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Fabrizi-0 a Waterloo

alcune parole dette da un ussaro vicino

a lui, capi che uno dei generali era il

celebre maresciallo Ney, fatto che lo mi–

se al colmo della felicità; tuttavia non riu–

sci a capire quale dei quattro fosse il ma–

resciallo Ney...

».

Il rombo del cannone

si fa assordante.

«

Confesseremo - chio–

sa il narratore - che in quel momento il

nostro eroe eta molto poco eroe. Tutta–

via la paura, in lui, non era il sentimento

dominante: egli era soprattutto scanda–

lizzato da quel rumore che gli faceva male

alle orecchie...

».

Ma poco dopo riesce fi–

nalmente a sapere quale dei quattro ge–

nerali sia il maresciallo Ney e contempla,

«

perduto in un'ammirazione infantile,

quel famoso principe della Moscova, il

più valoroso fra i valorosi

».

«

All'improvviso, si parti al gran ga–

loppo. Qualche istante dopo, Fabrizio

vide, venti passi innanzi a lui, un terre–

no arato che veniva smosso in maniera

singolare. Il fondo dei solchi era pieno

d'acqua, e la terra molto umida che for–

mava la cresta dei solchi volava in piccoli

frammenti neri lanciati a tre o quattro

piedi d'altezza . Fabrizio notò di passag–

gio quell'effetto singolare, poi i suoi pen–

sieri si volsero di nuovo alla gloria del

maresciallo. Senti un grido secco accan–

to a lui: erano due ussari che cadevano,

colpiti... Ah, eccomici, dunque, al fuoco!

si disse. Ho visto il fuoco! si ripeteva

con soddisfazione. Sono dunque un vero

militare... Il nostro eroe capi che quello

che faceva volare la terra erano palle

di cannone. Aveva un bel guardare dalla

parte di dove le palle venivano: vedeva

a una distanza enorme il fumo bianco

della batteria e, in mezzo al rombo eguale

e continuo prodotto dai colpi di canno–

ne, gli sembrava di udire delle scariche

molto più vicine: non ci capiva assolu–

tamente nulla...

».

Per venire in chiaro

dei fatti, il giovincello si decide a fare

una domanda cruciale al maresciallo d'al–

loggio che gli sta accanto:

«

Scusi, signo–

re, è la prima volta che assisto a una

battaglia ... Ma

è

una vera battaglia, que–

sta?

»

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Sl, è una vera battaglia, su un vero

campo di battaglia. Vi appare infine an–

che il Signore delle Battaglie in persona,

Napoleone Imperatore, al galoppo col suo

seguito di generali e di corazzieri.

Ma

Fabrizio non riesce a individuarlo, aven–

do la vista e la mente annebbiate dal–

l'acquavite bevuta per combattere l'or–

rore provato alla vista di un ferito cui

stanno tagliando una gamba. Il disappun–

to lo scuote:

«

Fabrizio ebbe una gran

voglia di galoppare dietro la scorta del–

l'Imperatore e unirsi ad essa. Che feli–

cità, fare realmente la guerra al segui–

to di un tale eroe. Per questo appun–

to era venuto in Francia...

».

Ma si sente

ormai legato ai soldati in mezzo ai quali

è capitato , e rimane. Rimane, tra l'altro,

per farsi togliere il cavallo di tra le gambe

a beneficio di un generale rimasto senza.

Il che, aggiunto al parlare sarcastico dei

soldati, lo addolora all'estremo:

«

La guer–

ra non era dunque quel nobile e concor–

de slancio d'anime innamorate della glo–

ria che si era immaginato leggendo i pro–

clami di Napoleone ...

»

A questa pena si aggiungono la fame,

la stanchezza e il sonno. Dopo aver man–

giato un pezzo di pane gettatogli da un

soldato, Fabrizio s'imbatte di nuovo nel–

la gentile vivandiera che l'aveva aiutato

all'inizio della sua avventura, sale sulla

sua carretta e s'addormenta:

«

Niente val–

se a svegliarlo, né le fucilate tirate mol–

to vicino alla carretta, né il trotto del ca–

vallo che la vivandiera frustava senza

posa. Il reggimento, attaccato all'improv–

viso da nugoli di cavalleria prussiana,

dopo aver creduto tutto il giorno alla vit–

toria, batteva in ritirata, o meglio fuggi–

va in direzione della Francia

».

Bliicher invece di Grouchy. Quando

Fabrizio si sveglia, la battaglia di Water–

loo ha già avuto luogo: l'epopea napoleo–

nica è finita senza che lui sia neppure riu–

scito a capire di che cosa si trattava.

«

Bi–

sogna che mi batta!. .. Infine mi batterò

veramente ... Uccidere un nemico!...

».

Il

marchesino riesce a tirare una fucilata, e

un cavaliere vesùto di blu cade da ca-