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quando la oligarchia ormai sazia si addor–

menta nel potere; sia nel 1965 (

15

),

quan–

do un

laissez /aire

del tutto anacronistico

viene tollerato nel governo, per quello che

potrebbe chiamarsi

«

un patto di illusio–

ne

».

Il caos è una convulsione ricorrente

nel

curriculum

della febbre dell'oro. Tut–

tavia

il

logorio tremendo di vite umane,

di beni e di forze che

il

caos provoca fa

sì che l'odio di tutti contro tutti aumenti

fino al punto di invocare l'instaurazione

di un Ordine apparentemente capace di

porre fine all'anarchia .

Preistoria e febbre dell'oro

L

o o

I

o

«

sa

».

Sa perché, essendo na–

to dalla rivalità con

il

prossimo, esi–

steva già nell'Origine. Ed evocare

il

fan–

tasma dell'Ordine perché torni a reincar–

narsi nella realtà, significa essere a cono–

scenza che i problemi che hanno causato

il

caos non sono accidentali ma risalgono

all'Origine. Perché l'Ordine è la discipli–

na militare più o meno ferrea con cui de–

vono esser governati gli abitanti dell'ac–

campamento posseduti dalla febbre del–

l'oro affinché non si divorino l'un l'altro:

è la materializzazione dell'odio di tutti con–

tro tutti.

L'Ordine precede il momento della fon–

dazìone, allorché gli abitanti vengono te–

nuti a freno prima che si permetta ad es–

si di abbandonarsi completamente alla feb–

bre dell'oro: senza l'Ordine non si potreb–

be fondare l'accampamento. Per conse–

guenza, l'Ordine rappresenta la Preistoria.

La febbre dell'oro è la Storia? Quanto –

meno ne occupa

il

posto. Tuttavia è una

Storia molto particolare , nella quale eia-

fine ad un periodo di governi apertamente o na–

scostamente oligarchici, che dal 1930 mancavano di

qualsiasi appoggio popolare e che si caratterizza–

rono per la corruzione e

il

disordine amministrativo.

( 15)

Durante

il

governo

del

presidente Illia, 1964-

'66,

vi

fu

un

grande disordine nell'amministrazion:

e nei pubblici servizi.

( 16 )

Gregorio Anioz de Lamadrid, militare argen·

tino nato nel 1795, morto nel 1857. Si distinse

pe=–

il

suo temerario valore.

( 17)

Arturo Frondizi

fu

presidente dell'Argentina

dal 1958 al 1962, anno in cui venne estromesso

dal potere da un complotto militare.

Héctor A. Murena

scun momento sembra destinato a cancel–

lare quello precedente affinché non ci sia

Storia : è a San Martin, infatti, che si per–

mette di liberare

il

Cile ed è a lui stesso

che, in seguito, non si permett erà di

li–

berare il Perù che è

il

punto chiave della

libertà del Cile e dell'Argentina; è La–

madrid (

16

)

che parte da Buenos Aires

come inviato di Rosas per pacificare la

provincia di Tucuman e che a Tucuman

si unisce a un complotto contro Rosas;

è Frondizi (

17

)

che getta le basi della sua

futura opera di governante con un libro

in cui afferma e dimostra che lo sfrutta–

mento del petrolio dev'esser fatto dallo

Stato, ma giunto al potere consegna sen–

za esitazioni questo sfruttamento in mani

straniere. La verità è che l'accampamento

non è mai stato creato per durare e quin–

di esclude l'idea stessa di Storia. E poiché

la Storia non

è

fatta con un sentimento

reale e profondo, poiché è soltanto un con–

corso fortuito di avvenimenti, si ritorna

all'Origine: si ritorna all'Origine perché

l'Origine è la terra, la terra non pacifi–

cata da un nome segreto che respinge e

respingerà sempre la Storia - per dimo–

strarne l'impossibilità dell'esistenza -

fi–

no a quando i suoi

numi

non siano placati

dalla volontà umana di forgiare una co–

munità.

Questa è, forse, una delle visuali più

adatte per scorgere la particolare difficol–

tà di questi Paesi rispetto al compito di

scrivere storia, di dare cioè una visione ob–

biettiva delle proprie vicende,

il

che non

rappresenta un puro e semplice inconve–

niente di ordine culturale o accademico,

ma è la chiave dei problemi più vitali.

In

quanto al compito di scrivere la storia,

la febbre dell'oro suole esserne, general–

mente, la protagonista più appassionata e

dinamica: occorre dimostrare che la Sto–

ria esiste, perché la Storia _è la sua ragion

d'e ssere. E cosl la febbre dell'oro costrui–

sce in fretta un Panteon così rigido e riful–

gente da risultare mancante di vita e di

storia. Ma compare subito sulla scena

anche la Preistoria, la quale

«

rivede

»

la

spiegazione esistente per darne una nuo-