza dei grandi

settori pubblic i e rendono molto diffi–

cile il suo disimpegno.

<<

M

undus

»

e

«

hara

>>

U

NO

DEI

MOMENTI

fondamen –

tali nel rito tradizionale della fon–

dazione delle città è quello

in

cui si pro–

cede all'apertura del

mundus.

Si tratta

di un grande pozzo scavato nella terra e

chiuso subito dopo, che rimaneva cosl

trasformato in una camera sotterranea chia–

mata

m,mdus,

universo, per la sua strut–

tura fatta a volta e simile al cielo.

Mundus,

da

mtmdare,

significa tutto ciò che

è

lim–

pido, puro. Varrone e Macrobio gli at–

tribuiscono un terzo significato, identifi–

cando

mundtts

con mondo infernale,

in–

ferno. Appartenendo alla terra, era di ge–

nere strettamente femminile. Questi quat–

tro significati concorrono a spiegare il si–

gnificato del

mundus

della fondazione.

Posto sotto la protezione di Cerere , dea

dell'abbondanza , significava rispetto al

concetto della femminilità; fatto con i

prodotti del nuovo luogo e con la

terra

patrum,

serviva per purificare dalla colpa

di aver abbandonato i vecchi lari; inol–

tre, poiché era l'entrata agli inferi, di–

mostrava il contatto vigilante e propizia–

tore con queste potenze: le quali, in so–

stanza, potrebbero identificarsi con una

Cerere (forza vitale) ostile o corrucciata.

Il

mundus

rappresenta il ventre, il

locus

genitalis

materno, la

matrix

da cui dipen–

de l'esistenza stessa della città.

È

opportuno confrontare questi con–

cetti con quelli di un'altra grande tradi-