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cerchino di contrastarlo e di eluderlo con

mot ivazioni ispirate al solito, malinteso pro–

gresso.

Come si

è

visto, punto fermo, tanto ov–

vio da essere sottinteso, di tutte le argomen–

tazioni che si fanno a favore della pillola è

che l'uomo non può essere limitato, alme–

no nell'ambito del matrimonio, nell'eserci–

zio della sessualità , e cioè che le nascite deb–

bono essere controllate senza incidere sul

godimento del sesso ma operando all'inter–

no del meccanismo della riproduzione . Il

Papa l'ha pensata diversamente: la sua op i–

nione

è

che quando l'uomo vuole evitare la

procreazione, deve astenersi dall'attività ses–

suale, guardandosi bene dal manomettere

il

congegno naturale e divino della generazio–

ne. Opinione di evidente giustezza, non so–

lo dal punto di vista della religione cattoli–

ca, ma dal punto di vista di qualsiasi religio–

ne dell'uomo. E con ciò il Papa non ha det–

to che il mondo debba indefinitamente ed

esizialmente popolarsi , ma ha fatto inten–

dere che, se questo pericolo deve essere evi–

tato, il rimedio

è

bell'è pronto ed è quello

della castità. La questione quindi non cade

circa

il

super-popolamento dçlla terra, pe–

ricolo che tutti vogliono evitare, ma circa il

punto se, al fine di scampare da questo pe–

ricolo, la Chiesa possa consentire le prati–

che contraccettive o debba invece imporre

ai suoi fedeli, e consigliare agli altri, la

castità.

ERA PROBABILE,

con l'adorazione che in

tutto

il

mondo si effonde verso un non ben

identificato progresso, mostro onnivoro ed

insaziabile, e con l'aria progressista che di

conseguenza spira pure tra i preti (i quali,

perloppiù, sono corrivi ad accettarla anche

nelle sue manifestazioni più pacchiane) , era

assai probabile che il Papa sciogliesse

il

di–

lemma in favore della pillola . Invece ha fat–

to

il

contrario, gettando i fedeli, i quali si

tenevano ormai sicuri della soluzione

«

libe–

rale

»,

taluni nella costernazione, talaltri

nella macchinazione dogmatica, e sorpren–

dendo anche

i

laici i quali s'erano abituati a

vedere la Chiesa seguire il mondo dovun–

que questo ritenesse di andare. Il Papa con

l'enciclica

Humanae vitae

ha contestato che

i

coniugi abbiano diritto ad una illimitata li–

bertà di coito e ha praticamente affermato

che questa libertà trova un limite insupera-

Antonino Di Giorgio

bile nella volontà di non procreare . L'inse–

gnamento del Papa è giusto, l'abbiamo già

detto, e non diventa meno giusto per

il

fat–

to che sia molto difficile da seguire.

Diffi–

cile ma non certamente impossibile perché,

come il Papa ha implicitamente detto e co–

me ognuno di noi ben sa, la castità

è

possi–

bile . Non farà bene alla salute, farà nasce–

re complessi, costerà sacrificio, allenterà ma–

gari anche la saldezza della comunione co–

niugale, e con ciò? Qua ndo mai

il

benessere

è staro il fine supremo della vita? Tutti gli

uomini che, dentro o fuori delle religioni,

vivono la vita dello spirito sanno che l'osser–

vanza del principio morale può gettarli nel

dramma e nel conflitto, allontanarli dalla

fe–

licità, e tanto più dovrebbero saperlo colo–

ro che si affermano ispirati da una religio–

ne rivelata e che credono nell'immortalità

dell'anima. Che la castità coniugale sia pra–

ticamente impossibi le, ovvero tanto inop–

portuna e nefasta da dover essere sempre

sconsigliata,

è

opinione che possono nutri–

re solo coloro che hanno smarrito la coscien–

za che la vita può essere, tutta o parte, sa–

crificio, patimento, privazione, sublimazione,

così come bene spesso è.

Molti catto lici osservant i, a quanto pa–

re, sono tra costoro che non ne vogliono sa–

pere di soffrire. E cosl, nella distribuz ione

delle parti sulla quale si regge l'equilibrio

dialettico di ogni società aperta, essi ven–

gono meno alla parte loro, che

è

quella di

rivendicare in ogni momento la priorità del–

l'anima, la sacertà della vita, l'intangibili–

tà dei massimi misteri, rivendicazione dalla

quale anche noi che abbiamo un'altra parte

potremmo tavolta mediatamente attingere.

Nessuno scotto terreno vogliono pagare in

cambio delle consolanti certezze ultraterre–

ne che la religione assicura loro. Come gli

altri , anch'essi vogliono una vita conforte–

vole dal punto di vista dell' igiene sessuale

e nd contempo esente dagli imbarazzi delle

famiglie numerose; e in più, rispetto agli al–

tri, volevano pure, per mettersi a posto con

la coscienza e con l'aldilà, che questo medio–

cre programma di vita portasse la firma del

Papa. Ci dispiace per loro, ma in questi tem–

pi in cui tanti, e loro tra gli altri, si fanno a

contestare

il

benessere, la società opulenta,

la civiltà dei consumi , la contestazione con–

tenuta

nell'Humanae vitae

è

quella che ci

è

piaciuta di più.

[ANTONINO D1 G10Rc 10]