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Il

nome segreto

ma, quella situazione in cui si troverebbe–

ro se non esistesse l'aereo; si deve pren–

dere l'aereo perché, essendoci la possi–

bilità di prenderlo, l'uomo di governo, il

diplomatico, il militare non possono ri–

nunciare pubblicamente all'opportunità di

influire di persona in quella tale confe–

renza, sul campo di battaglia, eccetera, pur

sapendo che

la

propria presenza non in–

fluirà in alcun modo sullo sviluppo degli

avvenimenti; si deve prendere l'aereo per

organizzare la campagna elettorale perché

l'avversario lo ha preso, affinché il ri–

sultato elettorale sia quello stesso che

sarebbe se non ci fosse l'aereo.

I mezzi di trasporto sempre più terri–

bilmente veloci non vengono usati per

necessità, ma perché la loro esistenza co–

stringe a usarli. Essi, del resto, non hanno

cambiato né la politica, né la diplomazia,

né il commercio e quasi nessuna delle isti–

tuzioni sociali. Quello che hanno cambia–

to è

il

ritmo con cui gli avvenimenti si

succedono: hanno mutato cioè

il

ritmo

dell'esistenza umana in una misura che

non ha precedenti. I mezzi ultrarapidi di

trasporto - la cui velocità va crescendo

inesorabilmente non per decisioni dettate

da necessità umane, ma per autonomo svi–

luppo delle macchine stesse - costitui–

scono, in pratica, uno degli aspetti salien–

ti di questa tecnologia che, col pretesto

di facilitare le condizioni di vita degli

uomini, va rendendole sempre più perico–

lose, disordinate, mortali. Perché la tec–

nologia

è

un fantasma creato dalla mente

dell'uomo, che

è

diventato realtà, si

è

re–

so indipendente ed ora minaccia l'uomo

in un mondo che, per essere puro cal–

colo e ragione, è divenuto profondamente

ostile a una creatura che è molto più che

semplice ragione. Nel momento in cui

l'uomo concepisce la tecnologia e ne pone

la sua componente fondamentale,

la

ra–

gione, in cima all'universo, egli si stacca

dall'ordine universale e diventa una me–

teora che si dirige non si sa dove. E cosl

il

comfort

offerto dalla tecnologia ha un

prezzo tanto alto da non poter essere pa–

gato.

29

Verso

il

1840, quando le masse comin–

ciarono a formarsi e a impadronirsi di

Parigi, quelle masse inquiete di cui la

Ri–

voluzione Industriale necessitava e che

essa stessa generò - delle quali Poe

fu

il primo ad avvertire le caratteristiche -

i

flaneurs

introdussero la moda di porta–

re per strada tartarughe legate con una

corda per sottolineare, con questa sotto–

missione al simbolo della lentezza, che

toccava a ciascun uomo decidere

il

ritmo

della propria vita. Oggi, dopo più di un

secolo, l'ideale contemplativo del

flaneur

non solo è stato dimenticato - sostituito

da un attivismo imposto all'uomo dalle

macchine e che si è impadronito ora degli

intellettuali e degli artisti - ma addi–

rittura chiunque cammini per le strade di

una città è costretto a pagare con la vita

se non è prontissimo a evitare le molti–

tudini che avanzano montate su macchi–

ne di micidiale velocità. La tecnologia,

avendo sostituito l'andare a piedi o con

i

mezzi animali

1

con mezzi meccanici sem–

pre più celeri,

è

venuta ancora una volta

a rendere evidente la natura colpevole del

viaggiare: coloro che devono viaggiare

abitualmente per necessità sanno che

il

turbamento fisiologico e psicologico pro–

vocato dalla traversata aerea è un effetto

attenuato della morte spirituale che su–

bisce colui che perde se stesso perché ri–

mane completamente alla mercé di un or–

digno

il

cui più piccolo difetto può con–

durlo a una morte fisica inevitabile. Que–

sto

memento mori

-

che la tecnologia

rivolge

ai

viaggiatori con lo stesso convin–

cente accento di una qualsiasi religione

che parla ad un peccatore - può racchiu–

dere forse qualche speranza.

Città post -colombiane

I

L F

o

N DA T

o

RE

delle città post-<:o–

lombiane

è

l'uomo per

il

quale non

esiste la colpa di viaggiare: posseduto dal–

la ragione, crede che viaggiare sia ragione–

vole. Liberatosi da ogni legame con l'uni–

verso, non riesce più a percepire

il

senso

del sacro. Rimanere nella comunità nata-